Intervista al Dott. Antonio Bruno: Coscienza e Inconscio: Il Ruolo Fondamentale delle Relazioni Materno-Infantili nella Formazione dell'Individuo
Intervista al Dott. Antonio Bruno: Coscienza e Inconscio: Il Ruolo Fondamentale delle Relazioni Materno-Infantili nella Formazione dell'Individuo
Intervistatore: Dott. Bruno, potrebbe spiegare in
termini semplici cosa intende per comportamento cosciente e comportamento
inconscio?
Dott.
Antonio Bruno: Certo,
possiamo definire il comportamento cosciente come quell’azione umana che
percepiamo come intenzionale e riflessiva, un atto che sembra derivare da una
pianificazione esplicita e consapevole. Al contrario, il comportamento
inconscio si manifesta come una dinamica spontanea, non progettata, senza
riflessione o giustificazione di un pensiero precedente, anche se può trattarsi
di un comportamento appreso. In sostanza, un comportamento è considerato
cosciente quando è accompagnato da un'intenzionalità dichiarata o dichiarabile.
Viceversa, è visto come inconscio quando sembra emergere senza un'intenzione
dichiarabile, come qualcosa di istintivo e spontaneo.
Intervistatore: Ha menzionato la relazione
madre-figlio come fondamentale nella formazione del comportamento inconscio.
Potrebbe approfondire questo concetto?
Dott.
Antonio Bruno: Certamente.
La relazione tra madre e figlio, caratterizzata dal godimento della vicinanza
fisica e dalla fiducia reciproca nel gioco, crea un amore spontaneo che accade
naturalmente. Questo tipo di relazione costituisce l'inconscio, il fondamento
di come viviamo insieme in modo inconsapevole. Tale relazione, infatti, forma
le basi per una vita adulta autonoma, responsabile e etica, basata sul rispetto
di sé e degli altri. Quando questo tipo di amore e fiducia esiste fin
dall’infanzia, genera adulti capaci di dire sì o no a se stessi con sincerità e
onestà. Se, però, una vita adulta non emerge spontaneamente in questo modo,
viene appresa in modo consapevole, ma potrebbe mancare di quella spontaneità e
affidabilità che nasce dalla sincerità autentica.
Intervistatore: In che modo la mancanza di una
relazione madre-figlio amorevole e sincera può influenzare negativamente
l'individuo e la società?
Dott.
Antonio Bruno: La tragedia
delle dipendenze, della criminalità e della mancanza di significato sociale,
che vediamo così spesso nella nostra cultura attuale, può essere ricondotta,
secondo me, alla cecità rispetto a quattro aspetti fondamentali della vita
umana. Primo, la vita umana emerge da un contesto operativo inconscio, anche
quando riflettiamo su di essa in modo razionale. Secondo, ciò che chiamiamo
valori nella vita quotidiana sono in realtà astrazioni del nostro modo di
operare come esseri amorevoli. Terzo, come esseri di amore, ci ammaliamo se
neghiamo la nostra biologia d’amore. Quarto, la formazione della vita umana,
specialmente quella adulta, è profondamente radicata nel flusso relazionale
inconscio della vita materna e infantile. Quando un adulto non vive in rispetto
di sé e degli altri, questo spesso deriva da una carenza di un amore materno e
infantile autentico. In tali casi, la possibilità di trovare amore e rispetto
può emergere solo attraverso relazioni amorose e riflessive con altri adulti.
Intervistatore: La nostra società enfatizza molto
la razionalità e la coscienza. Come vede questo aspetto in relazione alla
dinamica inconscia di cui parla?
Dott.
Antonio Bruno: L'enfasi
sulla razionalità cosciente nella nostra società, in parte ereditata dalla
cultura patriarcale, ha oscurato la comprensione del fatto che il fondamento
della nostra vita razionale è, in realtà, nell'emergere inconscio di tutti i
comportamenti. Questo ha portato a una cecità nei confronti delle nostre
emozioni e sentimenti, relegati a un campo svalutato dell'irrazionale. Le
coerenze del nostro pensiero razionale sono in realtà coerenze operative del
nostro linguaggio, che a loro volta si basano su coerenze operative
dell'inconscio. Negare o non riconoscere questo flusso inconscio è come negare
una parte fondamentale della nostra esistenza.
Intervistatore: A suo avviso, come possiamo
iniziare a superare questa cecità culturale verso l'inconscio?
Dott.
Antonio Bruno: Un punto di
partenza importante è riconoscere il ruolo centrale che le relazioni d'amore,
specialmente quelle materno-infantili, giocano nella formazione di una vita
adulta equilibrata e consapevole. È essenziale riconoscere che siamo
co-creatori e co-conservatori della vita culturale e che possiamo scegliere di
costruire relazioni basate su amore, fiducia e rispetto reciproco piuttosto che
su dinamiche di dominio e sottomissione. Portare alla luce queste consapevolezze
e riflettere sul loro impatto nella nostra vita quotidiana può aiutarci a
riorientare la nostra cultura verso una maggiore autenticità e benessere
collettivo.
Intervistatore: Grazie per aver condiviso con noi
queste riflessioni, Dott. Bruno.
Dott.
Antonio Bruno: Grazie a
voi per l'opportunità di discuterne. Spero che queste idee possano contribuire
a una maggiore consapevolezza e a una trasformazione positiva nella nostra
società.
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