Il tagatà (per i sancesariani lu tacatà)

Il tagatà (per i sancesariani lu tacatà)

La prima domenica dopo la Santa Pasqua, ormai consolidata dalla tradizione, si tiene nella nostra cittadina una attesissima ed imponente fiera di merci e bestiame, che il popolo meglio conosce come "la fera te S. Giuseppe te la Stiddra".
Per chi volesse saperne di più ci sono le ricerche del compianto Gianfranco Coppola che potete leggere qui: http://www.comunesancesariodilecce.it/index.php?option=com_zoo&view=item&layout=item&Itemid=1008
Ma io vi scrivo di una festa che ha allietato la mia infanzia e adolescenza. Già! Perché la vera festa del paese più bello del mondo per noi adolescenti degli anni 60 e 70 era quella della domenica dopo Pasqua, la fera (fiera) te la stiddrha.
Per noi adolescenti c’era la primavera e soprattutto le giovani ragazze con i vestitini fatti cucire apposta per la Pasqua che mettevano in luce le loro acerbe bellezze. Ricordo ancora una ragazza che in quei giorni aveva in bellissimo vestitino bianco che impreziosiva il suo corpicino e lo splendido viso e che io ammiravo spasimando amore segretamente senza dimostrarglielo, non sia mai che capisse che io ero interessato a lei.
Le ragazze di San Cesario erano tutte bellissime e lo potevi incontrare “alli sedili” che sarebbe via Russo che allora sul lato della scuola aveva i sedili di ferro sotto gli alberi di Pino d’Aleppo che qualche anno fa la pubblica amministrazione ordinò di sradicare.
Nella Pasqua del 1969 “a rretu allu Casilli” alle giostre (il Luna Park) oltre al solito autoscrontro, gli aeroplani e i seggiolini fece bella mostra di se una giostra dei sogni erotici di noi adolescenti ovvero IL TAGATA’.
Vennero a dirmi di lasciare perdere tutto che dovevamo andare “a rretu lu Casilli ci bertimu le cosce e le mutande te le fimmene”, questo era il linguaggio di noi adolescenti scemi e bonaccioni degli anni 60.
Noi ragazzi restavamo ore a guardare il tagatà perché, alle scosse della giostra, si succedevano, per la gioia dei nostri occhi, le gonne delle adolescenti di San Cesario che si alzavano, lasciando tutti noi pieni di stupore di fronte a quelle bellissime mutandine bianche che vedevamo salendo lo sguardo pian piano dai piedi alle bellissime gambe sino a guardare il cioccolatino chiuso nella scatola.
Noi adoravamo il tagatà perché adoravamo le ragazze adolescenti di San Cesario. Oggi quelle ragazze sono tutte mamme e nonne. Già nonne perché sono passati 47 anni da quei giorni.
Mi fa piacere che ancora oggi questa giostra, che ha mezzo secolo, riscuota successo. Lo sbuffare dei pistoni ad aria compressa mi risuona nella mente insieme alle immancabili canzoni assordanti che venivano diffuse nell’aria.
Quegli uomini  e quelle donne del Luna Park (per noi le giostre) portavano la felicità nel paese più bello del Mondo.
Io la sera tornavo a casa e mi mettevo a letto e prima di addormentarmi mi facevo sempre questa domanda: ma chi sarà il mio amore?
Ripetevo questa domanda a me stesso ogni primavera, per tante primavera sino a quando, proprio di primavera, l’amore della mia vita arrivò!


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