La via cibernetica di von Foerster



La formazione e il contesto culturale

Heinz von Foerster, ingegnere di formazione e prestigiatore per diletto, ha avuto un percorso formativo eclettico, caratterizzato da un vivo interesse per la fisica e la matematica. La sua figura è spesso associata a quella del filosofo Ludwig Wittgenstein – “zio Ludwig”, come veniva chiamato in famiglia – evocato fin dall’inizio di questa narrazione. Durante la giovinezza, von Foerster ha vissuto nell’atmosfera intellettualmente fervida della Grande Vienna, prima che questa fosse segnata dal nazismo. Nel secondo dopoguerra, ha descritto vividamente il difficile contesto viennese, paragonandolo alle atmosfere cupe del film Il Terzo Uomo di Carol Reed.

Dall’Europa agli Stati Uniti: l’inizio della carriera accademica

Quando si trasferì oltreoceano, von Foerster portò con sé un libro pubblicato nel 1948 presso l’editore Deuticke, in cui esponeva una teoria innovativa della memoria. Contrariamente alla concezione tradizionale della memoria come magazzino, von Foerster la descriveva come un processo attivo, dove apprendimento e oblio si intrecciano secondo leggi derivate dalla fisica quantistica. Questo lavoro attirò l’attenzione di Warren McCulloch, che introdusse von Foerster alle conferenze Macy, seminari interdisciplinari frequentati da personalità come Norbert Wiener, Johann von Neumann e Gregory Bateson.

In questo contesto, von Foerster divenne curatore delle pubblicazioni del gruppo, nonostante non conoscesse ancora l’inglese, e contribuì alla nascita della cibernetica, elaborando infine il concetto della “cibernetica del secondo ordine”.

Il Biological Computer Laboratory e i primi successi

Nel 1949 von Foerster divenne direttore dell’Electron Tube Laboratory presso l’Università dell’Illinois, dove avviò un programma di ricerca che avrebbe condotto alla fondazione del Biological Computer Laboratory (BCL) nel 1957. Questo centro di ricerca rappresentò un crocevia interdisciplinare, riunendo scienziati come Gordon Pask, Ross Ashby, il filosofo Gotthard Günther e la danzatrice Noa Eshkol. Il laboratorio si distingueva per uno stile collaborativo e orizzontale, incentivando creatività e lavoro di squadra, soprattutto tra i giovani ricercatori.

Le prime attività del BCL si concentrarono su due aree principali: la bionica e la teoria dei sistemi auto-organizzanti. Un esempio significativo fu lo sviluppo del prototipo Numarete, una rete periodica capace di simulare il funzionamento della retina, anticipando risultati simili ottenuti da J.Y. Lettvin, Humberto Maturana e altri nello studio della visione delle rane.

La teoria dei sistemi e il principio dell'ordine dal rumore

Il contributo di von Foerster alla teoria dei sistemi si basava su una prospettiva fisica. Partendo dal secondo principio della termodinamica, egli definì l’auto-organizzazione come la capacità di un sistema di ordinare input casuali provenienti dall’ambiente. Questa concezione portò al principio dell““ordine dal rumore”, in contrapposizione all’“ordine dall’ordine” descritto da Schrödinger.

Von Foerster attribuì un ruolo centrale alla nozione di computazione, definita come qualsiasi operazione capace di trasformare, modificare o ordinare simboli ed entità fisiche. Queste idee si riflettono in molti dei suoi lavori successivi, caratterizzati da un approccio ricorsivo e sistemico.

Collaborazioni con Maturana e la svolta costruttivista

Nel 1965, durante un convegno nei Paesi Bassi, von Foerster incontrò Humberto Maturana, biologo cileno con cui avviò un’importante collaborazione. Maturana, nel 1969, trascorse un periodo al BCL, dove sviluppò una prima versione della teoria dell’autopoiesi, in seguito perfezionata con Francisco Varela. Questo sodalizio contribuì a orientare il BCL verso una fase più eterodossa, caratterizzata da un dialogo costante con il costruttivismo.

La svolta epistemologica di von Foerster si concretizzò nella cosiddetta “cibernetica del secondo ordine”, che superava la tradizionale separazione tra osservatore e sistema osservato. Questo nuovo paradigma poneva l’accento sui processi ricorsivi interni al sistema e proponeva modelli circolari al posto delle tradizionali spiegazioni lineari causa-effetto.

Il principio della codificazione indifferenziata

Un punto cardine della riflessione costruttivista di von Foerster è il “principio della codificazione indifferenziata”, derivato dalla neurofisiologia. Secondo questo principio, il sistema nervoso codifica tutti gli stimoli in impulsi elettrici, indipendentemente dalla loro natura fisica. Questo implica che la percezione del “mondo esterno” è il risultato di processi ricorsivi interni, influenzati dal movimento corporeo.

Von Foerster reinterpretò gli oggetti come auto-comportamenti (eigenbehaviors), ovvero il risultato di operazioni ricorsive dell’organismo sui propri comportamenti, fino a raggiungere una “omeostasi cognitiva”. Questo circolo creativo tra sensazione e movimento costituì una base per la costruzione della realtà nella prospettiva costruttivista.

Ordine, disordine e responsabilità etica

Von Foerster propose di considerare ordine e disordine come invenzioni piuttosto che come scoperte oggettive della natura. Egli sottolineò il ruolo del linguaggio nella descrizione dei fenomeni, evidenziando come le leggi scientifiche siano il risultato di attività descrittive. Questo approccio culminò in una forte enfasi sulla responsabilità personale all’interno della ricerca scientifica, un principio cruciale per la prospettiva costruttivista.

Conclusioni: la cibernetica del secondo ordine e il lascito di von Foerster

Con la chiusura del BCL negli anni Settanta, dovuta al venir meno dei finanziamenti militari, von Foerster sintetizzò le sue ricerche nella cibernetica del secondo ordine. Questo paradigma ha avuto un impatto duraturo, promuovendo una visione epistemologica che include l’osservatore nel sistema osservato e rifiuta il dualismo tradizionale.

L’eredità di von Foerster risiede nella sua capacità di combinare rigore scientifico, creatività interdisciplinare e un forte senso etico, lasciando un segno indelebile nel campo della cibernetica e oltre.

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