"Il Canto dell'Adesso" (racconto)


"Il Canto dell'Adesso"  

C'era una volta un amore che non si è mai detto. Rimasto incastrato tra le pieghe di sguardi mancati e silenzi troppo pieni di significati non pronunciati. Basterebbe dirselo, un "mi manchi", e tutto cambierebbe. Ma il coraggio si nasconde sempre dietro la paura di mostrarsi vulnerabili, di dire troppo o troppo poco, di rischiare e non trovare la risposta che ci aspettiamo. E allora si resta immobili, ad aspettare un domani che non esiste, mentre oggi si perde nella nebbia del non detto.

Sembra tutto così semplice, ma lo so, non è mai come sembra. La vita è una successione di dettagli, di momenti che si intrecciano, come quella risata che scioglie la tensione quando meno te lo aspetti, o quel gesto distratto che ti tocca nel profondo senza che l'altro nemmeno se ne accorga. È lì che si cela il mistero dell'amore, in ciò che sfugge e al tempo stesso resta dentro, senza fare rumore. Non c'è bisogno di sottane o di grandi gesti per scoprire l'intimità di una donna. L'anima si svela quando ascolti con attenzione, quando tocchi un punto che nessuno ha mai sfiorato, perché è invisibile agli occhi ma pulsante nel cuore.

A Lecce dicono "l'anima toa", quando qualcosa ti scuote nel profondo. Ed è proprio così: l'amore ti scuote, ti spinge a guardare dentro, a cercare qualcosa che forse hai sempre avuto ma non hai mai saputo riconoscere. Ma come posso raccontare una storia che non ho ancora vissuto? È un po' come leggere un libro non ancora scritto o camminare su una strada che non ho mai percorso. Mi è successo, però, e non l'ho deciso io. L'amore ti accade, come un temporale improvviso o un sole che spacca il cielo dopo giorni di pioggia. Non si sceglie di amare, si ama e basta. Anche quando non ricordi più i dettagli, quando hai scordato le emozioni precise, la sensazione resta.

Il giorno in cui i nostri sguardi si incrociarono, capii. Capii che in quell'istante avrei potuto vivere per sempre, che non avrei mai trovato nulla di più intenso girando il mondo intero. In quel momento, mi fu chiaro cosa volevano davvero le donne: qualcuno che le facesse ridere, che le facesse sentire al sicuro, desiderate in ogni istante, al di là delle apparenze, delle maschere, del trucco o dei vestiti. Ma non chiedono molto, davvero. Vogliono solo che sia autentico, che parta dal cuore.

Eppure, c'è sempre quella malinconia che resta, quella sensazione di non essere mai del tutto appagati. Come Madame Bovary, che cade non per sensualità ma per un vuoto interiore, per un desiderio che nasce dall'immaginazione più che dai sensi. Forse è così anche per noi: ci innamoriamo di ciò che immaginiamo l'altro possa essere, piuttosto che di ciò che è davvero. E quando la realtà non corrisponde più a quell'immagine, tutto crolla. Ma non è colpa di nessuno. L'amore a volte è solo questo: una perturbazione che scuote l'anima, che ti fa emergere qualcosa di antico e profondo, ma che poi passa, come una tempesta.

Quando hai deciso di andartene, ho trovato tracce di te ovunque. Una matita per gli occhi sotto il divano, l'orecchino che avevi perso, il tagliando di quel volo di ritorno dalla Grecia. Ho rimesso tutto in ordine, ho tolto le candele, ho svuotato gli armadietti. Ma il cassetto delle foto non l'ho aperto. Non ce l'ho fatta. Certe cose non si riescono a mettere via, non completamente. Ti ho lasciato le chiavi nella casella della posta. Quando puoi, togli il mio nome.

Siamo tutti selvaggi, alla fine. Cerchiamo la libertà, la corsa spensierata insieme a chi ci somiglia, ma poi ci leghiamo, ci intrappoliamo in dinamiche che ci soffocano. Eppure, c'è sempre quell'infinito presente, quel momento in cui tutto sembra fermarsi, in cui l'amore è tutto ciò che esiste. Conversare con te era come tornare in quell'istante, come creare il mondo da capo ogni volta. Ma ora... non so nemmeno cosa sia domani. Non esiste davvero, non per noi.

Resta solo l'adesso, e in questo adesso, io canto ancora per te le mie canzoni d'amore. Anche se tutto è cambiato, anche se non ci sei più, il mio canto ti appartiene.

Antonio Bruno

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