Intervista al Dott. Antonio Bruno: Una conversazione sui meccanismi esplicativi della società

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: Una conversazione sui meccanismi esplicativi della società



Intervistatore: Dott. Bruno, nei suoi scritti, Lei parla di esseri umani come esseri biologici che vivono in "reti di conversazioni". Potrebbe spiegare meglio questo concetto e come influenza la nostra comprensione della società?


Dott. Antonio Bruno: Certo. Preciso che quanto dirò è frutto dello studio delle opere del Dott. Humberto Maturana e delle m ie osservazioni alla luce di quanto letto. Gli esseri umani, come esseri autopoietici, operano all'interno di reti di conversazioni che costituiscono il nostro modo di vivere. Queste reti sono ricorsive e si basano sulla coordinazione di sentimenti, azioni ed emozioni. Quando parliamo di "reti di conversazioni", ci riferiamo a tutto ciò che facciamo insieme, dal lavoro all'arte, dalla scienza alla semplice convivenza quotidiana. È attraverso queste reti che realizziamo la nostra esistenza biologica e sociale. Ogni azione che compiamo è inserita in una di queste reti, che possono essere aperte o chiuse, locali o estese.


Intervistatore: Ha menzionato anche il concetto di "ontologia costitutiva" e il determinismo strutturale. Come si applicano questi concetti alle interazioni umane e sociali?


Dott. Antonio Bruno: L'ontologia costitutiva ci permette di osservare tutte le entità come determinate nella loro struttura, in base alla loro composizione. Ciò significa che qualsiasi unità composita che un osservatore distingue esiste e agisce in coerenza con le relazioni tra le sue componenti. In altre parole, tutto ciò che facciamo come esseri umani è determinato dalla struttura delle nostre relazioni, sia con altri esseri umani che con entità non umane. Questa visione è fondamentale per comprendere come il mondo emerga come una totalità sistemica di accoppiamenti strutturali.


Intervistatore: Questo suggerisce un'importante dimensione relazionale e affettiva nelle nostre interazioni sociali. Lei afferma che l'amore è l'emozione fondante di ogni sistema sociale umano. Potrebbe approfondire questo punto?


Dott. Antonio Bruno: Assolutamente. Preciso che la mia affermazione è la consegunza delle astrazioni del Dott. Humberto Maturana e delle mie osservazioni su queste astrazioni. La nostra esistenza sociale si basa sull'amore in tutte le sue forme, che unisce i membri di una società e apre uno spazio di esistenza per l'altro come essere umano. Se non c'è amore, non c'è vera socializzazione, e gli esseri umani tendono a separarsi. Una società in cui l'amore si disintegra diventa soggetta a coercizione e conflitto. In questo contesto, la competizione è vista come un fenomeno antisociale perché consiste nella negazione dell'altro, e quindi, indirettamente, nella negazione di sé stessi. La vera cooperazione, che è alla base del comportamento sociale, può esistere solo quando c'è amore e rispetto reciproco.


Intervistatore: Come vede il ruolo della cura nella nostra società, in particolare in relazione al concetto di Biologia-Culturale?


Dott. Antonio Bruno: La cura è fondamentale e si manifesta in due dimensioni: una biologica e una culturale/sociale. Dal punto di vista biologico, la cura riflette una coesistenza evolutiva in cui la vita di alcuni esseri è condizionata dalla vita di altri. Questo è evidente nell'evoluzione biologico-culturale degli esseri umani insieme alla loro nicchia ecologica. Dal punto di vista sociale, la cura si manifesta come cooperazione, accoglienza e accettazione dell'altro come legittimo. Queste pratiche di cura sono abilitate dalla struttura stessa della società e sono cruciali per il mantenimento e la riproduzione di relazioni significative e armoniose.


Intervistatore: In che modo questa prospettiva potrebbe cambiare il nostro approccio alle teorie sociologiche contemporanee, come quelle della Teoria dell'attore-rete o delle teorie della cura e del buon vivere?


Dott. Antonio Bruno: Questa prospettiva ci invita a considerare le interazioni non solo in termini di potere e dominio, ma anche in termini di interdipendenza e reciprocità fondate sull'amore e sulla cura. La Biologia-Culturale, con il suo focus su reti di conversazioni e accoppiamenti strutturali, può arricchire la Teoria dell'attore-rete e le teorie della cura offrendo una comprensione più integrativa delle relazioni umane e delle strutture sociali. Il paradigma della cura suggerisce che la nostra sopravvivenza e prosperità dipendono da come ci prendiamo cura degli altri e del nostro ambiente, evidenziando l'importanza di politiche che promuovano la solidarietà e l'interdipendenza.


Intervistatore: È un messaggio molto potente. Cosa vorrebbe che le future generazioni di sociologi portassero avanti dal suo lavoro e da quello di Maturana?


Dott. Antonio Bruno: Vorrei che le future generazioni riconoscessero l'importanza delle relazioni basate sull'amore e sulla cura come fondamenta della vita sociale. Le teorie di Humberto Maturana e il lavoro che ho sviluppato ci offrono strumenti per comprendere il mondo in modo più olistico, valorizzando le emozioni e le interazioni che costituiscono la nostra umanità. In un'epoca in cui la competizione e la disintegrazione sociale sembrano prevalere, il mio augurio è che queste idee possano aprire spazi di riflessione e azione per costruire una società più giusta, equa e umana.


Intervistatore: Grazie, Dott. Bruno, per aver condiviso queste idee profonde e stimolanti.


Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi. È stato un piacere discutere di questi temi.

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