Il popolo non esiste. Esiste il singolo.
Il popolo non esiste. Esiste il singolo.
“Io, anche in una società più
decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di
persone.
Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza
delle persone.
Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo
con una minoranza.” (Nanni Moretti, Caro Diario)
La riflessione di Nanni Moretti espressa in Caro Diario tocca un tema profondamente umano e universale: il senso di individualità e l'inevitabile condizione di sentirsi parte di una minoranza, anche all'interno di una società che si considera più giusta o decente. Moretti mette in luce l'esperienza comune a molti di noi, ovvero la sensazione di essere unici, diversi dagli altri, e di avere solo pochi contatti con cui si entra davvero in empatia. Questa esperienza non è esclusiva di alcuni, ma è una condizione intrinseca dell'essere umano.
Ogni individuo, con la sua storia, le sue esperienze e le sue sensibilità, è unico e per questo motivo difficilmente riesce a identificarsi pienamente con una maggioranza. La "maggioranza" stessa è spesso il risultato di un'interpretazione, una costruzione che riflette chi ha ottenuto i voti e il potere, ma non rispecchia la vera complessità e diversità della popolazione. In questo senso, l'idea di una volontà popolare unitaria e omogenea è una semplificazione, una distorsione della realtà.
Quando Moretti afferma di trovarsi sempre d'accordo con una minoranza, non sta esprimendo solo una preferenza personale, ma sta anche sottolineando una verità più ampia: la natura frammentata e complessa della società umana. Ogni cittadino, ogni individuo, vive la sua realtà soggettiva e si sente, in un certo senso, in minoranza, proprio perché il popolo, inteso come un'entità omogenea e uniforme, non esiste. Esistono invece una molteplicità di individui, ciascuno con le proprie peculiarità, che formano insieme una società. La maggioranza, quindi, non è altro che una costruzione, spesso utilizzata dai vincitori per legittimare il proprio potere, ma che non può mai davvero rappresentare la ricchezza e la diversità dell'esperienza umana.
In definitiva, la riflessione di Moretti ci invita a riconoscere e valorizzare la nostra unicità, senza cadere nell'illusione di una maggioranza che appiattisce e omologa. L'essere umano è, per sua natura, singolo, e solo riconoscendo questa realtà possiamo costruire una società più giusta e rispettosa delle diversità.
Antonio Bruno
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