Competizione o Collaborazione? Una Riflessione nella Prospettiva di Humberto Maturana

 Competizione o Collaborazione? Una Riflessione nella Prospettiva di Humberto Maturana


Il dilemma tra competizione e collaborazione, messo in luce da Piero Ignazi nel suo recente articolo sul quotidiano Domani, richiama alla mente le riflessioni del biologo e filosofo cileno Humberto Maturana. Ignazi analizza la difficoltà dei partiti di sinistra in Italia, come il Partito Democratico di Elly Schlein e il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, di unirsi in una vera coalizione alternativa alla destra. La questione centrale è se l'intesa raggiunta sul salario minimo sia sufficiente per promuovere una collaborazione più ampia tra le forze di opposizione.

Maturana, famoso per il suo lavoro sulla biologia della cognizione e la teoria dell'autopoiesi, offre un quadro concettuale che può arricchire questa discussione. Nel suo libro "Autopoiesis and Cognition: The Realization of the Living", Maturana sottolinea come i sistemi viventi siano caratterizzati da un'autonomia operativa, mantenuta attraverso una continua autogenerazione e autoregolazione. La sopravvivenza e la prosperità di un sistema non derivano dalla competizione ma dalla capacità di mantenere la propria coerenza interna attraverso relazioni di collaborazione e mutuo adattamento.

Come Maturana stesso afferma: “La competizione non è una caratteristica intrinseca della natura, ma piuttosto un'opzione culturale che deriva da una particolare visione del mondo” (Maturana, 1990). Questa affermazione ci invita a riflettere sul fatto che la competizione non è un imperativo biologico, bensì un costrutto sociale che può essere superato.

Nel contesto politico italiano, questo significa che il dilemma tra competizione e collaborazione non è un dato di fatto immutabile, ma una scelta culturale. Ignazi solleva la questione dell'accettazione di una cultura della competizione nelle elezioni, dove la conquista del potere diventa l'obiettivo principale. Tuttavia, allo stesso tempo, invoca la necessità di una cultura della collaborazione, specialmente tra le forze che attualmente non detengono il potere.

Questo apparente paradosso può essere risolto solo adottando una nuova prospettiva, quella della coesistenza collaborativa. Maturana ci invita a considerare che “vivere implica vivere insieme, e vivere insieme implica la presenza di un dominio di interazioni in cui c'è spazio per tutti i membri” (Maturana, 1988). Nel contesto politico, questo si traduce nella creazione di uno spazio di dialogo e reciproco riconoscimento che trascenda le divisioni partitiche e le rivalità di potere. La collaborazione non dovrebbe essere vista come una strategia difensiva o di opportunità temporanea, ma come un modo di essere che arricchisce la vita democratica e sociale del paese.

Ignazi osserva che, nonostante le tensioni e le divergenze esistenti, l'intesa sul salario minimo ha rappresentato un'oasi di collaborazione. Tuttavia, come nota giustamente, “non si vive di solo salario minimo”. Questa osservazione trova eco nelle parole di Maturana, che sostiene che le relazioni cooperative devono essere sostenute da un progetto comune e condiviso, basato su valori e obiettivi comuni. Non basta unire le forze in un fronte reattivo e difensivo; è necessario immaginare e costruire insieme un futuro desiderabile.

La sfida, quindi, è quella di trasformare la competizione in una sana diversità di prospettive, in cui ogni partito riconosce l'importanza dell'altro nel contribuire a un progetto collettivo. Come Maturana ci insegna, “la conversazione è l'unico meccanismo attraverso il quale possiamo cambiare la nostra realtà sociale” (Maturana, 1994). Se le forze di opposizione italiane riescono a impegnarsi in un dialogo autentico e rispettoso, possono non solo costruire un'alternativa alla destra, ma anche trasformare il panorama politico in un'arena di collaborazione creativa.

In conclusione, la scelta tra competizione e collaborazione è fondamentalmente una scelta di visione del mondo e di cultura politica. Le forze di opposizione italiane hanno l'opportunità di abbracciare una nuova forma di interazione politica, basata sul rispetto reciproco e sulla co-creazione di un progetto condiviso per il bene comune degli italiani. Come suggerisce Maturana, la chiave per un cambiamento significativo risiede nella capacità di conversare, di ascoltare l'altro e di costruire insieme un futuro che includa tutti.

Antonio Bruno

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