Servire o essere serviti?


Osservando le nostre questioni contingenti come la crescita lenta del Pil, la mancanza di lavoro per tutti, l'istruzione, le disuguaglianze e riflettendo mi è venuto in mente quello che più volte ha affermato Humberto Maturana: queste criticità della nostra Comunità "dipendono dal piacere che da, a noi esseri umani, la circostanza di essere serviti" attitudine ormai generalizzata e che ha colpito la nostra Comunità "questo piacere è uno dei fattori che ha influenzato il fatto che c'è ancora disuguaglianza”.
Ma nella nostra società a cultura Patriarcale, per essere serviti si deve avere il dominio sul servitore che ha la caratteristica di essere ubbidiente e sottomesso; da qui lo scarso successo delle pratiche che prevedono la riduzione allo stato di servitore (come quelle suggerite nella fede cattolica). In una cultura Patriarcale con altissima competitività che porta alla sopraffazione suggerire di divenire servitore in maniera volontaria e libera rimane senza seguito. Diversamente nella cultura della collaborazione, dove il sevizio reciproco è la conseguenza del rispetto reciproco, l'essere servitore è la condizione naturale delle relazioni umane.
Antonio Bruno Ferro

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