"La Convivenza: Necessità Biologica e Progetto di Vita"

"La Convivenza: Necessità Biologica e Progetto di Vita"


Di Antonio Bruno

Humberto Maturana, biologo e filosofo cileno, ci ricorda che la convivenza è una condizione ineludibile dell'essere umano. Secondo Maturana, non si tratta di una scelta, bensì di un'esigenza profonda che scaturisce dal vivere insieme come specie. Egli afferma che "il nostro vivere umano è intrinsecamente sociale, la nostra biologia ci porta a cooperare e vivere con gli altri" ("L'albero della conoscenza", 1987). In questo senso, la convivenza non è solo una possibilità ma una necessità biologica e culturale, che ci obbliga a trovare modi di relazionarci pacificamente.

Quando ci si chiede cosa significhi convivere, non possiamo ridurlo a un semplice accordo tra individui o gruppi. La convivenza, come Maturana ci indica, è un processo biologico e relazionale che coinvolge tutto il nostro essere. Egli spiega che "gli esseri umani costruiscono il proprio mondo attraverso le interazioni con gli altri, e il modo in cui costruiamo queste interazioni determina il mondo in cui viviamo" ("Biology of Cognition", 1970). Questa costruzione avviene sia a livello conscio che inconscio: le nostre azioni e le nostre istituzioni riflettono il desiderio di vivere insieme in armonia o in competizione.

La competizione, però, come osserva Maturana, ha conseguenze devastanti sulla convivenza. Se fondiamo la nostra vita sociale sulla competizione e il dominio, finiamo per creare un mondo di vincitori e vinti, dominatori e sottomessi. Questo si riflette chiaramente osservando come il conflitto tra Israele e Palestina, così come quello in Ucraina, sono espressioni di questa dinamica di sottomissione e resistenza. Maturana sostiene che "la pace non può essere impostata con la forza, poiché la forza crea solo sottomissione, non convivenza" ("Amore e realtà sociale", 1996).

La chiave, per Maturana, sta nel desiderio profondo e condiviso di convivere. "La convivenza democratica è un'opera d'arte", dice Maturana, "è la creazione collettiva di un mondo in cui ognuno può esprimere la propria umanità senza paura di essere sottomesso" ("Emotions and Language in Human Evolution", 1992) . È un processo continuo che richiede attenzione, cura e la consapevolezza che ogni individuo è parte di un sistema più grande.

In momenti di crisi, come quelli che il mondo sta vivendo oggi, possiamo trovarci tentati di abbandonare questo progetto di convivenza. Ma, come ci insegna Maturana, non abbiamo altra scelta. "Siamo condannati a convivere", scrive, "perché la nostra sopravvivenza dipende dall'altro, anche quando l'altro sembra essere il nemico" ("La biologia dell'amore", 1990). La vera sfida è imparare a convivere anche nei momenti di maggiore tensione, costruendo un futuro in cui la cooperazione, non la competizione, sia il principio guida.

Concludendo, Maturana ci invita a riflettere profondamente sulla natura della convivenza e su come vogliamo costruire il nostro mondo. La competizione non può portare a una pace di durata; solo attraverso il riconoscimento della nostra interdipendenza possiamo costruire un futuro in cui la convivenza sia non solo una necessità, ma anche un desiderio condiviso.

 


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