Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il conflitto emozionale nella nostra cultura patriarcale

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il conflitto emozionale nella nostra cultura patriarcale



Intervistatore: Dott. Bruno, lei ha parlato spesso delle fonti di conflitto nella nostra cultura attuale. Può spiegare da dove originano questi conflitti?


Dott. Antonio Bruno: Certamente. La nostra cultura è caratterizzata da una dualità emozionale intrinseca che conduce inevitabilmente alla sofferenza o, in alcuni casi, alla riflessione. Questa dualità nasce dal fatto che viviamo in un contesto patriarcale che ci spinge a sperimentare emozioni contraddittorie. Da un lato, c’è una fase iniziale della vita incentrata sulla biologia dell’amore e sull'accettazione dell'altro come legittimo, un'esistenza percepita dagli adulti come un paradiso di fiducia e armonia. Dall'altro lato, entriamo in una fase adulta in cui l'accento si sposta sulla lotta, sull'appropriazione e sul controllo, creando un continuo gioco di autorità e subordinazione.


Intervistatore: Quindi, questa dualità si manifesta già dall'infanzia?


Dott. Antonio Bruno: Esattamente. Nella nostra cultura, l'infanzia è un periodo in cui il bambino, attraverso la relazione con la madre, vive in un contesto di amore e coerenza sistemica. Qui, l'esistenza è una sorta di danza gioiosa caratterizzata dalla cooperazione e comprensione reciproca. Tuttavia, questa fase non dura a lungo, perché con il passaggio all'età adulta, il bambino o la bambina viene spinto a "entrare nel mondo reale". Questo è un mondo caratterizzato da conflitti di potere, competizione e, spesso, dalla negazione della propria sessualità e sensualità. Si tratta di un cambiamento radicale, una sorta di tradimento della propria natura originale.


Intervistatore: Come vede l'impatto di questo passaggio forzato nel mondo adulto sulla psiche delle persone?


Dott. Antonio Bruno: L'impatto è significativo e spesso devastante. Questa transizione forzata genera un conflitto interno tra le emozioni della fase infantile, centrate sull'amore e l'accettazione, e quelle della fase adulta, focalizzate sulla competizione e sul controllo. Questo conflitto emozionale è tanto profondo che può oscurare completamente la nostra capacità di vivere in armonia. Gli adulti, infatti, tendono a predominare con le loro emozioni di controllo e appropriazione, creando un disallineamento tra ciò che si prova interiormente e ciò che si manifesta all'esterno.


Intervistatore: Secondo lei, come possiamo affrontare questa contraddizione emotiva?


Dott. Antonio Bruno: Affrontare questa contraddizione richiede consapevolezza e riflessione. In molti casi, cerchiamo di gestirla attraverso il controllo o l'autocontrollo, o la trasformiamo in utopie che trovano spazio nella letteratura e nell'arte. Altri scelgono di vedere questa contraddizione come un'opportunità di riflessione profonda, un processo che potrebbe portare a nuove richieste culturali e a una ridefinizione delle nostre priorità. Purtroppo, alcuni si rifugiano nella disperazione, nella nevrosi, o addirittura rifiutano completamente questo mondo per ritornare alla biologia dell'amore, cercando una vita che sia più autenticamente in armonia con la loro natura profonda.


Intervistatore: In conclusione, vede una via d'uscita da questo ciclo di conflitti?


Dott. Antonio Bruno: La via d'uscita risiede nella capacità di reintegrare la legittimità biologica dell'altro nelle nostre vite adulte. Dobbiamo riconoscere e accettare le emozioni infantili come parte integrante del nostro essere, piuttosto che relegarle a un passato idealizzato. Questo richiede un cambiamento culturale, un passo verso una convivenza più autentica e armoniosa, dove l'amore, la sensualità e la tenerezza non siano negati ma accettati come parti legittime della nostra esperienza umana.

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