"Le Stanze del Cuore"
Non so come fare, davvero. Ogni mattina mi sveglio con questo peso sul petto, come se avessi un macigno al posto del cuore. Non è una questione di scelte, di giusto o sbagliato. È come se qualcosa si fosse impadronito di me, qualcosa che non posso controllare. Mi dicono che dovrei smettere, che dovrei fermarmi, che questo non è amore ma solo egoismo. Ma come si spiega a chi non lo ha mai provato che quando il cuore si divide in mille pezzi, non è egoismo ma necessità? Io non ho scelto di essere così, non ho scelto di dividermi tra due amori. È successo e basta.
A Lecce, in queste strade antiche e piene di storia, io sento ancora le sue carezze anche se non ci sei. Mi mancano i suoi occhi, così diversi dai tuoi. Mi manca il suo sorriso, il suo modo di parlare, il suo accento che sembra una canzone. Mi manca persino il modo in cui riempie il silenzio. Ma non posso venire a cercarti, non posso nemmeno vederti da lontano. Mi manca tutto di lei, eppure non posso lasciarti. Non posso lasciarci.
Quando sono con lei, sento la tua presenza come un’ombra che non se ne va, un fantasma che mi segue. Sento il tuo sguardo anche quando non ci sei. E allora il mio desiderio esplode, come un fiume in piena, e non riesco a trattenerlo. Mi sento diviso, lacerato. Da una parte ci sei tu, con la nostra vita insieme, i nostri progetti, i nostri amici. Dall’altra c’è lei, la passione, il fuoco, la novità. Mi sento colpevole, sporco. Ma allo stesso tempo, vivo.
Lei
Sono l’Amante. E non me ne vergogno. Non mi pento. Non sono la donna perfetta, quella da sposare, quella da presentare ai genitori. Sono quella che sta nell'ombra, quella che vive di attimi rubati, di parole sussurrate al buio. Sono la peccatrice che non si pente, quella che ama senza regole, senza freni. Sono quella che, a Lecce, passeggia per le vie del centro, tra i vicoli stretti, con il cuore che batte forte solo all’idea di vederti.
Dicono che sono una stronza, una rovinafamiglie, una che ruba i mariti. Ma io non ho rubato nessuno. Sei venuto tu da me, con il tuo sguardo perso, con il tuo bisogno di amore. Sono la strega da bruciare sul rogo, perché in fondo è sempre stata colpa mia. Sono io che devo pagare, che devo portare la croce del peccato. Sono quella che mina le relazioni stabili, gli amori puliti, quelli con le tende bianche e il giardino ben curato. Ma non è colpa mia se il cuore ha più stanze di un bordello, e in ognuna di esse c’è un pezzo di te.
Sono quella dissoluta, senza principi, senza valori. Sono la donna che non si mette nei panni di chi è tradito, perché so che anche loro, quelli traditi, hanno le loro stanze segrete, i loro piccoli tradimenti, i loro desideri mai confessati. Sono colei che pagherà la colpa di avere amato, perché amare è una colpa quando non segue le regole, quando esce dagli schemi. E io, io pagherò per tutti. Per quelli che non hanno il coraggio di guardarsi allo specchio e ammettere: “Anch’io ho amato fuori dalle righe, fuori dagli schemi”.
Sono da puntare a dito e da evitare, sono il pericolo pubblico, la malafemmina di ogni tempo, di tutti i tempi. Sono il capro espiatorio di chi non ha il coraggio di guardare dentro di sé. Ma soprattutto, sono l’Amante.
Ed è vero, sono solo una donna che ama. E lo faccio nel modo più puro che conosca. Amando con tutte le stanze del mio cuore, con tutte le braccia che ho, con tutte le mani che posso offrire. Senza paura di sbagliare, senza paura di essere giudicata, senza paura di essere amata. In queste vie di Lecce, sotto il cielo azzurro e il sole che scalda le pietre, io continuerò ad amare, perché è l’unica cosa che so fare.
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