"Il Coraggio di Cantare" (riflessioni)
"Il Coraggio di Cantare"
Ho 67 anni e due giorni di vita nuova. Due giorni esatti. È incredibile come
la vita possa cambiare da un momento all’altro, quasi senza preavviso. Ci sono
cose che sai da sempre di voler fare, ma restano lì, come sospese, in attesa
che tu ti ricordi di loro. E poi, all’improvviso, la vita ti sorprende e ti
dice: "Adesso è il momento".
Mi sono avvicinato al canto in punta di piedi, come se stessi entrando in un
territorio sacro. Sono anni che lo sento, quel richiamo lontano. Forse già da
prima della pensione. È una di quelle sensazioni che non riesci a spiegare, ma
che sai essere lì per te. È come un segreto che la vita ti sussurra piano
all’orecchio. E allora mi sono detto: perché no? Perché non iniziare adesso,
ora che finalmente il tempo sembra essere tutto mio? Ora che ho imparato che
posso ancora volare, anche se con ali diverse.
Non voglio diventare un cantante famoso, non cerco applausi o
riconoscimenti. Ho imparato che la vera ricompensa è in quel momento in cui
smetti di pensare e semplicemente sei. Cantare è questo per me. Un
gesto semplice, ma potente.
C’è qualcosa di magico, di intimo, quando canto. È come se ogni nota fosse
una carezza che mi faccio da solo, una sorta di promessa mantenuta. Non devo
dimostrare nulla a nessuno, nemmeno a me stesso. La mia anima si alza, leggera,
vibra insieme alle note, e io mi sento libero. E in quella libertà c’è una
gioia pura, quasi infantile, come quando da bambini si corre spensierati nei
prati.
E mentre canto, mi accorgo che qualcosa cambia intorno a me. Non saprei dire
esattamente cosa, ma è come se il mondo si facesse più luminoso, più vero. Ogni
gesto, ogni respiro, crea un’onda invisibile, che si espande e tocca tutto ciò
che mi circonda. È una sensazione nuova, quella di poter generare bellezza
senza fare nulla di straordinario, semplicemente essendo.
Forse è proprio così, forse il mondo cambia davvero insieme a noi. E allora,
perché non cantare? Cantare per il semplice piacere di farlo, per il gusto di
vivere quel momento di felicità che niente e nessuno può toglierti.
Ecco cosa ho imparato in questi due giorni di vita nuova: non è mai troppo
tardi per ascoltare quel richiamo che da sempre ti accompagna. Non è mai troppo
tardi per cantare.
E così, io canto.
"Una Voce nel Coro"
La vita è strana, ti sorprende quando meno te l’aspetti. Ti lascia scivolare
dentro una routine apparentemente tranquilla, e poi, in un attimo, ti scuote
come un temporale estivo che arriva all'improvviso. È quello che mi è successo,
mentre me ne stavo seduto alla mia scrivania, con il mio solito caffè, a
pensare a chissà che cosa.
Ho cominciato a cantare da poco, per me, per il piacere di farlo, e mai
avrei pensato che qualcuno potesse accorgersene. È che ho cantato poche volte
in pubblico, o almeno, così credevo. Ma a quanto pare, qualcuno mi stava
ascoltando. Non chiunque. Proprio Elisa, una vecchia
conoscenza di gioventù, una di quelle persone che avevo perso di vista da
tempo.
Ci siamo riconosciuti subito, dopo tutto non erano passati così
tanti anni. Abbiamo riso, ricordato gli anni spensierati, e tra una chiacchiera
e l'altra, mi ha chiesto: “Sai che conosco una persona che dirige un coro?
Internazionale, tra l'altro! E sai che a loro serve un basso? Che ne dici di
fare una prova?”
Lì per lì, ho riso. Mi sembrava surreale. Io, a 67 anni, appena iniziato a
cantare da pochi anni, dovrei far parte di un coro internazionale? Ho quasi
pensato che fosse uno scherzo, ma Elisa era seria, serissima. Mi ha guardato
negli occhi e mi ha detto: “Ho sentito la tua voce, c’è qualcosa di
speciale. Te lo dico davvero, potresti provarci.”
E in quel momento, mentre la sua proposta risuonava nelle mie orecchie, ho
sentito la stessa sensazione di quando ho deciso di iniziare a cantare: un
misto di paura e eccitazione. La vita, per l’ennesima volta, mi stava mettendo
davanti a una scelta: buttarmi, o restare nella mia piccola zona di comfort.
Quella sicurezza che conoscevo bene, che mi era cara. Ma qualcosa dentro di me
mi spingeva a dire di sì, a non lasciarmi sfuggire quest’occasione.
Così, l’ho fatto. Ho detto sì. E adesso sono qui, in attesa di quel provino,
con un misto di agitazione e curiosità.
Mi rendo conto che questa è una di quelle svolte impreviste che la vita ti
regala quando smetti di voler controllare tutto. Avevo cominciato a cantare
solo per me, per godermi il momento, e ora mi ritrovo a pensare di far parte di
qualcosa di molto più grande. Un coro! Internazionale, tra l’altro. Chi
l’avrebbe mai detto?
È strano, ma più ci penso, più mi sembra giusto così. Come se ogni passo che
ho fatto mi abbia portato qui, davanti a questa porta, in attesa di varcarla. È
come se la vita mi avesse guidato fino a questo momento senza che me ne
accorgessi.
Eppure, non mi aspetto nulla. Se il provino andrà bene, fantastico. Se non
sarà così, va bene lo stesso. Ho imparato che la gioia non è nel risultato, ma
in ciò che fai per arrivarci. E io, già solo per aver detto sì, mi sento più
vivo che mai.
Ora sono qui, il cuore che batte forte. Tra poco mi chiameranno e dovrò
cantare davanti a un gruppo di sconosciuti che giudicheranno la mia voce. Ma
non ho paura. Anzi, mi sento quasi sollevato, come se, indipendentemente dal
risultato, tutto stia andando esattamente come dovrebbe andare.
E allora, respiro profondo, come quando intono la prima nota, e aspetto. La
porta si aprirà, e con essa, forse, un nuovo capitolo della mia vita.
Ma questa volta, lo affronterò cantando.
Antonio Bruno
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