Chi è al governo risponde alle italiane ed agli italiani con i provvedimenti che onorano l’Articolo 1 della Costituzione

 

Chi è al governo risponde alle italiane ed agli italiani con i provvedimenti che onorano l’Articolo 1 della Costituzione

MARIO SECHI giornalista e direttore del quotidiano Libero, ha scritto l’editoriale di oggi 12 settembre 2023 in cui descrive la situazione in cui è il governo di destra che è diretto dalla Signora Giorgia Meloni.

Che cosa dice?

In estrema sintesi afferma che il governo definito fascista e che, secondo gli intellettuali italiani, doveva portare alla fame l’Italia, ha fatto bene, anzi ha fatto meglio del governo della Germania.

Poi prudentemente avverte che ci sono dei problemi per IL NORD CHE E’LA LOCOMOTIVA DELL’ITALIA problemi che, impediscono al Nord di dare progresso e ricchezza, e tutto questo per colpa dell’EUROPA CHE ALZA I TASSI D’INTERESSE.

Infine annuncia che il Capo dell’Italia di oggi ha scritto un libro dove dice la sua su come OTTENERE CHE IL PAESE SIA NELLA RICCHEZZA.

Ho sempre saputo che i governi e i governanti parlano alle persone con le leggi ed i provvedimenti che varano e non con le interviste. E m’era parso che la Signora Giorgia Meloni preferisse i provvedimenti del suo governo alle conferenze stampa.

Quindi così come mi aspettavo dai governi precedenti, leggi e provvedimenti che onorassero l’Articolo 1 della Costituzione che fonda la Repubblica sul lavoro, mi aspetto che questo governo dia lavoro alle italiane ed agli italiani, soprattutto perché a detta di Mario Sechi, la locomotiva Nord ha deragliato e non può dare lavoro per colpa della Unione Europea.

Quando una ragazza di San Cesario di Lecce a marzo scorso, mi chiamò per propormi la candidatura alle elezioni Comunali del mio paesello bello San Cesario di Lecce, pur ringraziandola per l’invito, mi trovai costretto a declinarlo. La domanda a cui risposi e che mi fece prendere quella decisone fu:

Antonio, se ti candidi, potrai dare lavoro ai cittadini disoccupati che ti chiederanno di trovarglielo?

La mia risposta negativa mi portò a rinunciare alla candidatura.

Si, perché qui, io sono immerso, come disse il nostro conterraneo Carmelo Bene, nel sud del sud dei Santi che è un luogo dove l'ignoranza ha conosciuto una decadenza irrimediabile ormai, guadagnando un minimo di alfabetizzazione che gli permette di eleggere l'ignoranza al governo.

Io potrei pure candidarmi ed addirittura essere eletto dai miei concittadini in possesso di un minimo di alfabetizzazione, che per questo motivo da me pretenderebbero ciò che più desiderano e non possono avere se non emigrando all’estero o prendendo posto NELLA LOCOMOTIVA DEL NORD tanto cara a Mario Sechi. Ecco perché ringraziai ma declinai l’invito della giovane ragazza.

Ma il governo della Nazione, i governanti che hanno accettato quei voti dal Sud del Sud, che sono stati eletti nei due rami del Parlamento e quelli di loro che governano l’Italia, la risposta alle italiane la possono dare, anzi LA DEVONO DARE dando lavoro ai cittadini del Sud nel posto in cui nacquero e in cui decisero di vivere. La risposta non è un libro. La risposta è lavoro, lavoro, lavoro, lavoro in Italia e non solo nella Locomotiva Nord.

Buona riflessione

Il manuale Lagarde è un euro-disastro
MARIO SECHI
Un anno fa, l’intellighenzia informava il mondo che
la vittoria del centrodestra era la sventura
dell’Italia, che Giorgia Meloni era una piaga
biblica che planava sui conti dello Stato, che i
mercati ci avrebbero spedito all’inferno, che
l’Europa era pronta a isolare la nazione guidata
da un manipolo di “fascisti”, l’ondata nera.
Un anno dopo, la terza rata del Pnrr è pronta
all’incasso (18,5 miliardi di euro), lo spread è a
quota 175 punti base (un anno fa era a 228), il
Paese che è in recessione non è l’Italia, ma la
Germania.
Sia chiaro, lo scenario impone la massima
prudenza. Un anno dopo, sappiamo che il
cammino del governo è pieno di insidie, che la
produzione è in brusca frenata, che la legge di
Bilancio sarà un duro lavoro di taglia e cuci,
che stanno emergendo tutti i problemi globali
(e locali, vedere alla voce Giuseppe Conte, il
leader della spesa) finiti sotto il tappeto negli
ultimi tre anni.
La pandemia ha dato il via alla corsa ai sussidi
e ai bonus, la riapertura delle attività ha fatto
decollare i consumi, è partito il gran premio
dell’inflazione, l’economia si è surriscaldata,
siamo in piena de-globalizzazione, il dollaro è
più forte dell’euro.
Christine Lagarde disse che l’inflazione era
“transitoria”, chi andava al supermercato aveva
qualche dubbio, perché il problema non
era solo alla pompa di benzina, pesava sul carrello
della spesa. Dopo esser partita in ritardo
rispetto alla Federal Reserve, la Bce ha alzato i
tassi a ripetizione per fermare l’inflazione. Pilota
automatico, il manuale degli economisti.
Non sempre funziona. Risultato: il denaro costa
troppo, prestiti e mutui sono crollati, il mattone
si è fermato, la produzione sta andando
giù.
Basta chiedere lumi agli imprenditori della
Fabbrica d’Italia per capire l’aria che tira: il
Grande Nord ha bisogno di fiducia e non del
funereo ritorno dei bollettini Covid. Il centrodestra
nel giro di 12 mesi si è trovato di fronte a
due inverni: nel 2022, lo shock energetico causato
dalla guerra in Ucraina; nel 2023, il gelo
della produzione. Sono ostacoli che solo un
esecutivo stabile può superare. Un anno dopo,
Meloni racconta in un libro con Alessandro
Sallusti la “versione di Giorgia” a Palazzo Chigi.
Non è Lagarde e non sarà transitoria, possiamo farcela.

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