Conservando, conservando

A volte dico in una delle mie conferenze che ho aggiunto 
tre diritti al catalogo dei diritti umani delle Nazioni Unite. 
Difendo il diritto di commettere errori, il diritto di cambiare idea 
e il diritto di lasciare la stanza in qualsiasi momento. Perché 
chi può commettere errori può correggersi. Colui che ha il diritto 
di cambiare idea può riflettere. E chi ha la possibilità di alzarsi 
e andarsene, se rimane, è di sua spontanea volontà.
Humberto Maturana Romesin 

Niente è come prima. Pensavo di trovare la soluzione nei libri, nelle esperienze dei grandi pensatori e scienziati. Questo sino all’anno scorso. Ne acquistavo in continuazione ed ogni volta che leggevo c’era un barlume di speranza una luce che si accendeva.

C’era in me la convinzione che quello che mi accadeva era perché tizio o caio avevano fatto questo oppure quello. Ma quello che mi piaceva di più era che cercavo all’esterno ciò che mi avrebbe fatto stare bene, ciò che mi avrebbe regalato il benessere.

Poi ho scoperto la riflessione. La possibilità che ho di riflettere sulle mie emozioni. Ho scoperto che non mi piaceva che le mie azioni, informate dalle mie emozioni, avessero conseguenze negative nella mia vita e in quella delle persone con cui sono a contatto, o che ad avere conseguenze negative, per via di ciò che desideravo e facevo, fosse l’ambiente nel quale vivo.

E i libri si sono fatti sempre più piccoli. Le parole, ancora oggi, sbiadiscono ogni giorno di più e appaiono per quelle che sono, ovvero strumenti per coordinarmi con chi le ascolta o le legge, per ottenere coordinamenti consensuali, nella legittimazione reciproca, nel rispetto reciproco.

Adesso penso che servono anche per coordinare me stesso, portando alla luce le mie emozioni che determinano i miei desideri. Per essere consapevole delle mie emozioni e di quello che potrebbero determinare, se informassero miei comportamenti conseguenziali, a me stesso, agli altri e all’ambiente in cui vivo.

#magicoalchimista

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