La Favola di San Donato

 La Favola di San Donato 


C’era una volta, in un incantevole angolo d’Italia, un piccolo paese che portava il nome di San Donato. Questo luogo magico era festeggiato il 7 e il 28 agosto, giorni in cui gli abitanti si riunivano per celebrare il loro santo protettore, Donato.

La leggenda narra che, tanto tempo fa, il vescovo di Arezzo, Donato, si recasse ogni anno in un roveto alla periferia del paese per fare penitenza. Gli abitanti lo ammiravano per la sua devozione e saggezza. Quando il vescovo morì, il popolo, profondamente legato a lui, decise di onorarlo facendone il patrono del loro paese e costruendo una chiesa dove un tempo si trovava il roveto.

Ogni anno, in occasione della festa grande, il 7 agosto, il paese si riempiva di fedeli che accorrevano da ogni angolo per rendere omaggio a Donato. Le strade si illuminavano con luci di vari colori, e concerti e musica animavano l’atmosfera festosa.

Il 28 agosto, però, c’era un’altra storia da raccontare. Era il giorno in cui si ricordava un miracoloso evento avvenuto nel 1779. Un uomo, dopo una furiosa lite con i concittadini della moglie, giurò che non sarebbe mai più tornato a San Donato. Ma il destino aveva in serbo qualcosa di diverso. Un potente fulmine si abbatté su di lui, e la gente capì che il santo non poteva rimanere in silenzio di fronte a un’ingiustizia. L’uomo, spaventato e pentito, tornò a chiedere perdono.

Ma il giorno del 28 agosto non si fermava qui. Molti anni dopo, nel 1909, un ciclone minacciava di distruggere il paese. Gli abitanti, in preda alla paura, si recarono in chiesa per implorare l’intervento del loro amato patrono. Un uomo coraggioso sollevò la statua di San Donato e la portò sul sagrato della chiesa, puntandola verso il ponente, da dove proveniva il ciclone. Improvvisamente, la tempesta si spezzò, dividendo le sue forze e risparmiando San Donato dalla distruzione.

Da quel giorno, il 28 agosto divenne un simbolo di protezione e speranza. Ogni anno, durante le celebrazioni in onore del santo, la statua di San Donato veniva portata in processione per le vie del paese, accompagnata da canti e preghiere. Gli abitanti si univano in un abbraccio di fede e gratitudine, sapendo che il loro santo patrono era sempre lì, pronto a proteggerli.

E così, San Donato continuò a brillare nel cuore dei suoi abitanti, un simbolo di amore e unità, mentre le feste si susseguivano di anno in anno, illuminando le notti d’agosto e riempiendo il paese di gioia e speranza.

E vissero tutti felici e contenti, protetti dalla benevolenza di San Donato.

Antonio Bruno

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