La biologia della violenza nella teoria di Humberto Maturana

 


Come molti sanno, ho studiato a fondo le teorie del biologo Humberto Maturana. La discussione in chat è davvero interessante e stimolante, e per questo sento il bisogno di condividere con voi alcune riflessioni derivanti dai miei studi. Alla luce delle sue teorie, osservo la violenza in tutte le sue forme, tra cui la guerra, come una manifestazione complessa e profonda delle dinamiche umane.

"La biologia della violenza" è un concetto sviluppato da Humberto Maturana, noto per il suo lavoro sulla teoria dei sistemi e sulla biologia cognitiva. Nella sua riflessione sulla violenza, Maturana non si concentra solo sugli aspetti sociali o culturali, ma esplora la violenza da una prospettiva biologica e cognitiva, mettendo in luce come gli esseri umani si relazionano tra loro e come le dinamiche di interazione possano sfociare in comportamenti violenti.

Ecco i punti principali della sua visione:

1.      La violenza come costruzione sociale e biologica: Maturana sostiene che la violenza non è un fenomeno "naturale" o inevitabile per l'essere umano, ma piuttosto una costruzione sociale che emerge quando gli individui percepiscono l'altro come una minaccia alla propria identità o al proprio benessere. La violenza nasce, quindi, dal conflitto tra sistemi di percezione e interpretazione del mondo diversi.

2.      L'importanza della comunicazione e della percezione: La violenza, secondo Maturana, è legata alla capacità di "vedere" l'altro come estraneo o inferiore. La comunicazione e il linguaggio sono al centro del processo che porta alla violenza. Quando non c'è un riconoscimento reciproco, o quando si tende a ridurre l'altro a una "cosa" o a un nemico, le interazioni diventano potenzialmente violente. In altre parole, la violenza nasce dal modo in cui interpretiamo e comunichiamo la nostra percezione degli altri.

3.      Autonomia e connessione: Maturana fa una distinzione tra autonomia (la capacità di ogni essere vivente di mantenere la propria esistenza e identità) e connessione (la relazione con gli altri esseri viventi). La violenza emerge quando si percepisce la connessione con gli altri come una minaccia all'autonomia, portando gli individui a difendersi con azioni distruttive.

4.      Il ruolo delle emozioni: Maturana riconosce il ruolo centrale delle emozioni nella biologia della violenza. Le emozioni, come paura, rabbia o frustrazione, possono scatenare reazioni violente quando gli individui si sentono minacciati. La violenza, quindi, può essere vista come una risposta a una percezione di perdita di controllo o di minaccia.

5.      L'alternativa alla violenza: Maturana propone che la violenza possa essere ridotta se gli esseri umani sviluppano una comunicazione più empatica e rispettosa, in cui la relazione e la cooperazione prevalgono sull'individualismo e sul conflitto. In questo contesto, la violenza è vista come il risultato di una "mancanza di educazione" alla comprensione reciproca e alla convivenza pacifica.

In sintesi, secondo Maturana, la violenza è il frutto di modalità di relazione che escludono l'altro, di percezioni distorte della realtà e di una comunicazione che non favorisce l'integrazione e il riconoscimento dell'altro. La comprensione e il cambiamento di questi schemi potrebbero portare a un mondo meno violento.

 Antonio Bruno

Commenti

Post popolari in questo blog

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

La democrazia a San Cesario è possibile

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO