La borsa d’acqua calda

Borsa d'acqua calda Pirelli anni 60

Ieri in casa di un amico l’ho visto con qualcosa tra le mani che mi ha fatto fare un tuffo nei ricordi, lui aveva tra le mani una borsa d’acqua calda. Un accumulatore di calore che, nelle fredde sere d’inverno, era presente tra le mani e sulle gambe di mia madre e delle mie sorelle.
Poi oggi con la mia tisana in mano ho sentito lo stesso calore rovente delle borse d’acqua calda appena riempite. Come dici? Si dice “bollente” non rovente. Io invece ti dico che l’acqua a casa mia era “rovente” come quella della mia tisana di oggi che per poco non mi scottavo la gola per non scottare la bocca.
E’ come se le vedessi, la chioccia e i pulcini che sono intente a fare i lavori con la rafia, il ricamo oppure semplicemente a parlare, parlare, parlare.
Loro creavano un Mondo durante questi convegni intorno alla stufa con le borse d’acqua calda sulle gambe e fra le mani. La mamma era capace di farti sentire il Re di Francia con un discorso, con la sua voce soffice e suadente e con i suoi sorrisi, con le sue parole delicate. Era il delirio della bellezza perché scompariva tutto ciò che c’era intorno e appariva il Mondo descritto dalla sue parole, dai suoi racconti.
Ehi tu! Ti ho vista sai? Sei corsa a farti la tua calda, accogliente e soffice borsa d'acqua calda.

Antonio Bruno

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli esami di Stato del 1976

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

Il pensiero filosofico di Humberto Maturana: l'autopoiesi come fondamento della scienza