Una conversazione dedicata alle virtù civili




E’ necessaria ed urgente una conversazione dedicata alle virtù civili, alla cittadinanza attiva, in definitiva alle persone. Serve per riallacciare i fili, le corde dei legami sociali che sono state tagliate. Perché o si riallacciano oppure, semplicemente, siamo perduti.

Americo Pepe ha scritto:

E allora siamo perduti ... è evidente.

Antonio Bruno ha scritto:

Americo Pepe io faccio il mio, nel mio microscopico e mi sono trovato

Giuseppe Vinci ha scritto:

Non vorrei sembrare monotono o addirittura ossessionato, ma per fare un lavoro del genere e in senso non solo orizzontale delle relazioni, ma anche verticale, è necessario che il tipico atteggiamento da sci che pervade certe istituzioni culturali, sociali, economiche e politiche, pubbliche e private del Salento (ma in generale della Puglia), ceda il passo ad atteggiamenti di umiltà e apertura, con manifestazioni significative, decise. La qual cosa non è nemmeno lontanamente all'orizzonte. Sembra in definitiva che non ci sia alcuna volontà di dialogo e quindi di relazioni umane paritarie. I piedistalli prevalgono in senso divisivo e in ordine a logiche di dominio. Evidentemente le priorità, per determinati soggetti singoli e collettivi, sono determinate da potere e denaro.

Antonio Bruno ha scritto:

Caro Giuseppe Vinci ti propongo ciò con cui mi sono coordinato: Non voglio convincere nessuno o trasformarlo in un approccio circolare. Non sono un rivoluzionario né mi vedo come un missionario incaricato di cambiare il mondo, ma voglio semplicemente dimostrare quali sono i processi che generano una certa entità. Questo è tutto. Vivo come se avessi tutto il tempo del mondo, senza fretta, senza urgenza, seguendo il mio ritmo. Prima - anche fino all'inizio degli anni '60 - non era così. Allora volevo convincere altre persone dei miei punti di vista. Ma al giorno d'oggi sono immune da questa pretesa, perché un giorno un amico mi ha detto: " Più cerchi di convincere, più perdi credito ". E penso che abbia ragione.

Giuseppe Vinci ha scritto:

Non ho capito però qual è la tua proposta

Antonio Bruno ha scritto:

 Giuseppe Vinci fare ognuno quello che può, partecipare, collaborare

Giuseppe Vinci ha scritto:

ah… ok, ma resta quanto ho evidenziato più su. E se così è, e secondo me lo stato delle cose è questo (per quanto un po' generalizzando), le nostre comunità vivono come a compartimenti permeabili sono in una direzione, cioè quella del deterioramento progressivo (anche grazie alla incapacità e inconsistenza della politica a elaborare una "visione" prospettica sia immediata che futura),

Antonio Bruno ha scritto:

C''è il potere e la sua conquista e conservazione. Non c'è la cura per i beni comuni da parte dei cittadini. E' una questione di desiderio. C'è l'avidità del possesso, c'è la ricerca del potere per il piacere di essere servito, c'è la sottomissione e l'ubbidienza a chi in cambio promette benefici d'ogni sorta o l'impunità. E poi ci sono quelli che hanno il piacere di incontrarsi per conversare per il solo piacere di incontrarsi per conversare al fine di ottenere un progetto comune. Quest'ultima è secondo me la strada giusta.

Americo Pepe ha scritto:

 Certo partecipare e collaborare sono termini non solo positivi, ma anche belli.
Ma per partecipare bisogna avere un ambiente idoneo e per collaborare bisogna avere un obiettivo comune.
Io non li vedo e non vedo neppure una parvenza di intenzione a crearli.

Antonio Bruno ha scritto:

Americo Pepe anch'io sono nell'imbarazzo di non sapere con chi conversare, e in quello della distinzione dei luoghi. Anche se conservo frequentazioni culturali. Ma ho osservato che anche in queste ultime l'isomorfismo del potere fa capolino. Perchè il potere e la sua ricerca non si limita solo ai beni comuni ma anche a quelli immateriali come quelli spirituali e religiosi oltre che quelli artistico culturali e scientifici.

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