Sono solo guerre per bande

 


Sono solo guerre per bande

MARCO DAMILANO, allievo dello storico Pietro Scoppola (democristiano) che apparteneva alla schiera clericale progressista, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano Domani di oggi domenica 17 settembre 2023 nel quale descrive le lotte interne per la conquista del potere che vedono aggredita la Signora Meloni nell’ambito della alleanza di destra e le lotte che vedono aggredita la Signora Elly Schlein nel Partito Democratico. Per la cronaca è la continuazione dell’articolo che ha scritto domenica scorsa 10 settembre 2023 in cui descrive aggressioni come oggi.

Che scrive Damilano?

Scrive e descrive il rapido declino Signora Meloni nell’ambito della alleanza di destra che potrebbe portare a una crisi ed a elezioni, e la contemporanea cottura a fuoco rapido della Signora Elly Schlein nel Partito Democratico che da più parti viene trattata a pesci in faccia al fine di metterla nelle condizioni di lasciare libera la poltrona più alta del partito.

Non scrivo altro perché la guerra per bande delle elezioni è stata sempre questa serie di stermini all’interno dello stesso partito per prepararsi alla guerra con i rivali.

Solo un’annotazione.

Ma noi giornalisti, non dovremmo descrivere le cose per quelle che sono in maniera chiara? Voglio dire che se assistiamo a una lotta per la conquista del potere all’interno dei partiti, non dovremmo descriverla al lettore per quella che è ovvero una guerra per bande?

Io sono certo che se ciò accadesse, cadrebbe quella foglia di fico che copre le vergogne dei contendenti che, sotto i riflettori dell’informazione, scoperti con le mani nella marmellata, potrebbero desistere dal mettere in atto questi comportamenti violenti per cominciare a riflettere su un modo diverso di rappresentare i cittadini.

Buona riflessione

Il derby Pontida-Lampedusa
Lo showdown delle due destre
MARCO DAMILANO
ROMA
L'accelerazione. È come se la politica
italiana sia entrata nella
macchina che accelera le particelle.
Una corsa sfrenata verso il voto:
europeo, ma non solo, forse
politico. Martedì 12 settembre,
all'assemblea nazionale di Fratelli
d'Italia, Giorgia Meloni parla degli
sbarchi mai interrotti dalla
Tunisia verso l'Italia: «Non mi
spaventa pagare uno scotto nel
breve periodo, non mi interessano
soluzioni effimere o risposte
propagandiste che funzionano
sul piano della comunicazione,
ma durano due mesi per poi tornare
al punto di partenza». Venerdì
15 settembre Giorgia Meloni
torna al punto di partenza. Annuncia
che «diverse decine di milioni
» di migranti stanno per arrivare
in Europa, l'Italia non può
aspettare. E i sondaggi neppure.
In mezzo, infatti, ci sono non solo
i diecimila migranti arrivati a
Lampedusa, ma anche il calo di
un punto e mezzo per Fratelli d'Italia
e la Lega in crescita di due
punti. Con Matteo Salvini e Marine
Le Pen insieme sul palco di
Pontida, in questo ultimo fine
settimana di estate. Abbastanza
per convincere Meloni che gli
sbarchi cancellati dall'agenda
del governo per tutta l'estate ora
sono di nuovo una emergenza
epocale. È come una serie tv. La
puntata di oggi (Meloni e von der
Leyen a Lampedusa) sarebbe seguita
dall'episodio successivo
(Meloni e von der Leyen in Tunisia),
ma il cattivo sceneggiatore
delle politiche migratorie ha confuso
i finali e ora non sa come andare
avanti. Nella realtà, il 16 luglio,
l'Europa ha già stretto il patto
con la Tunisia, mentre famiglie
intere venivano sospinte verso
il deserto al confine con la Libia
dalle milizie del presidente
Kais Saied. Tornare a Lampedusa
è una «soluzione effimera» e una
«risposta propagandistica», appunto.
L'altra strana coppia promette
guerra contro quell'Europa
cui Meloni è costretta a rimanere
aggrappata.
Il derby Pontida-Lampedusa tra
le due destre è la prima accelerazione
che fa ballare il governo e
porta con sé l'ipotesi di uno showdown
elettorale. Non solo il voto
europeo nel 2024, ma anche l'anticipo
di elezioni politiche, da oggi
molto più vicine rispetto alla
scadenza naturale della legislatura,
nel 2027. Un'accelerazione
che chiama con sé la seconda, sul
fronte opposto. In questi giorni
si è sviluppato un clima di caccia
a Elly Schlein. Il partito del Senso
Comune che comprende giornalisti,
commentatori, critici televisivi
e perfino linguisti, tutti democratici,
tutti ovviamente di sinistra,
è insorto a reti e testate
unificate contro una leader percepita
come fragile, vulnerabile.
Non piace come si veste, come
parla, dove decide di andare o
non andare in tv. Elly Schlein meriterebbe
critiche ben più severe
e fondate: una certa evanescenza
della sua segreteria, la frattura
non risanata con il corpaccione
del Pd, con i notabili assenti alla
conclusione della festa dell'Unità
di Ravenna (della minoranza,
ma anche della maggioranza), la
difficoltà di aprire il Pd alla società
civile. Ma questo assedio mira
ad azzerare la credibilità di
Schlein, la possibilità che un pezzo
di Italia abbia fiducia in lei,
proprio mentre un altro pezzo comincia
a non averne più in Meloni.
Un umore fin qui trattenuto
dai maggiorenti del Pd - facciamola
partire la segretaria, condizioniamola,
poi la rovesciamo - è
già diventato un progetto politico.
La possibilità che Meloni entri
in crisi o tenti uno strappo
elettorale accelera la strategia di
delegittimazione di Schlein, perché
in caso di elezioni anticipate
le liste sarebbero composte
dall'attuale segretaria. Ma l'effetto
paradossale, però, è accrescere
ancora di più la tentazione di
Giorgia Meloni di rovesciare il tavolo.
E nel breve periodo è un bel
regalo per Giuseppe Conte, che infatti
sale nei sondaggi. Tutto si accelera
nella politica italiana,
tranne la costruzione di un'alternativa
alle destre che si fanno fotografare
oggi con von der Leyen
e Le Pen. Lo storico del domani dirà
che nel settembre 2023 Meloni
annunciò la costruzione di sinistre
strutture per i migranti in arrivo,
edificate in aree lontane dai
centri lontani, «facilmente perimetrabili
e controllabili». Mentre
a sinistra si discuteva dell'armocromista
di Schlein. Ma con
tanto anti-conformismo.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone e il seguente testo "TOG Jnici TOG 97608390155 nici Domani www.editorialedomani.it SHOWDOWN Tra Pontida Lampedusa elezioni ora sono più vicine 97608390155 REPORTAGEDASAX Tunisia Lampedusa solo andata Così funziona la rete dei traffi canti trafficanti lavorano PREMIO NOBEL SCHERBAKOVA INODI GOVERNO putinismo andato perfino Flop di Urso: ora è nel mirino di Meloni oltre Stalin> Û egaffe.su benzina, sulla rescono VML pubblico fuga dalla Rai Telemeloni aiuta concorrenza LISAD GIUSEPPE ANALISI dilemma dei vescovi ucraini La popolarità in calo Kiev GIOVANNI Dove desideri sconvolgono realtà invisibile Nettel GIORNALONE.E"

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