Intervista al Dott. Antonio Bruno: La Comunicazione e la Natura Umana nel Contesto Politico Contemporaneo
Intervista al Dott. Antonio Bruno: La Comunicazione e la Natura Umana nel Contesto Politico Contemporaneo
Intervistatore: Dottor Bruno, lei è un profondo conoscitore delle teorie di Humberto Maturana sulla biologia della cognizione e sull'importanza della comunicazione nella costruzione della realtà. Alla luce dei recenti eventi politici a Lecce, dove il sindaco Adriana Poli Bortone ha deciso di interrompere l'uso dei social media a causa delle critiche ricevute, come vede il ruolo dei social media nella politica contemporanea?
Antonio Bruno: La comunicazione è un elemento essenziale della nostra vita. Non esistiamo in un mondo predeterminato; piuttosto, costruiamo il nostro mondo attraverso le interazioni con gli altri. I social media ampliano questo spazio di interazione e, se utilizzati con saggezza, possono promuovere il dialogo e la riflessione collettiva. Tuttavia, quando diventano un mezzo per veicolare aggressività o manipolazione, si perde l’opportunità di costruire una realtà condivisa. Come sottolinea Maturana in "El Árbol del Conocimiento": "Ogni atto di conoscenza comporta un atto di condivisione e partecipazione" (Maturana & Varela, 1984). Quindi, chiudersi al dialogo, anche sui social, può essere visto come un rifiuto di contribuire alla costruzione di una realtà comune.
Intervistatore: Nel caso specifico del sindaco Poli Bortone, lei ritiene che evitare i social media possa essere una forma di auto-difesa legittima o un atto di esclusione dalla realtà condivisa?
Bruno: Dipende dalle circostanze e dalle intenzioni che guidano tale decisione. Se evitare i social media è una risposta alla violenza verbale e all'odio, potrebbe essere interpretato come un tentativo di preservare un ambiente istituzionale e personale sano. Tuttavia, è fondamentale riflettere su ciò che realmente rappresenta questo gesto. Come sostiene Maturana: "Il mondo che vediamo non è il mondo in sé, ma un mondo che portiamo con noi nella nostra co-esistenza con gli altri" (Maturana, "The Origin of Humanness in the Biology of Love", 1996). Ritirarsi dai social potrebbe significare rinunciare a quella co-esistenza e al dialogo critico, entrambi essenziali per la crescita e il cambiamento.
Intervistatore: Alcuni consiglieri di opposizione, come Carlo Salvemini, hanno criticato la decisione del sindaco definendola una manifestazione di "rancore vittimario". Secondo lei, c'è una connessione tra il sentirsi vittima e il modo in cui si comunica?
Bruno: Assolutamente. Il sentirsi vittima può influenzare profondamente il nostro modo di comunicare. Sia in psicologia sia nella biologia della cognizione, sappiamo che le emozioni influenzano il comportamento e le percezioni. Il sentimento di vittimizzazione può portare alla chiusura verso l'esterno, a un atteggiamento difensivo e alla mancanza di apertura al dialogo. Questa dinamica può essere superata solo attraverso una profonda consapevolezza delle proprie emozioni e reazioni. Come ha affermato Maturana: "Amare è un modo di essere che implica accettare l'altro così com'è, senza richiedere nulla in cambio" (Maturana, "Biology of Love", 1994). Questo principio è valido anche nel contesto politico: accettare la critica senza sentirsi attaccati personalmente è cruciale per uno scambio costruttivo.
Intervistatore: Alcuni critici sostengono che le piattaforme social possano distorcere la comunicazione e alimentare la polarizzazione. Qual è il suo punto di vista su questo?
Bruno: I social media, come tutte le forme di comunicazione, hanno il potenziale di unire o dividere. Questo dipende dall'uso che ne facciamo. Se li utilizziamo per ascoltare e capire, possono diventare strumenti potenti di connessione. Ma se li utilizziamo per attaccare o per difendere posizioni rigide, allora sì, diventano strumenti di polarizzazione. Come Maturana ha scritto: "La biologia della cognizione ci dice che la realtà è una costruzione e che la verità è una questione di consenso in un dominio culturale determinato" (Maturana, "The Tree of Knowledge", 1984). Pertanto, il problema non risiede nei social media stessi, ma nel modo in cui scegliamo di interagire con essi e con gli altri.
Intervistatore: In conclusione, che consiglio darebbe ai politici e ai cittadini nel contesto di queste tensioni?
Bruno: Il mio consiglio è di cercare sempre un dialogo aperto e rispettoso. Non bisogna dimenticare che la comunicazione non è solo scambio di informazioni, ma creazione di relazioni e significati condivisi. Il benessere della nostra comunità dipende dalla nostra capacità di ascoltarci e rispettarci, anche quando non siamo d'accordo. Come Maturana ha affermato più volte: "Vivere è convivere e convivere è accettare l'altro come legittimo altro nella coesistenza" (Maturana, "Biology of Cognition", 1970). Solo attraverso l'accettazione e il dialogo possiamo costruire una società più inclusiva e consapevole.
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