La bracera
La bracera
C’è un silenzio che sa di antico nelle sere d’inverno, quando il cielo si chiude in un manto scuro e la terra respira piano. Lo sento, quel silenzio, mentre penso alla bracera, alla sua bocca rossa e viva, al modo in cui sapeva tenere insieme le vite.
Una donna, con lo scialle pesante sulle spalle, apre l’uscio. L’aria fuori è un taglio netto, il freddo le morde le guance, ma lei non trema. Ha un compito: accendere il cuore della casa. Il braciere è lì, sulla soglia, un piccolo altare di ferro. Sembra aspettarla come un vecchio amico.
Prende il carbone, lo sistema con gesti lenti, quasi cerimoniali. È un’arte che non ha fretta, questa: la danza del fuoco. Lo accarezza con la fiamma, soffia piano, come per risvegliare un’anima che dormiva da troppo tempo. E poi arriva il momento magico: una scintilla, un respiro caldo che si espande. La bracera prende vita.
La strada intorno è vuota, ma c’è un’intimità segreta in quell’atto, come se ogni cosa si fermasse per osservare. Lei si raddrizza, guarda il fuoco che cresce, e forse sorride. Sa che quella luce non è solo calore, è memoria, è eredità. È il passato che si siede accanto al presente, con il suo bagaglio di racconti e canti sottovoce.
Sua figlia non l’ha mai vista, una bracera. Non sa che quel fuoco era una scusa per stringersi, per raccontarsi il giorno appena passato, per mescolare sogni e timori davanti alla stessa fiamma. Non sa che le notti del Salento avevano il profumo del carbone e della vita semplice, ma piena.
E allora penso che dovremmo accenderlo di nuovo, quel fuoco. Dovremmo farlo vedere a chi non c’era, farlo rivivere come un rituale dimenticato. Perché c’è un calore che non si spegne mai davvero, anche quando sembra perso.
C’è sempre un fuoco che aspetta di essere risvegliato.
Il braciere, nella sua forma più semplice, risale ai tempi della scoperta del fuoco, quindi parliamo di decine di migliaia di anni fa. Nelle civiltà antiche, come quelle dell’Egitto, della Mesopotamia, della Grecia e di Roma, veniva utilizzato sia per scaldarsi sia per cucinare. Era spesso realizzato in metallo o ceramica, con design che si evolsero nel tempo per migliorare l’efficienza e la sicurezza.
In Italia, e in particolare nel Sud, il braciere ha avuto un ruolo centrale nella vita domestica fino almeno alla metà del XX secolo, prima di essere gradualmente sostituito da sistemi di riscaldamento moderni. Ma oltre al suo uso pratico, il braciere è sempre stato un simbolo di convivialità e condivisione: le famiglie si raccoglievano attorno ad esso per raccontarsi storie, lavorare a maglia o semplicemente stare insieme. Un oggetto umile, eppure profondamente umano.
Oggi lo vediamo raramente, ma il suo significato resiste nella memoria culturale, come un ricordo di un’epoca più semplice, fatta di gesti lenti e di calore condiviso.
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