Sta sciamu alla Società

“Sta sciamu alla Società” con queste parole mio nonno Pietro diceva a mia nonna che stavamo per recarci nel luogo destinato alla socialità, allo scambio di opinioni, alla lettura dei giornali e al gioco delle carte, del biliardo oltre alla possibilità di guardare la Tv.
Il nonno non aveva la Tv e quindi alle 17 mi portava alla Società a vedere la Tv dei ragazzi. Ricordo che prima di andare si assicurava che io avessi capito bene come mi sarei dovuto comportare stando in quel luogo. Mi diceva che non avrei dovuto gridare per nessun motivo e che avrei dovuto sempre rivolgermi con rispetto alle persone anziane che erano li presenti.
Le sedie erano disposte fuori dalla porta di ingresso di Via Dante e c’erano tantissimi soci seduti uno accanto all’altro che stavano li a guardare chi passava davanti a loro. Dentro si giocava a carte e c’era il biliardo.
Fumavano tutti il sigaro o la pipa e c’erano sputacchiere piene di sabbia ad ogni angolo per la intensa salivazione procurata dai tabacchi levantini che si utilizzavano allora. Erano pochissimi i soci che dfumavano le sigarette che erano la trovata dei giovani.
Della Società scrive l’allora socio Pasquale Scalinci detto Ninì o più semplicemente “lu professore Scalinci” e ne descrive le presenze dei fondatori e prosecutori dal 1892, data della fondazione del primo dei tre sodalizi “sancisariani”, sino al 28 luglio 1968 che è il giorno dell’uscita del giornale lu CASALE.
Ninì Scalinci diventerà poi Presidente del prestigioso sodalizio e sarà lui a organizzare le iniziative per il centenario.
Ma è bellissimo leggere le sue precisazioni che servirono a chiarire che cosa fosse stata e fosse la Società operaia di Mutuo Soccorso a 76 anni dalla sua fondazione.
Oggi a 124 anni dalla fondazione come socio della Società di Mutuo Soccorso fra Lavoratori sono contento di riproporre questo scritto del mio caro amico Ninì. Sono entrato in possesso di questo scritto grazie al figlio Giuseppe.
Personalmente ho collaborato con Ninì negli anni 80 in qualità di socio, mi iscrisse mio padre ma si iscrissero in quegli anni tutti i componenti del Gruppo Amici per l’Arte “Carlo Barbieri” che operò per alcuni anni nella sede della Società grazie alla lungimiranza e alla capacità di aggregazione del buon Ninì che ci volle accanto anche nel periodo del centenario.
Ninì Scalinci era un uomo buono, sempre disponibile, preparato e presente nella nostra San Cesario, è stato anche amministratore comunale e saggio amico. Sarebbe opportuno che il sodalizio ricordasse la sua opera che è stata incentrata nell’attuazione di quanto scrisse, da socio, nel 1968.
E’ importante parlare di chi ha fatto “del suo meglio” per il paese più bello del Mondo perché è un modo di divulgare i buoni esempi di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Antonio Bruno  

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