Questa o quella per me pari sono
Questa o quella per me pari sono
A quant'altre d'intorno mi vedo;
Del mio core l'impero non cedo
Meglio ad una che ad altra beltà.
Rigoletto Libretto
Mario Giro, membro della Comunità di Sant’Egidio, ha scritto un articolo pubblicato dal giornale DOMANI oggi 23 settembre 2023 descrive tutte le persone al potere che non sono di destra e che non sono di sinistra, che poi sarebbe il cosiddetto CENTRO che però lui definisce la Comunità dei RIFORMISTI.
Le osservazioni di Mario Giro gli fanno sostenere che questi manipoli di RIFORMISTI che combattono per la conquista del potere, non hanno ancora trovato un progetto comune e che in definitiva la destra e la sinistra in Italia sono destinate a diventare maggioritarie al punto che Giro consiglia ai riformisti del Pd di starsene buoni e calmi e di non disturbare il manovratore capo partito che è sua opinione riuscirà a riportare gli elettori di sinistra al voto.
In poche parole l’obiettivo di Mario Giro è chiarissimo e, rivolgendosi al tutti quelli del Pd, indica nella sottomissione al CAPO, ovvero alla Signora Elly Schlein, la strada per VINCERE LA GUERRA DELLE ELEZIONI per poter sedere sulla poltrona oggi occupata dalla Signora Giorgia Meloni.
Personalmente oggi non riesco a fare delle distinzioni e a cogliere differenti comportamenti al punto da desiderare che sia seduta sulla poltrona la Signora Elly Schlein o la Signora Giorgia Meloni o il Signor Matteo Renzi o ancora il Signor Mario Draghi.
Più volte ho avuto modo di riferire le mie osservazioni sugli identici comportamenti di tutti i CAPI DI GOVERNO ITALIANI dal 1963 ad oggi, con la conseguente mia scelta ogni elezione basata su una maggiore o minore efficienza ed efficacia della loro azione di DOMINIO che aveva la conseguenza di un maggiore o minore benessere nella mia vita di tutti i giorni.
Una osservazione che ho fatto è che i comportamenti dei CAPI SONO GLI STESSI sia che essi siano di genere maschile o che all’opposto siano di genere femminile. Voglio dire che nell’esercizio del dominio finalizzato a ESCLUDERE I NEMICI ed a sottomettere tutto il resto della compagnia bella, i comportamenti non si discostano e non variano tra capi di genere femminile e capi di genere maschile.
In definitiva la guerra continua per la conquista del potere NON È UMANA e non da benessere a chi la vince, non ne da a chi la perde e non ne da a chi si sottomette.
Questo comportamento è la conseguenza di ciò che abbiamo ereditato dai nostri antenati, ed è una visione lineare, orientata alla produzione e al controllo del mondo naturale, visto come una fonte di ricchezza che deve essere padroneggiata per essere utilizzata a proprio vantaggio. È proprio questo orientamento al controllo che distrugge la nostra prospettiva amorosa (che poi è IL NOSTRO ESSERE UMANI), perché la trasforma in utilitaristica anche nei rapporti di coppia: come impegno ad orientarsi verso una vita lineare: procreazione, generazione di ricchezza e non per vivere in armonia con il mondo che ci contiene.
La differenza fondamentale tra la visione del mondo che io indico e CHE CI FAREBBE VIVERE NEL BENESSERE, e quella che abbiamo ereditato DAI NOSTRI ANTENATI, è che IL MODO DI VIVERE CHE CI PORTEREBBE BENESSERE si ottiene attraverso uno sguardo accogliente e amorevole che rispetta la ambiente naturale nella sua dinamica ciclica, perché orientato a vedere come convivere con esso perchè uno sguardo sistemico e multidimensionale.
Buona riflessione
LA STRATEGIA DELLA SEGRETARIA: RICONQUISTARE I DELUSI
Le oscillazioni del Pd riformisti si dividono Schlein insegue gli astenuti
Il Pd ha perso milioni di elettori e non è certo responsabilità dell'attuale leader. I critici Interni dovrebbero rispettare il suo tentativo serve anche a loro
MARIO GIRO politologo
Qualcuno lascia il Pd e aderisce ad Azione. Qualche altro va verso Italia Viva e anche Forza Italia Altri rientrano o si scambiano di partito. Si tratta di fenomeni personali o locali ma è abbastanza per animare dibattiti. In realtà ciò che appare è che nella polarizzazione del nostro sistema politico i riformisti sono in crisi perché non hanno identità unitaria.
Si parla tanto di praterie al centro ma al massimo si tratta di aride steppe.
Cosa vuol dire stare al centro oggi?
Da una parte c'è chi vede in questo un posizionamento tattico, costruire una forza centrale (più che centrista) per bilanciare i due poli o le due coalizioni. A parte le facili ironie, è un metodo che può servire per tenere in equilibrio il sistema se una delle due parti si spinge troppo oltre nell'estremismo questo tipo di centro la frenerebbe minacciando di andare dall'altra parte. Una funzione da pendolo che può aiutare In uno scenario troppo sfrenato come quello dei partiti di oggi. Lo si intuisce ad esempio dalle esternazioni para-fasciste, e da tutte quelle posizioni che mettono a rischio il dialogo democratico, da qualunque parte provengano.
Altri riformisti non sono d'accordo con la funzione da pendolo e immaginano una forza compatta, laica e repubblicana con qualche apporto spurio di altre culture politiche. Si tratta di qualcosa che ha una tradizione: mettere mano alla governance Italiana per riformarla secondo regole liberali serie, non cambiare continuamente posizionamento tattico ma pensare al lungo periodo eccetera. Tale tipo di atteggiamento è anti-populista per definizione ed è utile come deterrente per le tentazioni populiste a destra e a sinistra.
Infine c'è chi immagina una forza politica valoriale, prevalentemente basata sui principi costituzionali e sul sociale, non solo e non tanto come diritti ma come tenuta della società stessa. Costoro credono che prima di tutto vada evitato il disfacimento sociale, la frammentazione dei tanti IO che credono ognuno di avere ragione e che impediscono la nascita di un nuovo NOI, di una nuova comunità italiana. Si tratta di una parte più identitaria e legata al canone delle culture politiche della prima repubblica aprirsi allo spirito coalizionale che implica mediazioni e compromessi.
Tra queste tre proposte attualmente c'è solo concorrenza. Ne consegue che i due poli si rafforzano e ciò accadrà anche al Pd: perde qualche dirigente periferico ma guadagna elettori in cerca di identità. Lily Schlein ha rapito che non deve guardare all'interno—cioè ai malumori dei dirigenti — ma verso l'esterno: c'è una forte astensione a sinistra che deve essere recuperata. Questo dicono tutti gli studi sui flussi di voto: nel corso tempo il Pd ha perso milioni di elettori e non è certo responsabilità dell'attuale leader. La scommessa della segretaria è riportare alle urne tanti delusi della sinistra anche se questo significa un po' di disordine nelle proposte. I critici interni dovrebbero rispettare tale tentativo: alla fine serve anche a loro.
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