"Oltre la Paura" (racconto)

 "Oltre la Paura"

racconto di Antonio Bruno


"Dove c’è la paura, c’è il tuo compito." Questo scriveva Jung, con quella lucidità affilata che ti sferra un colpo al cuore e insieme ti ricorda di respirare. Perché sì, anche quando tutto sembra perso, anche quando le persone scompaiono dalle tue giornate come foglie portate via dal vento, il tuo compito rimane. Ed è lì, annidato nella paura.


Riavvolgiamo il nastro, però. Perché c'è sempre un prima che prepara il terreno all'adesso. Avevi una compagna, qualcuno con cui dividevi il quotidiano, con cui addormentarti e svegliarti. Ma la tua anima inquieta, quella che non si accontenta mai e che, in fondo, ti tiene vivo, ti ha spinto a cercare oltre, ad attraversare i confini di un amore già segnato da troppa abitudine. E così, c'è stata lei. Lei che ti ha fatto brillare gli occhi come non succedeva da tempo, che ti ha acceso il cuore come un fuoco d'artificio inaspettato nel bel mezzo di una serata noiosa. Solo che la sua luce non era eterna. Anzi, si è spenta con la stessa rapidità con cui è esplosa, lasciandoti nel buio.


E ora sei qui, a raccogliere i pezzi. La tua convivente ha saputo, e senza neanche un addio si è dissolta nel silenzio, lasciandoti solo i suoi passi frettolosi e una porta chiusa. E lei, l'amante, quella che ti aveva fatto credere di poter di nuovo volare, ha tagliato le ali, scegliendo di sparire come se tu fossi stato solo un'ombra. Ghosting, lo chiamano oggi. Fantasmi che si trasformano in nebbia senza una spiegazione, senza uno sguardo indietro.


Eppure, ecco che ritorna Jung. “Dove c’è la paura, c’è il tuo compito.” E allora guardiamola in faccia, questa paura. La paura di non essere abbastanza, la paura del fallimento, del rifiuto, di non essere amato. Sono lì, come un esercito silenzioso che ti assedia, che ti sussurra che la colpa è tua, che forse avresti dovuto fare di più, amare meglio, tradire di meno.


Ma forse, proprio in questo groviglio di emozioni e mancanze, c'è il tuo compito. Forse è il momento di imparare a stare da solo, senza cercare costantemente rifugio nell'approvazione o nella presenza di qualcun altro. Forse è il momento di guardare nello specchio e perdonare l'immagine riflessa. Di smettere di inseguire l’illusione di una felicità perfetta e di iniziare a costruirla giorno per giorno, con la pazienza e la cura di chi sa che ogni battaglia, persa o vinta, è solo un passo verso un destino più grande.


La paura non è mai la fine, è solo un avviso. Un promemoria di ciò che conta davvero. Ed è questo il tuo compito, adesso: accettarla, attraversarla, lasciarti cambiare da lei. Perché, alla fine, è solo dall'altra parte della paura che si trova la vita che stavi cercando.

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