Ma alla sinistra manca un'anima o una politica?




Maddalena Ascalone ha scritto:

Manca una visione: sono vecchi e individualmente validi, ma non sono riusciti a trasformarsi in squadra che pone obiettivi forti e fondanti da condividere e realizzare. Si deve lasciare il posto ai giovani guidati dai vecchi-giovani che hanno seguito con aggiornamenti costanti l 'evoluzione nel cambiamento. Sono pochi, ma ci sono e mi auguro siano lo zoccolo duro delle sardine

Antonio Bruno ha scritto:

Gentile Maddalena Ascalone, da cittadino non ci si dimette e non si va neppure in pensione, e nel ruolo di cittadino si contribuisce al bene comune nelle conversazioni. Il bene comune e la sua gestione sono le ragioni per cui c'è la necessità di raggiungere un progetto comune. Quello che Lei dice riferendosi a generazioni di giovani e di vecchi presumo si riferisca ai posti di potere. Ora che ad avere il potere siano i giovani o i vecchi, se una volta che l’abbiano conquistato, si mettono a fare le stesse cose che si fanno da millenni, cosa cambia? Secondo me ciò che può essere conservato è invece la collaborazione tra tutti e per farlo c'è da desiderare di abbandonare la cultura della competizione. Non le sembra?

Maddalena Ascalone ha scritto:

Perfetto il progetto di realizzare il Bene Comune. Giusto che alludevo ai posti di potere Credo e forse non mi ha seguito, che non si possono più fare le stesse cose adottando gli stessi criteri. Occorre partire da un'altra parte. Seguo costantemente la politica e i dibattiti Mi sembra che molti uomini politici anziani siano cristallizzati nella loro formazione e visuale novecentesca ed abbiano difficoltà ad aprirsi al nuovo con una visione più aperta che vada oltre le opportunità dei loro partiti e la conta dei voti. Non ci serve più questo criterio, trovo superati i giochi della politica Assolutamente non serve più la competizione occorre una visione aperta, attenta alle esigenze delle Comunità, al benessere delle persone stabilendo un certo numero di obiettivi tra i quali : restituire dignità al lavoro, creare lavoro nei territori, rendere autonomi i territori sfruttando le potenzialità disponibili Tutto in un lavoro di squadra coesa che sia impegnata per il raggiungimento degli obiettivi E poi centralità della salute , Sanità che risponda alle effettive esigenze, cura e protezione dell'ambiente ecc.

Antonio Bruno ha scritto:

La questione che poni è condivisa da tutti e, sino ad oggi nessuno che si sia avventurato a realizzarla, è poi riuscito nell'intento. Il problema è culturale. Viviamo nella cultura della competizione che, prima o poi, ci porta ad escludere le persone perché non ci legittimiamo reciprocamente attraverso il rispetto reciproco. La cultura della collaborazione è appunto inclusiva e, non escludendo nessuno, non prevede la presenza di una maggioranza e di un'opposizione. Nella cultura della collaborazione, avendo tutti la finalità del bene comune, tutti conversano sino a giungere a un progetto comune condiviso che sarà realizzato dai tecnici pubblici dello Stato e degli Enti di livello inferiore. Nessuno domina e nessuno si sottomette e ubbidisce ma tutti si ritengono legittimi reciprocamente rispettandosi. Maddalena Ascalone se sei d’accordo converrai che non essendoci più in questa cultura la competizione per la conquista del potere, non c'è ragione per cui i vecchi si facciano da parte. Non c'è ragione che escluda e quindi tutti sono legittimati e riconoscono reciproca legittimità.

Maddalena Ascalone ha scritto:

bene io credo che sia arrivato il tempo giusto per partire per una riconversione! Forse non sono pronti i vecchi che hanno difficoltà a rigenerarsi, ma i giovani si, meno combattivi perché cresciuti più comodamente protetti da famiglie e istituzioni, credo siano naturalmente idonei ad affrontare il nuovo. La vision aperta ai problemi di un mondo globalizzato in cui il virtuale è entrato di prepotenza nella quotidianità di ciascuno tocca tuttavia ai grandi vecchi quei pochi che hanno continuato a crescere e ad evolversi giorno dopo giorno. Non penso si possa escludere nessuno, ma certamente l'attuale politica e parlo di sinistra, ha dato pessime dimostrazioni di capacità di mediazione di impegno sui grandi temi malgrado le richieste pressanti degli elettori. Poche le figure di spicco, meglio gli amministratori dei territori.

Antonio Bruno ha scritto:


Io sono gli adulti che ho frequentato. Ho avuto lo Stato che mi ha dato l’Istruzione e poi un lavoro. Sono un cittadino e per questo sento dentro di me il bisogno di fare qualcosa per la Comunità, per i beni comuni. Io vivo nel neoliberismo economico che informa la finanza e il capitalismo globale e non vengo considerato per quello che faccio come cittadino, ma per quello che faccio come consumatore. Mi dicono della crescita e del PIL e mi spingono a consumare sempre di più per far aumentare crescita e PIL. Mia figlia se osserva me comportarmi da cittadino o da consumatore sarà come me, così come io sono stato gli adulti con cui ho vissuto. I giovani sono cittadini o consumatori? La sinistra, la destra il centro, l’alto e il basso, tutti anche io che sono stato educato da cittadino sono caduto nella trappola della meritocrazia che è l’applicazione della logica neoliberista nella scuola e dell’efficienza e competizione tra lavoratori che li divide facendoli dilaniare in una corsa verso il successo. Successo e ricchezza non sono conciliabili con l’essere cittadino e meno che mai sono comportamenti umani. Tutto quello che ti ho scritto è sotto i tuoi occhi come sotto i miei e sotto gli occhi di tutti. Siamo noi adulti che abbiamo la responsabilità di come sono oggi i giovani e siamo noi che possiamo e dobbiamo conservare il nostro essere cittadini e abbandonare con un sorriso facendoceli cadere dalle mani la smania di ricchezza e successo.


Maddalena Ascalone ha scritto:

purtroppo alcuni paradigmi di ieri oggi non funzionano più. Lo Stato ti dà l'istruzione ma non il lavoro, anzi il lavoro che è il primo diritto costituzionale ha perso significato perdendo sostanza e dignità .. Ed è questo secondo me uno dei problemi nostri fondamentali. Il lavoro dà l'autonomia di pensiero e di azione ed ogni uomo libero è in grado di decidere di fare famiglia e figli. Stai ponendo il discorso di un eccesso di consumi è vero, ma è stato in parte superato dalle ristrettezze che stiamo affrontando e che ci hanno obbligato a cambiare abitudini

Antonio Bruno ha scritto:


Cara Maddalena la questione del lavoro è legata alla logica del mercato globale. E di questi mesi la notizia della chiusura del Mecatone, anche qui a Lecce. Questa azienda ha chiuso perché altre aziende come ad esempio la Ikea ha modelli e prezzi più convenienti del Mercatone. Ikea è una Azienda svedese che nell’economia di mercato vende e chi come Mercatone non è nel mercato non è che vende di meno, chiude proprio. La concorrenza voluta dal neoliberismo economico sposato da destra, sinistra, centro, alto, basso, grasso e magro ha determinato L’ESPULSIONE DAL MERCATO DEL LAVORO perché altre aziende che hanno invece aumentato il lavoro ma in Cina, India ecc producono a prezzi più convenienti o hanno un design più accattivante. Le risorse finanziarie si allocano dove possono ottenere maggiori interessi ed è così che  a dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria i miliardari sono più ricchi che mai e la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani. L’anno scorso soltanto 26 individui possedevano la ricchezza di 3,8 miliardi di persone, la metà più povera della popolazione mondiale. Nel 2017 queste fortune erano concentrate nelle mani di 46 individui e nel 2016 nelle tasche di 61 miliardari. Il trend è netto e sembra inarrestabile. Che vogliamo fare? Io la mia proposta la faccio ed è quella che segue. Siccome tutti i beni e servizi sono di pubblica utilità facciamo in modo che a produrli sia lo Stato. In questo modo metteremo fine alla diseguaglianza. 

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