Il potere senza se e senza ma

 

Il potere senza se e senza ma

Sergio Pizzolante ha scritto un articolo pubblicato dal Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Lecce nel quale osserva i comportamenti dei partiti che sono l’uno contro l’altro, senza distinzioni tra chi è al governo e chi all’opposizione, e fa le distinzioni delle lotte per la conquista del potere all’interno dello stesso partito, suggerendo ai contendenti di evitare di stare solo tra di loro, perché secondo lui alla fine rimarranno solo loro. Sergio Pizzolante indica ai manipoli decisi di destra e sinistra che siccome le loro guerre sono finalizzate appunto, alla conquista del potere, per vincerle dovrebbero intruppare clericali ed imprenditori che in pratica costituiscono IL CENTRO.

Dalle mie osservazioni ho tratto il convincimento che il percorso che converge al centro ha un impedimento rappresentato da un accadimento che condiziona i comportamenti dei manipoli di sgomitatori sociali di oggi che è sintetizzabile nel “come fu, e come non fu, che il partito dei Fratelli d’Italia conquistò il potere partendo dall’opposizione del Governo di salvezza nazionale dal COVID senza fare nemmeno un comizio e senza che i candidati siano stati presenti nei collegi elettorali nei quali non hanno mai affisso un manifesto o distribuito un volantino”.

Il Partito dei Fratelli d’Italia è stato premiato perché NON HA VOLUTO COLLABORARE PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA IMMERSA E VITTIMA della crisi del neoliberismo e del libero mercato incapace di dare risposte quando la criticità del COVID si è manifestata mettendo in ginocchio l’occidente ricco e potente e con esso l’Italia della pizza e mandolino.

I clericali prima, e il potere economico poi, sono il CENTRO E SOPRATTUTTO SIA I CLERICALI CHE GLI IMPRENDITORI IL POTERE NON LO HANNO MAI PERSO. I primi al potere da millenni con la Religione e gli altri al potere per poter lavorare, sono interessati a una cosa soltanto: gestire il potere sempre e comunque e con chiunque. Quindi, così come afferma Sergio Pizzolante, clericali ed imprenditori DOVREBBERO essere corteggiatissimi dagli sgomitatori sociali che IL POTERE NON CE L’HANNO – O SE CE L’HANNO POSSONO PERDERLO DA UN MOMENTO ALL’ALTRO.

Sergio Pizzolante sembra ignorare che i manipoli decisi di donne e uomini di Destra e sinistra, DA SEMPRE FANNO LA GUERRA PER VINCERE TUTTO QUANTO IL POTERE IN ESCLUSIVA E CONSEGUENTEMENTE PER NON DIVIDERLO CON NESSUNO.

In conclusione se gli sgomitatori sociali di destra e sinistra A MALINCUORE erano costretti a reclutare clericali e imprenditori per vincere la guerra delle elezioni, dopo la conquista del potere della Signora Meloni che ce l’ha saldamente tra le mani senza dividerlo né con i clericali e tanto meno con gli imprenditori, tutti sognano di realizzare IL DOMINIO su tutto e su tutti SENZA DIVIDERE IL POTERE CON NESSUNO.

Buona riflessione

Riflessioni
UN CENTRO DA COSTRUIRE SENZA ALTRI SCOSSONI
SergioPIZZOLANTE
Il Centro alcuni lo
cercano e non lo
trovano, altri cercano
gli opposti.È il paradosso
della politica italiana. Nel
Paese che fu della Dc. Per la
politica italiana odierna è
più facile vedere corse verso
gli opposti. Elly Schein vuole
più sinistra. Conte corre più
a sinistra della stessa
Schlein. Insomma, la
sinistra sinistra ideologica e
populista perde ovunque in
Europa,main Italia piace.
Vince dove è alleata con il
Centro o dove guarda al
Centro, comein Germania o
adesso in Inghilterra,main
Italia no, da noi piace la
sinistra che perde.
Più omenosuccede la
stessa cosa a Destra. Salvini
cerca di prendere un po’ di
voti alla Meloni virando più
a destra. Lo fa senza avere
paura di tutte le
contraddizioni del caso.
Infatti è contro il centro
francese, Macron, che vuole
pochi migranti,maè
schierato con la Le Pen, che
non ne vuole nessuno.E la
Meloni risponde
riabbracciando Orban. Va
con la Vonder Leyen, che è
la rappresentante del
Centro politico in
Commissione europea, a
Lampedusa,maguarda alla
destra che sta più a destra in
Europa.È la schizofrenia
della politica italiana. In
corsa verso gli estremi.Ma
questo è lo scenario di chi il
Centro non lo cerca.
C’è poi lo scenario di chi il
Centro lo cerca e non lo
trova. C’è chi sostiene che il
Centro non esista più. Altri
sostengono il contrario, ci
sarebbero praterie prive di
protagonisti capaci di
attraversarle.
Continua a pag.4
Dove sta il vero? Cosa è vero e cosa
no? Penso si sia smarrito il concetto
proprio del Centro, nella storia
e nella realtà, passata e presente.
Cos’è?Cosaè stato?
Il Centro, quello che ha avuto
successo, in Italia, è stato una risposta
a due momenti storici
traumatici, due infarti della storia.
Il primo infarto: 20 anni di fascismo
e la guerra. C’era unpopolo
impoverito, stanco, spaventato,
aveva bisogno di essere rassicurato,
assistito, stimolato a ricostruire,
conregole flessibili,senza
regole, con moderazione. Vedeva
all’orizzonte un’altra deriva estrema,
il comunismo, scelse la Dc, il
partito mamma, che era anche la
Chiesa Cattolica, le parrocchie, le
associazioni caritatevoli, lo Stato
statalista, le aziende di stato, le
imprese dentroun sistema protetto,
di un collateralismo diffuso.
Era la Dc, con i suoi alleati, il liberali,
i repubblicani, i socialdemocratici,
poi i socialisti, perché bisognava
guardare a una sinistra occidentale
per difendersi dalla sinistra
orientale che stava con Mosca.
Era un Centro multiculturale,
con molti leaders, radicato.
Guardava a sinistra perché alle
spalleavevamoavutoil fascismo.
Poi abbiamo avuto un altro tipo
di Centro, ma sempre per reazione
ad un altro infarto, Forza
Italia dopo Tangentopoli.Dopo la
fine dei partiti storici. Forza Italia
eredita e riempie lo spazio politico
lasciato vuoto dal Pentapartito
distrutto da Mani Pulite. Ma è un
Centro anomalo, che si fonda su
unapersonalità fortissima e il collateralismo
è con le sue televisioni
e i suoi giornali, soprattutto. È
un Centro che sta nel Ppe, con
presenze laiche, riformiste, rimaste
orfane dopo la distruzione del
Pentapartito.È unpartitomonarchico,
maancheanarchico,senza
strutture pesanti, senza radicamento
nell’associazionismo o nel
sindacato, organismi anch’essi in
gravecrisi.
È un Centro che questa volta
guarda a destra, perché deve contrastare
la “macchina da guerra”
di Occhetto che era una grande
anomalia in Occidente, i comunisti
che avevano perso nella storia
e che invece in Italia divennero
vincenti, inarrestabili, grazie alla
via scelta per andare al potere, la
via giudiziaria, Tangentopoli. È
unCentro diverso, è partito personale,
è partito azienda, nasce dalla
rete vendite di un’azienda, con
unprogramma scritto da intellettuali
di grande spessore, da UrbaniaCollettia
Martino,personaggi
di struttura liberale, propongono
la Rivoluzione Liberale:menotasse,
meno burocrazia, più impresa.
Sono refrattari, al contrario
della Dc, ad ogni tipo di organizzazione
e collateralismo, non vogliono
un partito organizzato,
tantomeno lo voleva Berlusconi.
È una fusione fredda fra élite intellettuale
evoto popolare.Cheha
nel leader la sintesi e la spinta propulsiva.
Gli obiettivi non sono stati
raggiunti. Per due ragioni profonde:
lo stacco fra forza elettorale
ed intellettuale, anche, e capacità
di Governo; la violentissima aggressionegiudiziaria.
Perché oggi non c’è un Centro
forte? Per molte ragioni. Perché
l’incendio del giustizialismo giudiziario
e culturale, che poi è diventato
populismo, non è spento.
Tutt’altro. Il Centro è ragionevolezza,
programma, ragione, moderazione.
Giustizialismo e populismo
sono l’esatto contrario. Favoriscono
gli estremi. Perché il
cuore del Paese è in affanno, ma
senza infarto ci affidiamo a cure
palliative. Perché Chiesa, Confindustria,
associazionismo economico
e sociale sono più in crisi
della politica. Lì non c’è luce, visione,
consapevolezza. Non c’è
spinta sociale, politica, verso la
costruzione di un progetto politicocheguardaal
Centro.
Perché non c’è più un grande
leader con grandi mezzi, economici,
mediatici. Perché ci sono
leaderschehannoereditato, dalle
esperienze precedenti al Centro,
gli aspetti peggiori: personalismo,
narcisismo.Costruiscono su
se stessi. Partiti personali. Che, in
queste condizioni, senza la rete e
il retroterra della Dc, senza le risorse
di Berlusconi, sono destinati
a rimanere piccoli partiti personali.
Eppure c’è un Centro da costruire.
Senza aspettare il terzo infarto.
Una voce ragionevole e forte
sui migranti, sulla sanità in declino,
sull’Europa politica, sul lavoro,
pro Job Act, sulle imprese
che devono essere liberate dalla
morsa della burocrazia e dello
stato giudiziario, sul garantismo
senza se e senza ma, sulla lotta ai
vari autoritarismi che avanzano
nel mondo e nelle nostre coscienze.
È una costruzione possibile.
Costruttori si facciano avanti.
Sergio Pizzolante

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