Nella convivenza sociale sono fondamentali il rispetto reciproco e l'onestà

 

Nella convivenza sociale sono fondamentali il rispetto reciproco e l'onestà

La domanda a cui dobbiamo rispondere è: cosa vogliamo preservare come individui e come comunità e a quale prezzo, al costo di cosa o chi?

Nel suo articolo ZUOLO afferma:

“Il dibattito su Domani a seguito dello scandalo al parlamento europeo e delle polemiche sul caso Soumahoro ha mostrato come l'identità di sinistra debba superare la mitica questione morale.”

Credo che indichi la via di un desiderio. Ovvero ZUOLO è fermamente convinto che dobbiamo desiderare di abbandonare il fanatismo. Penso anche che ZUOLO pensi che questo lo devono fare i fanatici che in pratica sono quelle persone che non sono disposte a conversare mettendo in discussione le loro convinzioni.

E qui c’è una riflessione che debbono fare i fanatici che può accadere solo a livello INDIVIDUALE, se la persona che non è disposta a mettere in discussione le sue convinzioni, desidera all’opposto di cominciare a metterle in discussione.

Non può essere imposto a nessuna persona ciò che ZUOLO indica ed è molto probabile che POCHISSIMI FANATICI raccolgano il suo invito.

POI ZUOLO PONE FINALMENTE LA VERA QUESTIONE CHE SI PUO’ LEGGERE DI SEGUITO:

“la costruzione di un'identità politica ha bisogno di valori. In primo luogo, si deve porre un requisito di senso: i valori proposti devono avere un senso sociale per chi dovrebbe votarne i rappresentanti.”

Nella convivenza sociale sono fondamentali il rispetto reciproco e l'onestà

Ora quello che ZUOLO non scrive è il fondamento che nessuno vuole vedere ovvero L’ONESTA’. E che cos’è l’onestà?

Un cittadino vota un candidato nella fiducia che, una volta che abbia ricevuto la responsabilità, faccia quello che ha detto farà per la qualcosa il cittadino gli ha affidato la responsabilità votandolo.

L’onestà è fare ciò che si è detto e scritto si sarebbe fatto una volta ottenuta la responsabilità.

In questi giorni nel mio paese, San Cesario di Lecce, ci sono molte lamentele per la chiusura al traffico automobilistico di una strada centrale. I cittadini si lamentano per non essere stati consultati prima in una pubblica assemblea.

La lista che ha vinto le elezioni non ha chiesto il voto promettendo di convocare l’Assemblea dei cittadini quando c’è da prendere una decisione significativa. QUINDI QUESTI MIEI CONCITTADINI A CUI È STATA DATA LA RESPONSABILITA’ DELLA AMMINISTRAZIONE DEL MUNICIPIO SONO ONESTI.

Ecco quello che ZUOLO scrive senza rendersene conto. La costruzione di ciò che lui chiama IDENTITA’ POLITICA SI BASA SULL’ONESTA’ DI FARE CIO’ CHE IN CAMPAGNA SI È DETTO O SCRITTO PER OTTENERE LA RESPONSABILITA’.

ZOLI AGGIUNGE:

“Dirlo sembra banale e superfluo, ma non lo è, come mostra lo scollamento tra discorso pubblico, pratiche effettive e identificazione degli elettori.”

Ciò che ZOLI chiama scollamento altro non è CHE LA DISONESTA’. Ecco ciò che invoca ZOLI è chiaro e trasparente, ed io sono d’accordo con lui, perché si tratta semplicemente di essere ONESTI.

Buona riflessione

GLI SCANDALI A SINISTRA Morale senza questione: istruzioni per l'uso
FEDERICO ZUOLO filosofo
Il dibattito su Domani a seguito dello scandalo al parlamento europeo e delle polemiche sul caso Soumahoro ha mostrato come l'identità di sinistra debba superare la mitica questione morale. Frutto di un equivoco pluridecennale, la questione morale è rimasta come un collante residuo di valori in via di smarrimento. Ma il superamento di questo fattore identitario non deve lasciare spazio a un altro equivoco ancora più pericoloso. Questo superamento non deve portare a un "liberi tutti" valoriale e ideologico in cui, in nome di un malinteso pragmatismo post ideologico, i politici sono legittimati a comportarsi in maniera spregiudicata e ai limiti della legge. In sostanza, superare la questione morale non deve lasciare spazio a un'assenza di valori. Nei miei interventi precedenti su Domani avevo sostenuto la necessità di mostrare come i principi affermati e raramente attuati dalla sinistra possano essere formulati anche come legittimi interessi trasversali e non particolari. Per arginare le accuse di incoerenza tra principi e comportamento pratico, a cui soccombe dialetticamente la sinistra, si deve mostrare come principi e interessi siano anche a vantaggio di larghe parti della popolazione. Ma il recupero di un discorso sui legittimi interessi non è sufficiente poiché la costruzione di un'identità politica ha bisogno di valori. In primo luogo, si deve porre un requisito di senso: i valori proposti devono avere un senso sociale per chi dovrebbe votarne i rappresentanti. Dirlo sembra banale e superfluo, ma non lo è, come mostra lo scollamento tra discorso pubblico, pratiche effettive e identificazione degli elettori. Affinché abbiano senso, i valori proposti devono essere presentati come il legame credibile che connette il cambiamento, e a volte il sacrifico di oggi, a un domani migliore. Senza il senso dato da un'aspirazione per il meglio lo sforzo risulta difficilmente accettabile politicamente. In secondo luogo, i partiti e i leader devono soddisfare un requisito di credibilità ovvero i partiti e i rappresentanti politici devono essere attori credibili per impersonare valori e cambiamento prospettati. La credibilità deve essere nel curriculum personale e politico delle persone, senza farsi irretire dalla logica populista di una purezza che, prima o poi, divora tutti (anche i populisti al governo). La credibilità non è una questione che fissa uno steccato antropologico ("noi siamo diversi da loro") ma un criterio di fiducia nei confronti dei rappresentanti. Solo così si può presumere che le istanze valoriali possano cementare un'identità progressista oltre una quota di riserva politica ed elettorale di eterna minoranza
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