Il Salento e La velocità, storia di Moto Lecce


Dal 1929 al 1932, su iniziativa di un meccanico di San Cesario, nacque un modello
Corriere del Mezzogiorno (Puglia) 21 Mar 2016 Antonio Della Rocca © RIPRODUZIONE RISERVATA



Per soli tre anni, dal 1929 al 1932, il Salento ha avuto una sua fabbrica di motociclette, la «Moto Lecce». Un opificio fondato da Otello Albanese, un meccanico 27enne di San Cesario di Lecce, minuscolo centro alle porte del capoluogo salentino. Fu sua l'idea di creare un motore monocilindrico a tre valvole che venne messo a punto modificando un altro propulsore. Nacque così la «Moto Lecce OAS 175». Albanese non aveva frequentato scuole tecniche, ma ha operato basandosi unicamente sulle proprie abilità manuali di meccanico e sulla sua inventiva. In questo modo riuscendo a risolvere in modo brillante tutti i problemi costruttivi della sua moto. In particolare, modificò un motore a quattro tempi fornito dalla svizzera Moser. Nell'officina di San Cesario venne modificato l'intero sistema di distribuzione. Pasquale Mesto, curatore dell'Archivio storico motociclistico salentino, spiega: «In quegli anni, in Italia, molti meccanici si industriarono nella costruzione delle cosiddette moto leggere e Otello Albanese fu uno di questi. Sulla sua attività non si hanno molte notizie. All'inizio del '900 nacquero le prime biciclette a motore che potevano essere guidate senza patente e a qualsiasi età, ma questo mezzo fu abolito nel 1927. A questo punto vi fu l'avvento delle moto leggere prive di omologazione e anche queste utilizzabili senza patente». Albanese costruì una singolare testata piatta con una valvola di aspirazione laterale e due valvole di scarico in testa. L'albero motore nel basamento era affiancato da un volano esterno e la candela di accensione era in posizione orizzontale. Il telaio era composto da tubi d'acciaio e forcella a parallelogramma con molla centrale e retrotreno rigido. Non si sa perché la produzione si concluse nel 1932, né quante moto vennero messe su strada da Albanese. È verosimile che l'attività costruttiva si sia interrotta dopo la chiusura della Moser, la fabbrica da cui Albanese acquisiva i propulsori. Purtroppo non esistono oggi esemplari integri della «Moto Lecce», ma solo alcuni pezzi custoditi gelosamente dai collezionisti.

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