Perché in questi giorni su Facebook abbiamo scritto quello che abbiamo scritto?




Le vicende di questi giorni di chiusura forzata in casa, impongono una riflessione. Alla base di un comportamento c’è sempre un’emozione. Io desidererei che tutti noi riflettessimo, sugli scambi di commenti e di post accaduti in questi giorni, per osservare i comportamenti e per capire quali emozioni li hanno determinati.
E sempre così quando c’è una tragedia, ci sono comportamenti dei cittadini differenti che hanno alla base emozioni differenti.
Una delle ultime catastrofi, che abbiamo vissuto in Italia, nel corso delle quali si sono registrati decessi di nostri concittadini, è il terremoto.
Allora desidererei che insieme, prendessimo in esame due comportamenti dei cittadini, conseguenti al terremoto. Il primo è quello di tante donne e uomini, che partono dalle loro case per aiutare le popolazioni colpite dal sisma, per tentare di salvare persone ancora in vita sotto le macerie.  Il secondo è quello di tante donne e uomini, che si recano nei luoghi del terremoto, per perpetuare atti di sciacallaggio, per impossessarsi dei beni che sono sotto le macerie.
Questi due comportamenti sono conseguenza di due emozioni. Chi si mette a disposizione per collaborare al salvataggio di vite umane, è motivato dalla sincera compassione per quelle persone, che hanno perso tutto e che potrebbero perdere anche la vita. Chi va nei luoghi del sisma per impossessarsi dei beni che sono sotto le macerie, è motivato dall’avidità e dalla ricerca della ricchezza.
Sono entrambi comportamenti delle donne e degli uomini, ma possiamo definire entrambi i comportamenti UMANI?
Secondo me i comportamenti umani sono quelli dell’aiuto reciproco e dell’accoglienza.
Torniamo ai tanti commenti di questi giorni, ai comportamenti in conseguenza dei quali ognuno ha detto la sua opinione. La domanda che mi sono fatto è:
“Quale emozione è alla base dei miei pensieri, discorsi, scritti e comportamenti di questi giorni?”
La risposta che mi sono dato vi assicuro che è riconducibile a una delle due emozioni che ho descritto. È solo una di quelle due emozioni a determinare il comportamento di chi si predispone a intervenire in una tragedia umana, una però esclude l’altra. Entrambe non possono coesistere contemporaneamente perché provengono da due culture esclusive.
In due circostanze diverse ci possono essere tutte e due le emozioni. Ma mai contemporaneamente, così come ho già scritto, in una circostanza c’è l’aiuto reciproco e l’accoglienza e in un’altra circostanza l’avidità e l’esclusione dell’altro. Ma non si può essere sempre generosi oppure sempre avidi. Può prevalere l’una o l’altra emozione e se nella maggior parte delle circostanze prevale la generosità saremo nella cultura della collaborazione invece se nella maggior parte delle circostanze prevale l’avidità saremo nella cultura della competizione.

Antonio Bruno Ferro


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