Il covid - 19 è stato previsto a settembre 2019


Sei mesi fa a settembre 2019, l’Organizzazione Mondiale della sanità ha pubblicato questo studio, che tutti possiamo leggere qui:
Magari uno può pure dire che gli studi che vengono commissionati sono tanti, ma fatto sta che questo studio, aveva previsto che c’erano altissime probabilità di infezioni virali che avrebbero interessato le vie respiratorie di milioni di persone e che, i Servizi Sanitari delle Nazioni, non erano attrezzati per far fronte al bisogno di cure che avrebbe riguardato questi milioni di cittadini, questi milioni di persone, questi milioni di esseri umani.
In Tv politici, medici, esperti e gente comune li abbiamo sentiti affermare che ciò che è accaduto era imprevisto ed imprevedibile. Invece non è così che stanno le cose, perché da almeno sei mesi, dal settembre 2019, risulta che tutto era stato previsto.
Abbiamo avuto tutto il tempo. Abbiamo avuto sei mesi per attivare i controlli, per produrre mascherine ffp2 e ffp3, per allestire ospedali per la terapia intensiva, per reclutare medici ed infermieri.
Invece no, non l’abbiamo fatto perché quello studio, avrà generato lo scetticismo di colleghi dei medici che l’hanno fatto, ma che non erano probabilmente d’accordo, che magari l’avevano considerato eccessivo, che avevano detto alzando le spalle e piegando la testa, che quelle conseguenze così devastanti erano una sopravvalutazione. Proprio come hanno fatto alle prime notizie di infezione i leader di Francia, Inghilterra e Stati Uniti oltre che della Germania, per poi in queste ultime ore ammettere che c’è il problema, ammettere che c’è un gravissimo problema.
La società nella quale viviamo è feroce. Tutti in competizione con tutti, in preda ad un egoismo senza precedenti che ha avuto la conseguenza del completo disinteressamento di ciò che il nostro comportamento poteva causare alle altre persone, agli altri esseri viventi e all’ambiente in cui viviamo.
Sino a qualche giorno fa le persone che conosco mi chiedevano di appoggiare Salvini, l’unico che prometteva di alzare muri altissimi per proteggerci dalle altre persone. Quei muri che i miei amici e conoscenti chiedevano a gran voce e che comunque sono riusciti ad innalzare grazie all’aiuto di Salvini, non hanno fermato il virus, siamo tutti preda di qualcosa che non riusciamo neppure a vedere, che non ha odore, che non fa rumore ma che ci terrorizza al punto da costringerci chiusi nelle nostre case.

Walter Veltroni in un editoriale pubblicato oggi dal Corriere della Sera descrive la cultura della competizione, ammette persino che quella cultura NON È UMANA, ammette financo che il modo di vivere che è la conseguenza della cultura della competizione NON E’UMANO. Ma poi spiaggia rovinosamente nella previsione e nello stesso tempo nell’auspicio di una soluzione consistente nel delegare un leader CHE CI PENSA LUI a risolvere ogni cosa.
Veltroni auspica un dopo Covid – 19 di NUOVI LEADER e immagina un MONDO, che dovrà essere dato in possesso esclusivo ai nuovi leader. Scrive anche che questi nuovi leader devono essere super preparati, devono essere in possesso di un’immensa competenza e della capacità di risolvere ogni cosa.
Veltroni è nella cultura della competizione e ritiene che chi oggi HA IL POTERE, non sia all’altezza del compito. Tale cultura è insidiosa perché ha sempre lo stesso epilogo ovvero dare il POTERE ad un nuovo CAPO, ad un nuovo LEADER, ad un nuovo DUCE non senza prima aver rovesciato quello che c’era prima colpevole di tutti i mali che ci sono capitati.
Ma non è così! La vita è l'unica ragione, l'unico motivo. Non c'è nessun altro motivo, nessun'altra ragione, all'infuori della vita. A meno che non ci sia qualcuno che ha una teoria per non tenere conto della vita stessa, una teoria che gli consenta di non prendere in considerazione lo studio dell’OMS di settembre 2019.
La teoria è che milioni di persone siano sacrificabili perché dobbiamo produrre, dobbiamo competere, dobbiamo arrivare primi per avere successo e ricchezza!
È la stessa teoria della competizione che ha fatto dire a Donald Trump di essere disposto ad acquistare da una ditta tedesca, a suon di miliardi di dollari, il vaccino contro il virus. Ma a condizione che, una volta acquistato, possa essere utilizzato solo dagli americani, in maniera tale da ottenere la morte dei popoli con cui gli americani sono in competizione.
Nella cultura della competizione tutto ciò che l’essere umano fa, lo fa per ottenere successo e ricchezza, a tutti i costi, costi quel che costi, anche a costo di perdere la vita.

Antonio Bruno Ferro



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