"Lasciati Accadere" (racconto)

 "Lasciati Accadere"

racconto di Antonio Bruno


Sembra una mattina come tutte le altre. Il traffico scorre lento come il pensiero di chi guida, mentre la città si sveglia a ritmo di clacson e frenate improvvise. Poi, all'improvviso, quella canzone. Parte in radio, e l’universo si ferma per un istante. Il cuore rallenta, le mani sul volante si rilassano, le labbra accennano un sorriso. Come quando ci si rifugia in una bolla di sapone che fluttua nell’aria, lontana dalla frenesia. Si aspetta che la canzone finisca, quasi senza respirare, prima di trovare il coraggio di spegnere il motore e scendere dall'auto.


È così che dovrebbero essere le emozioni, mi dico. Un posto dove rifugiarsi, un istante sospeso tra il respiro e il battito del cuore. Ma, come tutte le cose belle, anche queste sembrano avere un prezzo. Ogni legame, lui aveva detto, è un legame di dolore. Non c’era amarezza nella sua voce, solo una quieta rassegnazione. Come se avesse appena dichiarato un fatto universale, un’equazione scolpita nella pietra.


Il mio primo istinto era stato di contraddirlo, di dirgli che non è vero. Ma poi mi sono reso conto che, forse, aveva ragione. Dove c'è un "ma" non c'è possibilità, continuava a ripetere. Se mi vuoi, non hai alternative. Se hai alternative, non mi vuoi. L’amore non è fatto di compromessi, di vie di mezzo. È un salto nel vuoto, una scelta senza rete di protezione. Non ci sono "ma" quando si tratta di amore. E se ci sono, allora l'amore non è mai stato veramente lì.


È una logica spietata, ma di una semplicità disarmante. L'amore ci sceglie, e non il contrario. E quando ci sceglie, lo fa senza mezzi termini, senza chiedere il permesso. Non è semplice, ma è fatto di cose semplici: un sorriso inaspettato, una parola sussurrata nel silenzio della notte, una mano che stringe la tua con una forza che non sapevi di avere. Non servono gesti eclatanti, non serve gridare il proprio amore ai quattro venti. Basta lasciarsi andare, come si fa con quella canzone in radio.


Nel caos dei ricordi, tra le cianfrusaglie di una vita intera, mi rendo conto di quanta parte abbiano avuto le cose. Ogni oggetto ha una storia, ogni storia ha un volto, ogni volto un’emozione. Ogni emozione, una canzone. Gli oggetti assumono un’anima che è poi la mia, riflettendo i ricordi di chi sono stato e di chi ho amato. La linea che si torce per formare le parole, che diventano immagini, che la retina trasforma in elettricità, che arriva al cervello. È un ciclo senza fine, un’onda che si infrange e poi si ritira, portando con sé frammenti di memoria.


Mi dicono che è semplice, che dovrei solo lasciarmi raggiungere da ciò che sto cercando. E forse hanno ragione. Forse, l’amore è come quella canzone in radio. Ti sorprende quando meno te lo aspetti, e tutto quello che puoi fare è chiudere gli occhi e lasciarti andare, senza paura. Lasciatevi accadere la vita, mi dico. Lasciate che sia la vita a portarvi dove dovete essere. Perché la vita, credetemi, ha sempre ragione. In tutti i casi.

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