Risveglio

 


Era una di quelle notti in cui ti svegli di colpo, con il cuore che batte forte, e non sai se stai ancora sognando o se qualcosa è successo davvero. Il sogno mi aveva strappato al riposo, come se volesse dirmi qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa. C'era lei, quella donna che non riesco a togliermi dalla testa. Sempre lei. Nonostante il tempo, le decisioni, la distanza.

Mi giravo nel letto, cercando di rimettere insieme i pezzi. Quella scena continuava a tornarmi in mente: noi due, come eravamo prima che tutto si complicasse, prima di quel marito che lei aveva scelto e che, alla fine, non aveva lasciato. Non lo fece quando forse avrebbe potuto, quando sarebbe stato tutto più semplice. Mi chiedo ancora se abbia fatto la scelta giusta o se, in qualche modo, sia rimasta intrappolata in una vita che non voleva davvero.

E ora, questo sogno che mi perseguita. Era un segno? O magari era solo il mio cervello che giocava brutti scherzi, mescolando desideri e ricordi? Però, che strano. Nel sogno lei sembrava libera. Libera in un modo che non l'ho mai vista, neppure quando stavamo insieme. Mi chiedo se sia una proiezione di quello che vorrei io, se quel messaggio implicito non sia altro che la mia fantasia che tenta di convincermi che c'è ancora una possibilità, che lei ha lasciato quel marito che non lasciò allora.

Mi alzo, guardo fuori dalla finestra, come se il cielo potesse darmi una risposta. Milano è calma, quasi surreale in quell'ora della notte. Mi sento sciocco. Forse dovrei smettere di pensarci. Forse dovrei accettare che lei ha fatto la sua scelta e io la mia. Ma poi, come fai a smettere di pensare a una persona che, in qualche modo, è ancora parte di te? È come quando hai una ferita che si sta rimarginando, ma ogni tanto la tocchi per vedere se fa ancora male.

Quel sogno però... non riesco a togliermelo dalla testa. E se fosse davvero un messaggio? Se lei avesse trovato il coraggio di lasciare tutto e volesse dirmelo, senza parole, in quel modo inspiegabile che solo i sogni sanno fare? La verità è che, nonostante tutto, una parte di me spera ancora.

"Il mio ex mi picchiava e mi tradiva. Poi un giorno Max mi confessa di essersi innamorato di me, ma di non essere disposto ad assistere a quello scempio che stavo facendo della mia vita, dice che non mi riconosce più e non vuole soffrire, che non mi avrebbe più risposto.

La notte dell'Epifania corro da lui e gli dico che lo amo. E non ci lasciamo più, dal quel 6 gennaio del 2013, prendendoci cura l’uno dell’altra. Max non è stato una ruota di scorta, è stato fin da subito l’amore sano, l’amore pulito. E anche la cura".

- Le parole Deborah Pelamatti per Max Pezzali

 

Commenti

Post popolari in questo blog

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

Gli esami di Stato del 1976

Il pensiero filosofico di Humberto Maturana: l'autopoiesi come fondamento della scienza