"È andata così" (racconto)
"È andata così"
Mi alzo dal letto e la prima cosa che faccio è guardare il telefono. Nessun messaggio. Eppure, ieri sera ci siamo sentiti fino a tardi, quelle conversazioni infinite che ti sembrano di essere ancora insieme. Ma stamattina niente. Mi alzo, faccio un caffè e mi dico che va bene così, che non importa, che magari sta ancora dormendo.
"Chiamami se ti svegli storta, che vengo a sistemarti il sorriso," mi ha scritto qualche giorno fa. E ho pensato che sì, magari non sarà il più romantico dei messaggi, ma era quello che mi serviva.
Poi ci sono quelle cose che mi diceva, tipo: "E se non ti induce in tentazione… non ti desidera abbastanza". Parole semplici, ma chiare. Forse è vero, penso. Forse è per questo che non mi ha scritto stamattina. Forse non mi desidera abbastanza, o forse sono io che non desidero abbastanza lui.
Rifletto mentre guido per andare a lavoro. Accendo la radio e mi metto a cantare a squarciagola. La mia canzone preferita. Mi sento viva, mentre attraverso la città ancora assonnata. Canto e mi sento libera, come se le parole della canzone fossero le mie. Quelli che cantano a squarciagola da soli in macchina mi stanno simpatici a prescindere, come se fossimo tutti parte di un club segreto che non ha bisogno di tesserini per entrare.
Arrivo in ufficio e già so che la giornata sarà lunga. Lui mi passa davanti e mi saluta distrattamente. Un ciao, un sorriso, e via. E io lì, ferma, con il caffè ancora in mano, che mi chiedo perché continuo a cercare acqua dove so già che non c'è. Perché insisto? Non arrabbiarti con il pozzo che è secco perché non ti dà l’acqua, piuttosto domandati perché continui ad insistere nel voler prendere l’acqua dove hai già capito che non puoi trovarla.
"Ma perché ha smesso?", chiedo a una collega, quasi per farmi coraggio.
"E' andata così," mi risponde lei, con un’alzata di spalle.
C'è tutta la vita in quel "è andata così". Quante volte a ciascuno di noi "è andata così" e non abbiamo potuto farci niente. Quante volte avremmo potuto scegliere di fare qualcosa, dire qualcosa, e invece siamo rimasti fermi, sperando che le cose cambiassero da sole. Ma non cambia niente se non siamo noi a cambiare. E allora, è andata così. Si va avanti, e ciò che è stato è stato.
E mentre la giornata scorre lenta, tra un caffè e l’altro, tra un sorriso e uno sguardo sfuggente, mi viene in mente una cosa. Deve esserci al mondo qualcosa di più bello che stare a guardarti, penso mentre osservo fuori dalla finestra. Deve esserci, ma mi venga un accidente se mi viene in mente cosa.
Antonio Bruno
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