La Leggenda dell'Anello e della Quercia di Lizzanello

 La Leggenda dell'Anello e della Quercia di Lizzanello



C’era una volta, tanti anni fa, un piccolo villaggio chiamato Lizzanello, immerso in una foresta di grandi querce, dove le leggende e le storie correvano di bocca in bocca come il vento tra le foglie. Nessuno sapeva esattamente da quanto tempo esistesse il villaggio. Alcuni dicevano che fosse nato quando un gruppo di poveri abitanti di Lecce si era rifugiato lì, dopo essere stato respinto dalle mura della città. Altri sostenevano che Lizzanello fosse sorto dal cuore di Lecce stessa, come un piccolo germoglio cresciuto ai margini di un albero secolare. Ma c'era una storia che ogni bambino del villaggio conosceva a memoria, ed era la leggenda dell'anello.


Un giorno, un ragazzo di nome Nico, curioso come solo i bambini possono essere, decise di esplorare il grande bosco di querce che circondava Lizzanello. I suoi amici lo avevano messo in guardia: "Nico, non andare troppo lontano! Si dice che tra quegli alberi ci siano antichi spiriti che proteggono il bosco!". Ma Nico, con un sorriso sornione, scrollò le spalle e si avventurò comunque.


Camminò e camminò, finché non si trovò di fronte a una quercia enorme, la più grande che avesse mai visto. I suoi rami si innalzavano verso il cielo come braccia robuste, e le foglie brillavano di una luce verde dorata, quasi magica. Incuriosito, Nico decise di arrampicarsi sull'albero, un'impresa che richiese tutta la sua agilità. Quando arrivò su uno dei rami più alti, qualcosa catturò la sua attenzione: un piccolo anello d’oro era incastrato tra la corteccia e le foglie. L’anello sembrava antico, ma scintillava come se fosse stato appena forgiato.


Nico prese l'anello e, non appena lo indossò, sentì una voce morbida e avvolgente che proveniva dall’albero stesso: "Tu hai trovato l’anello del destino, piccolo Nico. Questo anello apparteneva ai primi abitanti di Lizzanello, un dono della Contessa Albitia, che volle proteggere il villaggio e il suo futuro con un incantesimo nascosto in questo gioiello. Ora che l'hai trovato, hai il potere di scegliere il futuro di Lizzanello: potrà rimanere un piccolo villaggio nascosto, oppure crescere e prosperare come la grande città di Lecce."


Nico rimase senza parole. L’idea che lui, un semplice ragazzo, potesse decidere il destino del suo villaggio lo spaventava e lo emozionava allo stesso tempo. Si guardò intorno, vide il bosco di querce che tanto amava, sentì il vento che gli accarezzava il viso, e pensò ai suoi amici, alla sua famiglia, a tutte le persone che vivevano felici a Lizzanello.


Decise di parlare con gli spiriti della foresta. "Voglio che Lizzanello resti un posto speciale," disse Nico, "ma che possa crescere abbastanza da permettere a chiunque lo desideri di viverci in pace e armonia, senza dimenticare mai le sue radici, le querce e la sua storia."


Gli spiriti acconsentirono, e l’anello brillò ancora più intensamente prima di dissolversi in una pioggia di polvere dorata. Da quel giorno, Lizzanello iniziò a fiorire. Le querce del bosco continuarono a vegliare sul villaggio, ma nuovi abitanti arrivarono da ogni dove, attratti dalla pace e dalla bellezza del luogo.


Il villaggio crebbe, ma non divenne mai una grande città come Lecce. Rimase sempre un posto accogliente, dove le persone si conoscevano per nome e dove le querce raccontavano ancora le storie antiche agli orecchi curiosi di chiunque volesse ascoltare. E ogni tanto, qualcuno giurava di aver visto un piccolo anello d'oro tra i rami più alti delle querce, come a ricordare il giorno in cui Nico aveva scelto il destino di Lizzanello.


E così, tra leggende e storie, il villaggio prosperò, mantenendo sempre viva la sua anima antica, legata indissolubilmente alla quercia e all’anello.


Fine.

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