Vita con Leonardo
Vita con Leonardo
Il mio amico Leonardo è una presenza strana. Non strana nel senso di bizzarro o eccentrico, ma strana nel senso che non si riesce mai a capire se esista o no. A volte è così sfuggente che dubito persino di averlo mai incontrato. Altre volte, però, è così presente che ti sembra di non aver mai vissuto senza di lui.
Oggi, per esempio, Leonardo è seduto sul divano, indossando una maglietta troppo larga, con gli occhi persi nel vuoto. Sembra non fare nulla, ma io so che sta pensando a qualcosa di importante. "Sai," mi dice, senza alzare gli occhi, "ho deciso che non voglio più fare parte di questo circo della seduzione."
Lo guardo per un attimo, cercando di decifrare se stia parlando sul serio o se sia solo uno dei suoi soliti momenti di riflessione filosofica. "Cosa intendi dire?" gli chiedo.
"Semplice," risponde, alzando finalmente lo sguardo. "Ogni volta che vedo una donna, mi sento come se dovessi mettere in atto un piano, una strategia. Mi sembra di essere sempre in missione. Ma non voglio più essere così. Voglio che le cose accadano in modo naturale, senza forzature."
Mi siedo accanto a lui. La sua voce ha un tono serio, ma qualcosa nei suoi occhi mi dice che è una fase, una delle tante in cui si trova ogni tanto. È come se avesse scoperto una nuova verità universale, ma sapesse benissimo che, fra qualche settimana, tutto ciò che ha detto oggi non avrà più lo stesso peso.
"Mi stai dicendo che non ti interessa più nessuna donna?" chiedo, un po' curioso, un po' incredulo. Leonardo ha sempre avuto il suo modo di essere circondato da donne, anche se non si è mai veramente attaccato a nessuna. È uno di quelli che preferisce guardare la vita che scorre, piuttosto che immergersi nel suo fluire.
"Non è questo il punto," dice, mentre si alza e si dirige verso la finestra. "Non è una questione di desiderio o attrazione. È che non voglio più le dinamiche. Non voglio più quella sensazione di dover conquistare qualcuno o essere conquistato. Voglio solo essere me stesso, senza dover interpretare un ruolo."
Lì per lì non capisco davvero. "Quindi, che fai? Te ne stai in questa specie di… ritiro spirituale?"
Leonardo mi guarda e sorride con una sorta di malinconia. "Non è un ritiro, è solo un passo indietro. Mi sono reso conto che ci sono troppe cose che davo per scontate. Troppa competizione. Troppe etichette. Troppa seduzione, come se la vita fosse una partita da vincere."
Mi fermo a riflettere. Lui non è mai stato un tipo da “partite”. Leonardo è uno che si osserva dall'esterno, uno spettatore del mondo, ma con un’immersione tale da sembrare parte di tutto senza mai esserlo davvero. La sua logica è affascinante, ma anche destabilizzante.
"Quindi," dico piano, "vuoi dire che non c'è nessuna donna che ti interessa?"
Leonardo sospira e si appoggia alla finestra, guardando fuori. "Non è una questione di interessare o non interessare. È che ho bisogno di qualcosa di diverso. Qualcosa che non sia giocare a fare finta, a recitare un copione. Ho bisogno di sincerità, di reciprocità. Non voglio più fare il gioco della seduzione per il gusto di farlo."
In quel momento, capisco che Leonardo sta attraversando una trasformazione. Non è più la persona che corre dietro alle apparenze, ma qualcuno che cerca di andare oltre, che vuole qualcosa di reale, di meno superficiale. Ed è un cambiamento che, sebbene non abbia ancora ben chiaro come si svilupperà, mi sembra comunque positivo.
"Non sei il solito Leonardo," gli dico, un po' sorridendo, un po' serio.
"Chi vuole essere sempre lo stesso?" risponde lui, tornando a sedersi sul divano.
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