Anno 1965 - 1966 il primo di insegnamento a San Cesario del Maestro Alberto Tangolo

Io ricordo il mio Maestro Alberto Tangolo che mi ha insegnato gran parte delle cose che poi ho messo in atto nella mia vita. Grazie Maestro!
Anno 1965 - 1966 il primo anno di insegnamento a San Cesario di Lecce del Maestro Alberto Tangolo
Nel 1965 la classe III Maschile della Scuola Elementare “Michele Saponaro” di San Cesario di Lecce è sede di un Maestro che viene da Bagnolo del Salento, almeno così ricordo ci disse quel primo ottobre 1965 quando l’ho visto per la prima volta.
Dopo qualche giorno chiama Nino, il bidello con il camice grigio, per chiedergli di spostare i banchi.
Sino a quel giorno i nostri banchi erano disposti a file nell’aula. Per capirci la mia aula era l’ultima a sinistra dell’Edificio Maschile, nella penultima c’era la Signora Giulia Celli e, di fronte, il Professore Alberto Cappello, noto a tutti per le sue famose e invidiatissime (da noi) uscite in giardino.
Insomma a Nino viene illustrato il da farsi. In pratica il Maestro Tangolo fa disporre i banchi raggruppandoli a tre a tre. I primi due banchi uniti e il terzo di traverso a questi due. Ci disse che ogni formazione di sei posti così ottenuta dovevamo chiamarla “GRUPPO”.
Passammo dai banchi in fila uno dietro l'altro, con il famoso primo banco, ai gruppi. Non c’erano più quelli del primo banco! Una rivoluzione!
Poi ci disse che ogni gruppo aveva un coordinatore ed io fui indicato da lui come coordinatore del gruppo in cui ero seduto. Infine ci disse che l’orario scolastico era strutturato in ore, Italiano, Aritmetica ma anche l’ora di lettura cosa per la quale ci disse di portare dei libri da casa per organizzare una piccola biblioteca di classe.
Una rivoluzione come scrivevo prima perché quei tempi erano ancora lontani dal maggio 1968 che vide gli studenti in Piazza a Parigi contagiando di fantasia tutta l’Europa. L’avrei vissuto in quinta elementare quel maggio, poco prima degli esami delle elementari.
Nella foto la mia classe quell’ anno.
Ho saputo poi che il Maestro ha avuto tanti altri allievi, già perché lui non desiderava essere chiamato professore ma Maestro, diceva che Maestro era molto più importante, più significativo.
Ho fatto tantissime esperienze con lui, ne parlavo a casa con ammirazione, mia madre capiva perfettamente quello che provavo per il Maestro ed era incuriosita molto, mi chiedeva cosa facessimo in classe ed io le raccontavo ogni cosa.
Tutto ciò che ho poi fatto è venuto da quegli anni con il Maestro Tangolo e dalla Tv, dalle informazioni che venivano dalla Tv.
Quell’anno accadde un’altra cosa, una cosa molto importante per me. In quell’ora di lettura dovevamo scegliere un libro. Il maestro ne aveva portato di suoi, delle edizioni economiche con i caratteri piccoli e le pagine ingiallite.
Fra tutti quei libercoli fu uno che mi colpì subito ed era le Avventure di Pinocchio di Collodi.
In quell’ora quando leggevo quel libro, tutto intorno a me scompariva, c’erano solo quelle pagine e le avventure di un ragazzino discolo. Quanto mi piacque leggere quel libro anche se mi irritava che Pinocchio fosse preda dei furbi, si! Mi irritava l’ingenuità di quel ragazzino!
Mi faceva da specchio quel Pinocchio, me ne sarei accorto col tempo.
Sono cresciuto nel culto della mia mamma, a lei raccontavo ogni cosa, di lei mi fidavo ciecamente e la citavo come se fosse la Bibbia. A lei dicevo di questo burattino e lei, quando voleva farmi riflettere, mi chiamava Pinocchio.
Mi chiamava Pinocchio quando uscivo con gli amici dimentico di tutto, anche dell’orario per far ritorno a casa, mi chiamava Pinocchio quando mi tuffavo con tutto me stesso in imprese che mi venivano proposte senza porre ostacoli, senza pensare alle conseguenze, alle “batoste” che avrei preso!
Già! Io ero Pinocchio e la mia mamma, che se n’era accorta, mi chiamava così.
Ricordo nitidamente il giorno in cui finii di leggerlo. Una sensazione di tristezza e nostalgia mi pervase il corpo e riempì la mia anima. Non avrei voluto finisse mai.
Lieto fine? No! Pinocchio è bello quando può essere ciò che è, quando si fa irretire da Lucignolo o da il gatto e la volpe. E’ Pinocchio quando da asino è nel circo con Mangiafuoco. Già, la mia vita è la vita di Pinocchio.
Geppetto veniva a prendermi dal ventre della Balena, pieno d’amore, mi aiutava dopo le batoste, mi sosteneva, mi era vicino anche se non avrebbe voluto che io fossi sconfitto. Ma c’era, anche dopo la sconfitta, c’era sempre.... ed era mio padre.

Riccardo Bleve Professore Tangolo un onore averlo avuto maestro è morto piu o meno da venti anni nel 97
Vitantonio Caricato Ciao Antonio !! Che bel ricordo!!! E' possibile avere una copia ?
Antonio Bruno Vitantonio certo che si! Ci sei anche tu, nel ricordo (che bello che era studiare assieme a casa tua!) e nella foto
Vitantonio Caricato Si ,ho visto . Un giorno di questi ci incontriamo. Grazie Antonio bei ricordi!!!
Maria de Simone Le bacchettate del maestro Cappello ai maschietti non le ricorda nessuno?
Aldo Di Mambro Ciao, questa foto ce l'abbiamo anche noi, ho riconosciuto subito il maestro e mio fratello grande Marcello, è il terzo a terra da destra. Che emozione!
Antonio Bruno Mi ricordo perfettamente di Marcello, sono passati più di 50 anni da quando lasciaste San Cesario. salutalo per me
Aldo Di Mambro Scherzi del destino...vive con la sua famiglia a Matino...lui è ritornato alle origini, io frequento l'Eurovillage di Torre Lapillo da 35 anni, il Salento è sempre stato presente e nel nostro cuore. Grazie
Antonio Bruno A Matino! Io vado ogni giorno a Ugento per lavoro. Ha un profilo Fb? Se si mi puoi mandare il link nella chat così gli chiedo amicizia?Grazie
Aldo Di Mambro No è un po restio a facebook ma trovi il suo numero telefonico di casa sulle pagine bianche e.....sicuramente gli farà piacere.
Piero Aprile CIAO ragazzi cerco foto anno 1958/9 prof. FAIOLO GRAZIE



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