*Recensione di "Diamanti" di Ferzan Özpetek*


 *Recensione di "Diamanti" di Ferzan Özpetek*

"Diamanti", l'ultimo film di *Ferzan Özpetek*, non è certo una pellicola che ti lascia senza fiato. Anzi, se dovessi esprimere un giudizio immediato, direi che non mi ha emozionato. Ma come spesso accade, un film che non ti conquista subito può comunque avere degli spunti interessanti da esplorare, e questo è il caso.
Il cuore del film ruota attorno all'idea di *convivenza* e di *spirito collaborativo*. Un tema che, se ben sviluppato, avrebbe potuto regalare momenti di grande profondità e riflessione. L'auspicio che il regista ci propone è quello di superare la *cultura della competizione*, che permea la nostra società, indipendentemente da genere, ceto sociale o religione. È un messaggio che, almeno in teoria, potrebbe essere molto potente. La società occidentale, da sempre improntata sulla rivalità e sull'individualismo, potrebbe davvero trarre beneficio da un atteggiamento più cooperativo, più inclusivo, più capace di tendere la mano piuttosto che di alzare il muro. Questo è l'invito che ci lancia Özpetek, e personalmente lo trovo *assolutamente condivisibile*.
La trama di "Diamanti" ci mostra, infatti, come un gruppo di persone riesca a superare i propri conflitti personali e a trovare un punto d'incontro, non senza difficoltà ma con la determinazione di voler costruire qualcosa insieme. Tuttavia, non posso fare a meno di notare che la realizzazione di questo desiderio, purtroppo, non raggiunge le *vette poetiche* che ci si sarebbe potuti aspettare da un regista della caratura di Özpetek. Nonostante il messaggio sia forte e chiaro, il film non riesce a trasmettere quella magia che, per esempio, in altre sue opere come "La Finestra di Fronte" o "Le Fate Ignoranti", ha saputo emozionare il pubblico in modo molto più intenso.
Un altro elemento che mi ha lasciato perplesso è la *storia di Alberta*, una delle protagoniste, che vive a Parigi in attesa del suo innamorato. Il colpo di scena finale, che svela che il suo amato non l'ha raggiunta per un incidente che ha coinvolto la sua ex fidanzata, mi è sembrato *assolutamente inverosimile*. Un espediente narrativo che, seppur pensato per aggiungere un po' di drammaticità alla vicenda, non riesce a sembrare credibile. La costruzione della trama, in alcuni momenti, appare un po’ troppo forzata, e questo toglie quella freschezza che avrebbero potuto avere alcuni passaggi.
Detto questo, non voglio che il mio giudizio venga frainteso: *"Diamanti" è un bel film*, una storia interessante che affronta temi importanti, ma che non riesce a raggiungere l’altezza poetica che Özpetek ha saputo regalare in altre occasioni. La sua capacità di *raccontare emozioni*, di scavare nei sentimenti e nelle relazioni, è ancora presente, ma qui non esplode nella sua forma più autentica. C'è una *bella storia*, ma manca quella scintilla che avrebbe reso il film davvero memorabile.
In conclusione, "Diamanti" è un’opera che si fa apprezzare per il suo messaggio di speranza, ma che non riesce a entrare nel cuore dello spettatore come avrebbe potuto. Özpetek, come sempre, ci regala una riflessione importante, ma non quella poesia che rende un film davvero indimenticabile.

Luisella la Fenice mi ha scritto:

Direi che hai visto un altro film. Non leggi il messaggio più importante, ossia la potenza delle donne, la loro forza, il sacrificio.

È un omaggio proprio a loro.

Le figure maschili sono marginali, perché "noi" gli ammettiamo come presenze nella nostra vita. Il film di Opzetek affronta come sempre tematiche "forti" presenti nella società e ne mostra anche il lato opposto.

Come fai a dire che non emoziona?

Ieri sera, in una sala gremita di gente, piangevano in tanti emozionati per tante piccole situazioni che nel crescendo venivano fuori. Direi che non ne hai colto il significato o meglio, non l'hai voluto vederlo. Le Donne Sono Diamanti❣️

Io le ho risposto:

Ciao Luisella,

Ti ringrazio per aver condiviso con me il tuo punto di

vista, che apprezzo molto. Mi sembra che tu abbia colto l'essenza di uno degli aspetti più potenti del film, ovvero il potere e la forza delle donne. Non posso che essere d'accordo sul fatto che il film mostri chiaramente l'importanza e la centralità delle figure femminili, ma la mia riflessione è un po' diversa.

Quando parli della potenza delle donne, mi viene da

chiedere: secondo te solo le donne sono in grado di incarnare questa forza e questo sacrificio? Non sarebbe giusto, a mio avviso, generalizzare su tutto il genere femminile. Ogni persona è unica e, per quanto il film possa celebrare le donne in modo straordinario, sarebbe interessante considerare che anche gli uomini, pur con le loro peculiarità e differenze, possono essere altrettanto capaci di forza, sacrificio e sensibilità. Non tutte le donne sono come le protagoniste di questo film e, allo stesso modo, non tutti gli uomini sono come quelli rappresentati.

Il film di Özpetek, come hai giustamente osservato, affronta tematiche forti, ma credo che il messaggio che dovremmo trarre non sia quello di creare un contrasto tra uomini e donne, ma piuttosto quello di superare la divisione che la nostra cultura patriarcale ha alimentato per secoli. Se tutti, indipendentemente dal nostro sesso, ci liberassimo dai pregiudizi e dalle dinamiche competitive che ci separano, forse riusciremmo davvero a vivere un mondo più collaborativo e paritario, dove la forza, il sacrificio e la bellezza del "dare" non siano prerogative di un solo genere, ma di ciascun individuo.

Capisco che il film ti abbia emozionato profondamente, e ti

assicuro che non metto in dubbio la sua capacità di toccare le corde giuste in tante persone. Tuttavia, credo che il mio giudizio sul film derivi da una visione che cerca di andare oltre la narrazione di un solo aspetto, per arrivare a una riflessione più universale, dove non ci sono “ruoli” rigidi, ma persone che, insieme, contribuiscono a costruire qualcosa di più grande e più umano.

Non voglio sminuire l’importanza della rappresentazione delle donne nel film, ma credo che, come dici giustamente, dovremmo tutti, uomini e donne, impegnarci per superare la cultura patriarcale e abbracciare una visione più aperta e inclusiva del mondo. Tutti noi, senza distinzioni, dovremmo abbandonare i vecchi stereotipi e lottare per un cambiamento che non riguardi solo una parte della popolazione, ma l’intera società.

Ti abbraccio e ti ringrazio ancora per il tuo pensiero

stimolante.

Con affetto, 

Antonio

Luisella la Fenice
Antonio il film di Opzetek, mi ripeto, è un omaggio alle donne. Perché non puoi faermarti a questo messaggio? Chi ha mai detto che l'uomo è meno importante? È la società ad aver messo uomo e donna su due piani diversi, come pure nella natura umana esiste la competizione che da sempre distrugge l'armonia dei rapporti. Per una volta soffermati alla magnificenza della figura femminile che Opzetek porta sullo schermo magistralmente.
Poi prendi carta e penna e scrivi una sceneggiatura.... porta in scena tu un omaggio agli uomini😉
Con la simpatia di sempre "Dottore"😘 




 Ciao Luisella,
Ti ringrazio per la tua risposta, e ci tengo a precisare che non scendo in competizione con te, né voglio sminuire l'importanza del messaggio che il film di Özpetek vuole trasmettere. Il mio punto di vista, però, è un po' diverso.
Ritengo che, se si generalizza troppo, come nel caso di dire che tutte le donne siano generose e si sacrifichino, si rischia di alimentare quella stessa competizione di cui parli, ma in senso opposto. Non è tanto una questione di "chi è più importante", come dici tu, ma di come rappresentiamo la complessità umana senza cadere in stereotipi. Se puntiamo troppo sulla generalizzazione, rischiamo di svuotare il film di quella ricchezza emotiva che dovrebbe arrivare dall'individualità dei personaggi, e che io, personalmente, non ho trovato nella sua interezza.
Il film celebra una figura femminile forte, ma se questa forza viene trattata come una norma universale, senza lasciare spazio alle sfumature, finisce per perdere quella potenza emotiva che potrebbe coinvolgere ancora di più lo spettatore. Come dici tu, la competizione distrugge l'armonia, e credo che se il film fosse riuscito a trattare la figura femminile senza idealizzarla in modo così assoluto, sarebbe stato ancora più capace di emozionare. Non è una questione di "omaggiare" l'uomo o la donna in modo esclusivo, ma di riconoscere che ogni persona, indipendentemente dal suo genere, ha una storia, una lotta, una forza che non può essere ridotta a un cliché. La bellezza del film sarebbe stata proprio nel rappresentare le donne come individui, non come un unico monolite di generosità e sacrificio, così da rendere il messaggio ancora più potente.
Ti ringrazio per il tuo spirito scherzoso e affettuoso, e ti prometto che prenderò in considerazione l'idea della sceneggiatura! 😄
Un abbraccio grande,




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