"Il Sussurro dell'Amore Invisibile"

 "Il Sussurro dell'Amore Invisibile"



Nel silenzio della notte, mentre il vento accarezzava i rami degli alberi e le stelle si riflettevano nelle pozzanghere dell’asfalto, lei camminava sola. Il respiro lento, i passi incerti, come se ogni pietra fosse un ricordo che affiorava dalla memoria. La città dormiva, o almeno così sembrava, ma dentro di lei il tumulto era incessante, una lotta tra il desiderio di abbandonarsi e la paura di non essere mai più trovata.

L’amore, pensava, è un’illusione. Non è mai veramente condiviso, perché appartiene solo a chi lo prova, a chi sente quel dolore sottile, quella gioia improvvisa che ti strappa il fiato. Non c’è reciprocità, non c’è simmetria. L’amore è una possessione egoistica, una sete che non si spegne.

Mentre camminava, rivedeva i volti, gli occhi, i sorrisi che aveva creduto di conoscere. Ma erano tutti solo riflessi, ombre proiettate su un muro. Lei, sola, aveva dato tutto, e in cambio aveva ricevuto solo il vuoto. L’amore non era mai stato suo. L’aveva custodito, protetto, accarezzato come una reliquia, ma era rimasto imprigionato dentro di lei. Chi l’aveva ricevuto non lo sapeva, non l’aveva sentito. L’amore, pensava, non si può trasmettere, come un segreto che resta intrappolato tra le labbra che lo pronunciano.

Eppure, nonostante il dolore, c’era qualcosa di sublime in quella solitudine. Un piacere sottile nell’essere l’unica a conoscere l’intensità di quel sentimento. L’amore era suo, e solo suo. Era l’unica a comprenderne la profondità, la disperazione, la bellezza.

Si fermò di fronte a una vetrina illuminata, il suo riflesso distorto dal vetro. Vide una donna che aveva amato e perso, una donna che non era mai stata amata come avrebbe voluto. Eppure, c’era una fierezza in quello sguardo, una consapevolezza che pochi possono vantare. L’amore non era di chi l’aveva ricevuto, non era di chi l’aveva ignorato. L’amore era solo suo, perché solo lei ne conosceva la verità, la forma pura e immacolata.

Continuò a camminare, lasciando che la notte la avvolgesse, come una vecchia amica. Non c’era bisogno di altro. Non c’era bisogno di essere compresa, perché l’amore non richiede reciprocità, non cerca di essere restituito. L’amore vive nella mente di chi lo prova, e lì, forse, trova la sua forma più autentica. Un amore segreto, custodito gelosamente, come un fiore che sboccia nel buio, invisibile al mondo.

Il cammino si fece più lieve, i pensieri meno pesanti. Capì che non era l’amore a mancarle, ma la certezza che quell’amore fosse reale, tangibile, qualcosa da tenere tra le mani. Ma non era così, e forse non lo sarebbe mai stato. L’amore era un sogno, un sussurro tra le foglie, un’ombra che fugge via al primo raggio di luce. Ma era il suo sogno, il suo sussurro, la sua ombra. E questo, in fondo, le bastava.

Antonio Bruno

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