La Professoressa Primalda Forcignano che ha insegnato alle Scuole Elementari di San Cesario di Lecce

Maria Antonietta Perrone Ciao Antonio, in questa foto c'e' la maestra Primalda Forcignano?

Maria Antonietta Perrone quando insegnava a San Cesario abitava di fronte allo studio della dott.ssa Quarta



 La prof.ssa Primalda Forcignanò di Lecce non è più tra noi. Alla soglia dei suoi 96 anni tenuti benissimo, si è spenta per un brutto male inatteso, il male di questi nostri decenni, implacabile.

La prof.ssa Primalda Forcignanò di Lecce non è più tra n
oi. Alla soglia dei suoi 96 anni tenuti benissimo, si è spenta per un brutto male inatteso, il male di questi nostri decenni, implacabile. Ci era molto cara, per un rapporto epistolare costante da circa 7 anni, per interessi letterari, comuni letture preferite, altre amicizie condivise. Giovanissima, laureanda in materie letterarie, frequentava ad Ubino le lezioni di Carlo Bò insieme con Vincenzo Buccino, suo coetaneo. Se ne era innamorata. Poi, dopo la laurea, si erano perduti, lei nel salento, lui prima nel Vulture e poi in Romagna, tra Forlì e Cervia. Lei con l’insegnamento di lingua e letteratura italiana negli istituti superiori, lui insegnando italiano e latino, poi preside, mentre scriveva importanti libri. Lui, Vincenzo, un matrimonio a Cervia dal quale ha avuto tre figlie; lei, Primalda, andata in sposa ad un imprenditore leccese, Paladini, dal quale ha avuto un figlio, Antonio, ottimo amico mio coetaneo, docente di lingua e letteratura inglese in pensione. Quando, rimasta vedova circa 10 anni fa, ha cercato di rintracciare il suo giovane amore, nel web ha trovato me, editore del Buccino. Si è così stabilito un rapporto di grande amicizia. Le stesse letture preferite, Dante, Goethe, Thomas Mann, Platone, Heidegger. E naturalmente lui, Buccino. Dopo ha conosciuto anche la mia scrittura. E non mi ha più lasciato. Pretendeva leggere prima di ogni altro i miei racconti, uno per uno, quelli editi e quelli non ancora editi. Ha letto e riletto tutto. Scriveva che mi conosceva come nessun altro. Informato dal figlio Antonio qualche minuto dopo la sua morte, avvenuta nel tardo pomeriggio, il giorno dopo, domenica scorsa, alle cinque di mattina con mia moglie ci siamo messi in macchina. Alle 9 eravamo a Lecce, sotto il portone di casa. Antonio è sceso giù piangendo la scomparsa della mamma. E piangeva come un bambino. Siamo saliti al terzo piano. Lei era lì, nella bara, una bellezza antica oltraggiata dal male ma in atteggiamento dignitoso. Nella sua camera di studio, sul tavolo la mia foto incorniciata, i libri di Buccino, la Divina Commedia, un saggio su Goethe, i miei libri, due cartoline e una lettera che non aveva fatto in tempo a spedirmi. Era ammalata da 8 mesi e mi ha tenuto nascosto ogni cosa, nessun cenno neanche nella sua ultima lettera di pochi giorni prima, neanche nell’ultima telefonata di qualche settimana prima. Anche al figlio ha imposto il silenzio. Ne sono rimasto offeso, ma la perdono e capisco. Ha voluto evitarmi la sua stessa sofferenza. Ciao Primalda. Grazie. Il buon Dio ti dia pace. E sarai presente nelle mie preghiere.

7 Febbraio 2017 Pasquale Tucciariello


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