La Cultura Patriarcale della Competizione e il Rischio di Escludere Lecce dall'Associazione delle Città Oronziane

 

La Cultura Patriarcale della Competizione e il Rischio di Escludere Lecce dall'Associazione delle Città Oronziane


La recente decisione di Lecce di unirsi all'Associazione delle Città Oronziane, annunciata dal sindaco Adriana Poli Bortone, segna una svolta significativa per la città, ma anche un momento di riflessione su come la nostra cultura patriarcale della competizione possa influenzare la partecipazione a iniziative di valore comune. La storia di questa associazione e l'importanza del Cammino Oronziano ci offrono un'opportunità per esaminare le implicazioni di una cultura che talvolta privilegia la rivalità rispetto alla collaborazione.

L'Associazione delle Città Oronziane è nata da un'idea del sindaco di Botrugno, Silvano Macculi, durante un convegno del 20 febbraio 2020, in cui i rappresentanti di comuni che condividono il patrono Sant'Oronzo si sono confrontati su come valorizzare il loro patrimonio culturale e religioso comune. Due anni dopo, i sindaci hanno firmato una convenzione per ufficializzare l'associazione, con Botrugno come capofila. Il passo successivo prevede la creazione di un Protocollo d'intesa tra i comuni e le parrocchie per il funzionamento di un Cammino Oronziano che attraverserà circa 200 chilometri, unendo territori e comunità in un "federalismo religioso" che celebra e preserva la storia, l'arte e la fede della regione.

Nonostante il valore intrinseco di questa iniziativa, la città di Lecce, pur riconoscendo il significato della partecipazione, ha mostrato una certa esitazione nel fare il passo decisivo fino a poco tempo fa. Questo ritardo solleva interrogativi su come la nostra cultura patriarcale della competizione possa influenzare le decisioni che dovrebbero invece essere guidate da un senso di appartenenza e cooperazione.

La cultura patriarcale della competizione, che spesso premia l'individualismo e il successo personale a scapito del bene collettivo, può portare a una mentalità in cui la partecipazione a iniziative comuni viene vista attraverso il prisma della rivalità. In un contesto in cui ogni città sembra lottare per il proprio riconoscimento e per primeggiare, è facile dimenticare che il vero progresso arriva dalla collaborazione e dalla condivisione di obiettivi e risorse. Lecce, in qualità di città capoluogo, potrebbe sentirsi tentata di non aderire a iniziative come quella delle Città Oronziane per non apparire subordinata o per mantenere una posizione di autonomia e preminenza.

Tuttavia, la visione ristretta e competitiva ignora il potenziale beneficio di unire le forze per un obiettivo comune. L'Associazione delle Città Oronziane non solo offre un'opportunità per rafforzare il turismo e la cultura religiosa della regione, ma rappresenta anche una chance per promuovere una maggiore coesione e collaborazione tra i comuni, valorizzando il patrimonio comune piuttosto che mettere in risalto le singole differenze. L'adesione a un'iniziativa di questo tipo potrebbe contribuire a mettere in luce l'importanza della comunità più ampia, a beneficio di tutti.

In definitiva, la partecipazione di Lecce all'Associazione delle Città Oronziane rappresenta una scelta che va oltre la semplice opportunità di apparire proattivi; è una dichiarazione di impegno verso una visione condivisa del futuro della nostra regione. Superare la mentalità competitiva e abbracciare la cooperazione può portare a risultati ben più significativi e duraturi, beneficiando non solo Lecce, ma l'intera comunità dei comuni oronziani e, per estensione, il patrimonio culturale e religioso dell'intera area.

Antonio Bruno

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