L’alternativa esiste

 

L’alternativa esiste

Gianfranco Pasquino, Accademico dei Lincei e Professore emerito di Scienza politica nell'Università di Bologna, ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI oggi 11 agosto 2023 in cui afferma che: “Ai palestinesi serve una leadership carismatica”

È mia opinione che non siano i palestinesi bisognevoli una leadership carismatica. Chi desidera che la Palestina sia guidata da un Duce è l’occidente ricco ed opulento, oltre che lo stato di Israele, perché in tal modo il controllo sul popolo palestinese sarebbe esercitato dai palestinesi stessi e l’indifferenza per quel popolo sarebbe la conseguenza di una deresponsabilizzazione di tutti noi.

Questa deresponsabilizzazione con la conseguente intenzione che qualcun altro se ne occupi deriva dal fatto che tutti possiamo osservare così sintetizzato da Humberto Maturana: "non c'è preoccupazione per ciò che accade ad un'altra/altro, in conseguenza delle proprie azioni, se l'altra/altro non appartiene alla propria esistenza sociale"

Informato da questa emozione il Prof. Pasquino così conclude il suo articolo:

“Naturalmente. nessuno ha il potere di fare nascere un leader carismatico. Nelle condizioni di enorme e abnorme ansietà collettiva (Max Weber) che caratterizza la vita di molti palestinesi, è possibile sperare nella comparsa, a rimpiazzare la leadership burocratica di Al Fatah e quella militare di Hamas, di un leader che con il suo carisma, da un lato, ottenga il necessario riconoscimento israeliano di credibilità, accompagnato dal massimo di restituzione dei territori, e, dall'altro, convinca i suoi sostenitori che la soluzione prospettata è il massimo e il meglio conseguibile e che offrirà condizioni e prospettive di vita altrimenti irraggiungibili. Solo utopia? Esistono alternative?”

Io rispondo alla domanda spiegando che c’è un modo di vivere che realizza il Mondo del reciproco riconoscimento di legittimità e del reciproco rispetto.

Molti di quelli che leggono i miei interventi si sentono a disagio quando parlo di "reciproco riconoscimento di legittimità e del reciproco rispetto ".

Con le mie osservazioni ed i miei studi, nel corso degli anni, mi sono reso conto che il reciproco riconoscimento di legittimità e il reciproco rispetto possono essere la risorsa meno riconosciuta e il vantaggio competitivo sottoutilizzato a disposizione di un’organizzazione e quindi di uno Stato.

I problemi di oggi, sia nelle organizzazioni che nel mondo, non sono tecnici, sono quasi tutti basati su cattive relazioni umane. Sono causati dalla separazione dove dovrebbe esserci connessione, dalla paura dove dovrebbe esserci fiducia, dal controllo dove dovrebbe esserci amore.

Quando parlo del reciproco riconoscimento di legittimità e del reciproco rispetto, parlo di libertà (invece di controllo), connessione (invece di isolamento) e fiducia (invece di paura). Sto parlando di:

Aiutare qualcuno a diventare più quello che è

Aiutandoli a rimuovere le barriere affinché possano diventare liberi

Dare loro opportunità e fiducia in modo che possano sorprendersi

Includerli anziché escluderli

Fornire speranza per il futuro

Aiutandoli a trovare il loro scopo nella vita.

Si tratta di aiutare una persona a essere quello che è, e a realizzare il proprio scopo nella vita. Penso che questa sia la cosa più importante che lo Stato possa fare per il proprio popolo.

Non credermi sulla parola

Teilhard de Chardin, uno dei grandi pensatori del secolo scorso, ha affermato che la nostra capacità di sfruttare il reciproco riconoscimento di legittimità e il reciproco rispetto ha potenziali conseguenze grandi quanto la padronanza del fuoco.

Sono d'accordo:

"Un giorno, dopo aver dominato i venti e le onde, la gravità e le maree, imbriglieremo per Dio le energie dell'amore. E poi, per la seconda volta nella storia umana, l'umanità avrà riscoperto il fuoco". Teilhard de Chardin (1881-1955).

Humberto Maturana afferma che "L'amore, permettendo all'altro di essere un altro legittimo, è l'unica emozione che espande l'intelligenza". La paura può solo separarci, l'Amore è l'unica emozione che espande l'intelligenza perché l'Amore ci connette.

Nel suo libro "Le origini dell'umanità nella biologia dell'amore", Maturana afferma che "l'emozione fondamentale che ha dato origine agli esseri umani come esseri senzienti è l'amore, e questo rimane il nostro fondamento anche quando altre emozioni diventano socialmente prevalenti".

Una volta fu chiesto a Madre Teresa cosa le permettesse di fare cose così grandi nella sua vita, lei disse: "Puoi fare solo piccole cose con grande amore".

Di seguito una breve descrizione di comportamenti che creano reciproco riconoscimento di legittimità e reciproco rispetto

Essere donatori. Vedere l’abbondanza piuttosto che la scarsità. Sapere che donare si moltiplica attraverso la reciprocità.

Sapere che le persone sono molto più strettamente legate tra loro di quanto credano gli altri. Di conseguenza operare in un modo fondamentalmente diverso.

Sapere che, poiché le persone sono profondamente connesse, i pensieri che portano in testa influenzano direttamente gli altri, anche se non vengono espressi.

Conoscere il bisogno umano di connettersi e appartenere. Investire tempo e sforzi considerevoli nella creazione di luoghi di lavoro che mettono in contatto le persone.

Sapere che lo "spazio" tra le persone non è vuoto. È pieno di energia fatta di fiducia, sentimenti, emozioni, informazioni e amore. Impegnarsi a gestire questo "spazio" almeno con la stessa deliberazione con cui si gestiscono gli individui.

Sapere che la collaborazione è una forza più forte della competizione. Scoraggiare la concorrenza, soprattutto all’interno dell’organizzazione.

Sapere che le organizzazioni sono organiche, non meccaniche. Lavorare duramente per coltivare l'organizzazione come un sistema vivente.

Mi pare che la proposta che faccio è quella di un modo di vivere insieme. In una recente intervista Massimo Ranieri ha detto:

“C'è una canzone che si chiama Soli si muore. Soli non si sta bene, parliamoci chiaro. Inevitabilmente, ti manca un'anima accanto, una persona che ti dà un consiglio, che ti dà una carezza, che ti accoglie quando rientri a casa. Io mi sono ritrovato per anni a parlare con il muro. Me le facevo da solo le domande. Queste sono le cose che si pagano.”

In Italia, in Palestina e nel Mondo abbiamo un modo di vivere SOLITARIO e incappiamo nel disagio della solitudine così come espressa da Massimo Ranieri.

Possiamo desiderare di vivere tutti quanti insieme e se questo desiderio si manifesta tutto si trasformerà in modo tale da realizzare un modo di vivere che dia benessere a tutta l’umanità.

Buona riflessione

OLTRE IL CONFLITTO Serve una leadership carismatica per la Palestina
GIANFRANCO PASQUINO Accademico dei Lincei
C'è un tempo per la rappresaglia e c'è un tempo per la de-escalation. la durezza dell'aggres-sione di Hamas è stata tale che Israele non può ri-nunciare politicamente. prima ancora che militarmente, a mo-strare le sue capacità di reazione. Al tempo stesso. deve lasciare tra-pelare con maggiore° mi nore evi-denza la sua disponibilità a fare scendere il livello del conflitto. an-che per tutelare per quanto possi-bile gli ostaggi nelle mani dei terroristi. A loro volta tutti gli altri at-tori. in particolare quelli schiera-ti a sostegno di Israele hanno l'ob-bligo da un lato di aiutare lo sta-to ebraico non cancellando le cri-tiche alle politiche del governo Netanyahu, dall'altra di non cessa-re affatto gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza accompa-gnandoli con i più severi rimpro-veri alla leadership di Hamase i ne-cessari richiami a comportamenti non svincolati da qualsiasi princi-pio di umanità. In particolare, fa-cendo un poi di autocritica per la sua disattenzione negli anni più recenti, certo in parte giustificabi-le con riferimento al contrasto all'aggressione russa dell'Ucraina e per la sottovalutazione degli svi-luppi in quell'area l'Unione euro-pea deve misurare le sue sanzioni a Hamas e (ri)prendere iniziative diplomatiche. Lo stato del conflitto Hamas lsrae-lee delle sue ramificazioni potreb-be scoraggiare qualsiasi tentativo di guardare oltre il contingente. In molti potrebbe suscitare una ri-flessione die conduce alla convin-zione che ha improntato la politi-ca israeliana da molti troppi anni, Ia sicurezza dello stato ebraico di-pende esclusivamente dalla sua superiorità militare.
Una soluzione duratura
Questa convinzione. unita alla de-bolezza politica di Al Fatah e alla incapacità di Abu Mazen di intra-prendere qualsiasi iniziativa non-ché la sterzata a destra del gover-ni israeliani ha significato che nelle menti di molti si è afferma-ta l'idea che il massimo consegui-bile sia uno status quo anche se punteggiato da frequenti conflit-ti e scontri di entità variabile, ma non elevata. la potente aggress io-ne di Hamas può avere scritto la parola fine su questa illusione. Bi-sogna tornare a pensare a una so-luzione duratura concordata. di compromesso Per coloro che si compiacciono della distinzione fra il politico che ha visione corta, limitata e cir-coscritta dalle scadenze elettora-li, e lo statista che pensa e opera a giovamento della prossima gene-razione, il problema riguarda la leadership politico-governativa di Israele. Sarà anche opportuno notare che nelle democrazie, e Israele è uno stato democratico e pluralista, so-nagli elettori a scegliere le leader-ship. Bobbio direbbe che le leader-ship democratiche si propongo-no, quelle autoritarie si impongo-no. Unione europea Usa e tutti co-loro che intendano avere un ruo-lo debbono porsi l'interrogativo riguardante le (plurale) leader-ship palestinesi Sono certamen-te parte del problema Saranno inevitabilmente anche parte del-la soluzione. «Le esperienze delle cose moder-ne e la lezione delle antique (Ma-chiavelli) suggeriscono di guarda-re a come fu evitato il bagno di sangue nel Sudafrica che si accin-geva a intraprendetela strada del-la democratizzazione Fu la lea-dership carismatica dl Mandela a convincere la maggioranza dei neri a una transizione senza ven-dette. Il resto lo fece in seguito la Commissione per la verità e la ri-conciliazione. Naturalmente. nessuno ha il pote-re di fare nascere un leader cari-smatico. Nelle condizioni di enor-me e abnorme ansietà collettiva (Max Weber) che caratterizza la vi-ta di molti palestinesi, è possibile sperare nella comparsa, a rim-piazzare la leadership burocrati-ca di Al Fatah e quella militare di Ha mas, dì un leader che con il suo carisma, da un lato, ottenga il ne-cessario riconoscimento israelia-no dl credibilità, accompagnato dal massimo di restituzione dei territori, e, dall'altro, convinca i suoi sostenitori che la soluzione prospettata è il massimo e il me-glio conseguibile e che offrirà con-dizioni e prospettive di vita altri-menti irraggiungibili. Solo uto-pia? Esistono alternative?

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