LE PERSONE COINVOLTE NELLE GUERRE TRA UCRAINA E RUSSIA E TRA I PALESTINESI DI ḤAMĀS ED ISRAELE SONO INFORMATE DALLA RECTA INTENTIO DELLA GUERRA GIUSTA?

 

LE PERSONE COINVOLTE NELLE GUERRE TRA UCRAINA E RUSSIA E TRA I PALESTINESI DI ḤAMĀS ED ISRAELE SONO INFORMATE DALLA RECTA INTENTIO DELLA GUERRA GIUSTA?

Agostino di Ippona e Tommaso d’Acquino svolgono un ragionamento sulla GUERRA GIUSTA partendo dal presupposto della RECTA INTENTIO.

Faccio un esempio che riguarda il mio paesello. L’anno scorso il Sindaco e il Vice Sindaco si sono candidati l’uno e l’altro per L’UNICO POSTO DI SINDACO A DISPOSIZIONE. Non hanno trovato un accordo prima delle elezioni e quindi sono entrati in competizione per ottenere l’unico posto di Sindaco disponibile.

La intenzione retta (RECTA INTENTIO) di Sindaco e Vice Sindaco che avevano un patto, rotto il quale si sono messi in competizione, è che una volta finita la competizione (dopo i risultati elettorali) si è intenzionati ad accettare il nuovo assetto e conseguentemente si accetti il nuovo patto.

E se invece non ci fosse l’intenzione di arrivare ad un nuovo patto?

In questo caso la competizione va avanti sino alla SPARIZIONE o del Sindaco oppure del Vice Sindaco.

In pratica senza avere un’intenzione retta Sindaco e Vice Sindaco, ad ogni costo e costi quel che costi, cercano entrambi di escludere totalmente l’altro e la competizione finirà solo quando uno dei due verrà escluso per sempre.

La domanda è: LE PERSONE COINVOLTE nelle guerre tra Ucraina e Russia e tra i Palestinesi di Ḥamās ed Israele sono informate DALLA RECTA INTENTIO DELLA GUERRA GIUSTA?

Buona riflessione

I tre principi agostiniani della Guerra GIUSTA ripresi da Tommaso e riportati nella sua Somma Teologica.
La guerra è stata uno strumento da sempre utilizzato per risolvere controversie politiche. Quando pensiamo agli avvenimenti storici, parlare di guerre ci sembra un fatto totalmente normale, come se queste fossero delle scansioni temporali necessarie per dividere il susseguirsi di epoche storiche diverse. Sicuramente fino alla fine dell’Ottocento condurre le guerre era considerato molto comune, ma questa “normalizzazione” nell’opinione pubblica doveva essere spesso accompagnata dalla legittimazione dell’atto bellico, che poteva essere identificato come giusto, oppure ingiusto. In Occidente, in particolare, il concetto di guerra giusta è stato analizzato e sviscerato filosoficamente sin dall’antichità, con l’obiettivo di individuare quali guerre potessero considerarsi da combattere e quali invece potevano essere evitate, in quanto non giuste.
Quando, quindi, una guerra può definirsi giusta? Il concetto di bellum iustum lo ritroviamo una delle prime volte nei testi di Agostino, che cerca di rispondere alla tradizione tipicamente religiosa che il buon cristiano debba vivere in assenza di violenza e quindi che non possa far parte di eserciti. Agostino smentisce l’impossibilità di combattere da parte dei cristiani, sottolineando come sia in primo luogo necessario valutare tre aspetti fondamentali per verificare la legittimità della guerra.
In primo luogo la guerra deve essere autorizzata dal principe (considerato l’autorità al servizio di Dio) che ha il compito di difendere il suo popolo nel nome di Dio.
Il secondo principio, invece, riguarda la giusta causa, che si collega strettamente al terzo principio: la recta intentio.
Entrambi rimandano alla concezione secondo cui la possibilità di combattere deve essere legata alla rivendicazione delle ingiustizie e alla ripristinazione della pace, con l’obiettivo di risollevare le condizioni di un popolo.
‹‹Quelli che fanno le guerre giuste hanno di mira la pace›› afferma Tommaso in rimando alle tre condizioni agostiniane.
La bellum iustium rimane un concetto presente nel corso della storia, declinandosi in maniera diversa nel susseguirsi delle epoche.

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