Una conversazione sulla festa patronale della Città di Lecce

 Una conversazione sulla festa patronale della Città di Lecce

Antonio Bruno

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Tra pochi giorni comincerà la nostra amata Festa di S'Oronzo, una celebrazione intrisa di valori culturali, religiosi, storici e sociali che uniscono la nostra comunità. È importante ricordare, come ci insegna Humberto Maturana, che "la cooperazione è essenziale per la sopravvivenza, ed è la base della vita sociale". In questo contesto, la collaborazione tra tutti i consiglieri comunali, indipendentemente dalle appartenenze politiche o di gruppo, diventa non solo auspicabile ma necessaria per il successo della festa.

Il lavoro sinergico che ha caratterizzato le edizioni passate, in particolare dal 2017 al 2023, ha dimostrato come l'impegno collettivo possa dare risultati significativi, dal miglioramento dell'ordine e della sostenibilità alla promozione dei valori condivisi. La capacità di definire un programma unico, integrando il religioso con il civile, è un esempio di come la collaborazione possa creare una cornice comune in cui tutti si riconoscono.

Maturana ci ricorda anche che "la democrazia si fonda sul rispetto per l'altro e sulla co-creazione di un mondo comune". Questo spirito di co-creazione è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno ora, affinché la nuova amministrazione possa costruire sul lavoro fatto in passato, innovando e arricchendo ulteriormente la tradizione senza dimenticare ciò che è stato già realizzato. Dopotutto, "ciascuno risponde del proprio lavoro", ma è nella somma degli sforzi di tutti che si costruisce il successo di un evento così importante per la nostra città.

Buona Festa Lecce, che sia un'occasione di unione e di crescita collettiva.

Riferimento: Humberto Maturana, "The Origins of Humanness in the Biology of Love," 1996.

5 h5 ore fa

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Ermes Ferri

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Antonio Bruno

È comprensibile e condivido per quello che hai detto e ricordare che cosa significa collaborare con impegno sociale. Forse una cosa sfugge a te, questi pecorari che ci amministrano ora hanno fatto una campagna elettorale, ma anche molto prima, che al ""nostro" sindaco, malgrado l'impegno e l'amore che ha dedicato alla nostra città, lo hanno smerdato (scusa la parola pesante mi capita poche volte di essere volgare) in maniera pesante. Il mio più grave difetto è ""non dimenticare''.

La signora, che ora è a palazzo Carafa, ebbe lo stesso comportamento, se non peggio, con il papà di SALVEMINI quando era sindaco. È difficile con questo tipo di persone stabilire un comportamento da SIGNORI e collaborativo. Forse sbaglio.

Saluti

2 h2 ore fa

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Antonio Bruno

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Caro Ermes Ferri,

Ti ringrazio per il tuo messaggio e apprezzo la franchezza con cui esprimi il tuo pensiero. Permettimi di rispondere punto per punto, ispirandomi agli insegnamenti di Humberto Maturana, il cui lavoro ha profondamente influenzato la mia comprensione delle dinamiche umane e sociali.

"Collaborare con impegno sociale": Maturana ci ricorda che "vivere è un continuo fluire di interazioni", e che la cooperazione è alla base non solo della sopravvivenza, ma del benessere collettivo. Anche se le ferite del passato possono essere dolorose, ogni momento presente offre la possibilità di costruire relazioni più positive. Il vero impegno sociale nasce dal superare le divisioni e lavorare insieme per il bene comune, indipendentemente dalle differenze politiche o personali .

"Il mio più grave difetto è non dimenticare": Comprendo la difficoltà di dimenticare le offese subite. Tuttavia, Maturana ci invita a riflettere sul fatto che "il perdono non è dimenticare, ma rinunciare all'odio". Perdonare non significa negare il passato, ma scegliere di non lasciare che il rancore domini il nostro futuro. Il risentimento può avvelenare le nostre relazioni e limitare la nostra capacità di collaborare per il bene comune .

"Difficile stabilire un comportamento da SIGNORI e collaborativo": Maturana ci insegna che "la democrazia si fonda sul rispetto per l'altro e sulla co-creazione di un mondo comune". Agire con dignità e integrità, anche di fronte a comportamenti che percepiamo come ingiusti, è una dimostrazione di forza e maturità. Collaborare non significa cedere, ma trovare un terreno comune su cui costruire, cercando sempre di promuovere il benessere della comunità .

In conclusione, la sfida più grande che affrontiamo è quella di superare il nostro risentimento e di vedere negli altri non nemici, ma compagni di un percorso condiviso. È attraverso questa visione che possiamo realmente contribuire al progresso della nostra società.

Un caro saluto

1 hcirca un'ora fa

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Elena Faleo

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Antonio Bruno, dottore, dal tardo lat. Con - laborare,

la traduzione è evidente.

Ha mai scritto le sue profonde riflessioni sulle pagine di qualcuno di questa maggioranza negli anni passati?

Se sì, le sue esortazioni devono essere passate del tutto inascoltate!

Provi, a riproporle ora, magari saremo più fortunati!

Io seguo la linea di Salvemini anche nel modo educato e rispettoso di fare opposizione

, agevolata anche dal carattere e dalla professione, che ho svolto per 32 anni, ma... Quanti Ma!

Dovrebbe diffondere le Sue idee anche altrove per essere veramente equo e costruttivo.

55 m55 minuti fa

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Antonio Bruno

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Cara Elena Faleo , ti ringrazio per il tuo intervento e per la riflessione che proponi. Vorrei rispondere alle tue osservazioni attraverso la lente della comprensione sistemica e biologica delle relazioni umane, che Humberto Maturana ci offre.

Maturana ci insegna che la nostra società è profondamente radicata in una cultura patriarcale della competizione, una cultura che promuove il dominio attraverso il potere, considerando solo chi si sottomette come parte del sistema. Questo modello, purtroppo, non è limitato a una specifica parte politica, ma permea gran parte delle nostre vite, dalle interazioni sociali alle dinamiche lavorative e religiose. È una visione che molti, forse inconsapevolmente, adottano nel loro quotidiano.

Questa cultura del dominio e della competizione non è inevitabile, né è l’unica strada. Come sottolinea Maturana, esiste una via alternativa, basata sui valori di libertà, uguaglianza e fraternità. Questi valori rappresentano un modo di vivere in cui le relazioni non sono basate sul potere, ma sulla co-creazione, il rispetto reciproco e la collaborazione.

Quando parli di seguire la linea di Salvemini nel fare opposizione in modo educato e rispettoso, stai già abbracciando, almeno in parte, questa visione alternativa. La vera sfida, però, è diffondere questi valori in ogni ambito della vita, superando i "ma" che inevitabilmente sorgono quando ci confrontiamo con la realtà del mondo intorno a noi.

Maturana ci invita a riflettere sul fatto che il cambiamento culturale è possibile solo se siamo disposti a mettere in discussione le fondamenta su cui si basa la nostra società. Se desideriamo un mondo più giusto e libero, dobbiamo essere pronti a promuovere questi valori non solo nei contesti in cui ci troviamo a nostro agio, ma anche là dove incontriamo resistenza.

Quindi, se propongo questi valori in questo gruppo, è perché credo fermamente che essi possano offrire una via d'uscita dalla logica del dominio e della sottomissione che caratterizza gran parte della nostra cultura attuale. Diffondere queste idee è un atto di speranza e di costruzione di un mondo in cui la collaborazione e il rispetto siano al centro delle nostre interazioni.

Un caro saluto

48 m48 minuti fa

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Elena Faleo

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Antonio Bruno, ho capito perfettamente la Sua linea di pensiero, la condivido e La seguo anche sui suoi profili.

Qui però si tratta di

'' Polis " spaccata.

Giusto l'invito, ma sottolineo: dovrebbe essere fatto anche agli Altri e purtroppo a molti comuni cittadini.

Vivrei nel migliore dei mondi possibile, se si potesse discutere solo di filosofia e letteratura, ma non è così, purtroppo.

Buona Serata! 😊

40 m40 minuti fa

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Antonio Bruno

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Cara Elena Faleo ,

Grazie per il suo messaggio e per il tempo che ha dedicato a riflettere sulle questioni che stiamo discutendo.

Vorrei iniziare rispondendo punto per punto alle sue osservazioni:

"Polis spaccata"

Comprendo la sua preoccupazione riguardo a una società divisa, ma vorrei sottolineare che il mondo in cui viviamo è creato da ognuno di noi attraverso ciò che mettiamo in atto parlando e agendo. Humberto Maturana, biologo e filosofo cileno, ci ricorda che "viviamo mondi che generiamo con altri". Ciò significa che ogni interazione, ogni parola e ogni azione contribuisce alla co-creazione del mondo in cui viviamo. Non possiamo aspettarci che una "Polis" sia unita se non riconosciamo la nostra responsabilità individuale in questa co-creazione.

"Giusto l'invito, ma dovrebbe essere fatto anche agli altri e purtroppo a molti comuni cittadini."

È vero che sarebbe ideale se tutti comprendessero il potere delle proprie parole e azioni nella creazione del mondo. Tuttavia, come dice Maturana, questo processo non può essere imposto né dalla legge né dalla religione. È, come lei stessa suggerisce, una questione di desiderio personale, una scelta consapevole che nasce dall'interno di ognuno di noi. Non possiamo forzare gli altri a vedere il mondo come lo vediamo noi, ma possiamo sicuramente invitare alla riflessione, alla discussione e alla co-creazione.

"Vivrei nel migliore dei mondi possibile, se si potesse discutere solo di filosofia e letteratura, ma non è così, purtroppo."

Maturana afferma che "la realtà è una costruzione che facciamo insieme agli altri". Discutere di filosofia e letteratura è una delle tante forme attraverso cui co-creiamo la realtà. Ma anche quando affrontiamo problemi più concreti e quotidiani, stiamo comunque partecipando a questo processo. È vero, non viviamo in un mondo ideale, ma possiamo cercare di avvicinarci a quel mondo migliore attraverso le nostre azioni e interazioni quotidiane, consapevoli del nostro potere co-creativo.

Le auguro una buona serata e la ringrazio ancora per il suo contributo alla discussione.

Cordialmente,

Antonio Bruno

35 m35 minuti fa

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Ermes Ferri

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Antonio Bruno

Non ho letto nulla di Humberto Maturana ma mi permetto di dire che il pensiero filosofico stride parecchio con la realtà che viviamo in tutto il mondo. Dove sta la cooperazione essenziale per la sopravvivenza , dove sta la democrazia che rispetta gli uomini per il bene comune di tutti. Dove? Il mondo è sotto una miriade di guerre conflitti e odi remoti e presenti. L'uomo è un predatore concquistatore peggio di un animale, almeno loro hanno codice e se lottano lo fanno per la sopravvivenza, l'essere umano lo fa per soldi e potere. È utopia la mia e la tua, magari si potesse realizzare un solo pensiero di ciò che desideriamo.

Saluti

P.s. il mio essere ripudia l'odio il rancore e qualsiasi forma di vendetta. Ma ricordo tutto.

11 m11 minuti fa

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Antonio Bruno

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Caro Ermes Ferri,

Grazie per il tuo intervento. Le tue parole riflettono una profonda frustrazione per lo stato attuale del mondo, un sentimento che comprendo e condivido. Vorrei però offrirti una prospettiva diversa, che si basa sul pensiero di Humberto Maturana, e rispondere punto per punto alle tue osservazioni.

"Il pensiero filosofico stride parecchio con la realtà che viviamo in tutto il mondo."

È vero che la realtà sembra lontana da ideali come la cooperazione e la democrazia. Tuttavia, Maturana ci invita a riflettere sul fatto che tutti noi, da bambini, abbiamo praticato una cultura materna, fondata sul reciproco riconoscimento di legittimità e rispetto. Questa è la nostra natura umana originaria, che si manifesta nella cooperazione spontanea che vediamo nei bambini e nelle famiglie. È solo quando usciamo da questo contesto intimo e ci confrontiamo con la cultura patriarcale della competizione che iniziamo a modificare il nostro comportamento, perdendo di vista quei valori originari.

"Dove sta la cooperazione essenziale per la sopravvivenza, dove sta la democrazia che rispetta gli uomini per il bene comune di tutti?"

La cooperazione e il rispetto non sono spariti, ma sono stati soppressi dalla cultura patriarcale che, come dice Maturana, "non è umana" in quanto promuove la competizione, il dominio e l'isolamento. Ma questa non è la nostra unica opzione. Maturana ci ricorda che possiamo scegliere di "lasciar cadere dalle mani" questa cultura patriarcale. Non siamo costretti a perpetuarla; possiamo desiderare di tornare a quella cultura materna, più umana e cooperativa, che è dentro di noi.

"Il mondo è sotto una miriade di guerre, conflitti e odi remoti e presenti."

Sì, il mondo è pieno di conflitti, ma dobbiamo ricordare che questi sono il risultato di scelte umane e culturali, non di un destino inevitabile. Se riconosciamo la nostra capacità di co-creare il mondo attraverso le nostre azioni quotidiane, possiamo iniziare a coltivare relazioni basate sul rispetto reciproco e la cooperazione, piuttosto che sulla competizione e sul dominio. Come dice Maturana, "la realtà è una costruzione che facciamo insieme agli altri." Possiamo scegliere di costruire una realtà diversa, anche se ci sembra difficile o utopistico.

"L'uomo è un predatore conquistatore peggio di un animale."

Gli esseri umani, come gli animali, possono lottare per la sopravvivenza, ma abbiamo anche la capacità unica di scegliere il nostro comportamento. Non siamo predatori per natura, ma diventiamo tali quando abbracciamo una cultura che glorifica il potere e la conquista. Ma questa non è la nostra unica possibilità. Possiamo, se lo desideriamo, costruire una cultura diversa, una cultura di pace e cooperazione.

"È utopia la mia e la tua, magari si potesse realizzare un solo pensiero di ciò che desideriamo."

La tua visione può sembrare utopica, ma come sottolinea Maturana, la trasformazione comincia con il desiderio e la consapevolezza. Non possiamo cambiare il mondo da un giorno all’altro, ma possiamo iniziare cambiando noi stessi e le nostre relazioni. La realtà che viviamo è il prodotto delle nostre interazioni, e ogni piccolo atto di rispetto e cooperazione contribuisce a costruire un mondo migliore.

Saluti,

Antonio Bruno

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