"L'interruttore del Cuore" (racconto)
"L'interruttore del Cuore"
Era una di quelle sere in cui il cielo sembrava dipinto da un artista malinconico, con sfumature di blu e grigio che si mescolavano dolcemente, quasi a rispecchiare l'inquietudine del suo cuore. Anna era seduta sul letto, le gambe incrociate, lo sguardo fisso sulla finestra aperta che lasciava entrare una leggera brezza estiva. Aveva le cuffie nelle orecchie, il volume al massimo, e nella testa una sola canzone: "Sei nell'anima" di Gianna Nannini. Quella melodia, quelle parole, erano come un filo invisibile che la legava a lui, a quel passato che avrebbe voluto dimenticare, ma che, in fondo, non voleva lasciare andare.
Ogni volta che ascoltava quella canzone, qualcosa dentro di lei si spezzava e si ricomponeva nello stesso istante. Era un'emozione lancinante, un dolore che le prendeva lo stomaco, ma che al tempo stesso le faceva sentire viva, come se quelle note fossero l'unico modo per mantenere vivo il ricordo di lui. C'erano storie, pensava, che alcune canzoni raccontavano meglio di chi le aveva vissute. Ed era così per lei. Ogni volta che sentiva quella voce graffiante, ogni volta che le parole di Nannini risuonavano nel suo cuore, Anna riviveva ogni singolo momento passato con lui, come se fosse accaduto solo un attimo prima.
Eppure, non poteva confessarlo a nessuno. Aveva provato a premere quel maledetto interruttore, a spegnere il ricordo, a dimenticare. Ma più ci provava, più quel ricordo si faceva strada dentro di lei, più forte, più intenso. Era come se l'interruttore fosse rotto, incapace di funzionare. La sua mente sapeva che avrebbe dovuto lasciar andare, ma il suo cuore non voleva saperne.
La sera si faceva sempre più buia e le luci della città cominciavano a brillare in lontananza. Ma Anna non riusciva a distogliere lo sguardo dalla finestra. Era come se, da qualche parte, lontano tra quelle luci, ci fosse lui. Lo immaginava a passeggiare per le strade, la mano in tasca, quel suo sorriso che l'aveva fatta innamorare. E lei, lì, bloccata in quella stanza, con solo una canzone a farle compagnia, una canzone che le ricordava che, anche se lui non era più lì, sarebbe sempre stato nell'anima.
Forse, pensò, non era poi così male. Forse, dopotutto, avere un pezzo di lui dentro di sé, anche se doloroso, era meglio che non averlo per niente. Perché in fondo, quell'interruttore che continuava a premere senza successo, era solo il modo in cui il suo cuore le diceva che l'amore, quello vero, non si spegne con un semplice click. Si nasconde, si trasforma, ma rimane lì, nell'anima, per sempre.
Antonio Bruno
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