Sconfiggiamo la violenza che infliggiamo alle donne con la riflessione



Questa mattina lunedì 25 novembre ho ascoltato lo spot dell’ Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai) registrato per sensibilizzare gli ascoltatori sulla “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2019”.
Lo spot è il seguente:
“sconfiggiamo la violenza contro le donne, cambiamo la cultura degli uomini”
Sono d’accordo che la violenza cessa solo abbandonando la cultura della competizione che essendo NON UMANA  genera comportamenti violenti in tutte le persone, sia quelle di genere maschile, che quelle di genere femminile.
Ho riflettuto sul perché le donne subiscono ogni tipo di violenza e mi riferisco a tutte le donne, nessuna esclusa, e non solo ai femminicidi o alle violenze che assurgono agli onori delle cronache. Io ho osservato che tutte le donne, di qualunque età ed estrazione sociale, sono sottoposte a violenza.
Ho osservato inoltre che la violenza è inflitta alle donne per sottometterle ed ottenere ubbidienza e che una volta che la donna oggetto di violenza si sottomette, chi sta infliggendo violenza, smette di farlo.
Ma questo uso della violenza per sottomettere non è esclusivo del genere maschile, nelle mie osservazioni ho distinto comportamenti violenti a scopo di dominio in ogni persona di tutti i generi.
La nostra cultura è centrata nel dominio e nella sottomissione, nelle gerarchie, sulla diffidenza e il controllo nei riguardi delle altre persone, nella lotta e nella competizione, è una cultura che genera violenza perché vive in uno spazio relazionale inconscio di negazione dell'altro.
Penso che se vogliamo mettere fine alla violenza come un modo di convivenza dobbiamo osare e puntare lo sguardo sulla nostra cultura patriarcale, e abbandonarla. Non è la biologia che ci intrappola nella violenza anche se la nostra biologia ci permette di vivere in essa; è la nostra cultura, è lo spazio psichico della nostra cultura che dà luogo a una convalida continua ed alla giustificazione della violenza in cui i nostri figli crescono psichicamente diventando tutt'uno con lei.
Ma le trappole culturali possono essere messe in pausa, ed è possibile sfuggire da loro con la riflessione che quando appare nella nostra vita le dissolve. La riflessione su biologia e violenza ci porta a riflettere sulla cultura e violenza. Questo spero di aver provocato in chi ha letto le mie parole, questa è la perturbazione che vi invio.

Antonio Bruno Ferro


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