La collaborazione dei cittadini per sostituire le oligarchie finanziarie


C’è stato il tempo delle privatizzazioni in cui alla guida della produzione di ricchezza del nostro paese una oligarchia finanziaria ha sostituito quella politica. Oggi quella oligarchia finanziaria non è più in grado di produrre ricchezza e lavoro. Ma com’è accaduto?
Nel numero di Left in edicola possiamo leggere:
Nel giugno del 1992 il panfilo della famiglia reale inglese Britannia navigava lungo le coste italiane. A bordo, secondo una leggenda, si sarebbero incontrati i massimi esponenti dell’élite economica e finanziaria per discutere delle privatizzazioni nel nostro Paese.
Non sappiamo quale rilievo abbia avuto il fatto specifico, ma è certo che in quegli anni, dopo che il ciclone giudiziario “mani pulite” travolse il nostro sistema politico, i governi Amato, Ciampi, Berlusconi, Prodi e D’Alema (solo per ricordare i più noti) trasformarono completamente i connotati dell’economia del nostro Paese. È certo anche che Mario Draghi fu a bordo di quel panfilo e che, tra il 1991 e il 2001, da direttore generale del ministero del Tesoro e presidente del Comitato per le privatizzazioni, fu una figura chiave nello smantellamento dell’Iri (Istituto per la ricostruzione industriale) e nelle privatizzazioni di aziende e banche quali Telecom, Autostrade, Eni, Enel, Bnl, Banca commerciale italiana e tante altre, fortemente volute da quei governi.
Andrea Ventura, Mario Draghi, l’uomo del mercato a ogni costo Left 1° novembre 2019 pag. 30
Quindi c’è stato un tempo in cui la collettività produceva ricchezza e rispettava il diritto al lavoro, c'era una industria di stato che garantiva il lavoro.
Le tensioni sociali fortissime degli anni 70 hanno avuto una risposta dallo Stato Italiano che si è messo a produrre, ha dato lavoro ed ha distribuito ricchezza.
Poi ci sono state le degenerazioni della corruzione, ovvero della ricchezza che è restata appiccicata sulle mani dei politici e quindi tangentopoli. Per guarire dalla malattia della corruzione dei politici è arrivato il neoliberismo economico ed i suoi sacerdoti che dal 1992 al 2019 hanno fatto diventare privato tutto, anche la sanità che come tutti sappiamo è articolata in AZIENDE. Sono stati diciassette anni in cui si è lasciato spazio alla cultura della competizione senza paracadute, quella cultura che esclude dal mercato le aziende non più competitive e crea disoccupazione tra i cittadini adulti e diffuso disagio sociale nelle nuove generazioni che non riescono a trovare un posto di lavoro.
Adesso il neoliberismo non è più in grado di produrre e distribuire ricchezza. È giunto il tempo del ritorno della gestione dei cittadini attraverso delle conversazioni finalizzate all’ottenimento di un progetto comune. Questo processo non può essere affidato a dei leader che non farebbero altro che rovesciare l’attuale oligarchia finanziaria per prenderne il posto. Chi metterà mano a questo processo?
Antonio Bruno Ferro

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