Intervista al Dott. Antonio Bruno: La crisi climatica e l’urgenza della cooperazione sociale
Intervista al Dott. Antonio Bruno: La crisi climatica e l’urgenza della cooperazione sociale
Intervistatore: Buongiorno Dott. Bruno, in un
momento così critico per il nostro pianeta, come vede lei la situazione attuale
riguardante il cambiamento climatico, e in che modo la pandemia ha cambiato la
nostra percezione su questo tema?
Dott.
Antonio Bruno: Buongiorno,
grazie per la domanda. La situazione climatica è estremamente preoccupante. Gli
ultimi dati forniti dal Copernicus Climate Change Service sono un vero
campanello d’allarme: settembre è stato il mese con la più grande anomalia
termica mai registrata, +1.75°C rispetto alle medie pre-industriali. Siamo
davanti a una crisi ecologica senza precedenti. La pandemia di Covid-19, a mio
parere, ha evidenziato le debolezze del nostro sistema sociale e ha accelerato
alcune riflessioni che dovevamo affrontare già da molto tempo. Prima del Covid,
vivevamo in una sorta di illusione, un mondo senza paura del contagio o della
necessità di vaccini, che ora ci appare come un passato più sereno. Tuttavia,
la crisi pandemica ha reso evidente la nostra vulnerabilità e l'interconnessione
tra la salute umana e la salute del pianeta.
Intervistatore: Crede che ci sia stata una lezione
importante da apprendere dal Covid-19, non solo per la salute pubblica, ma
anche per la questione climatica?
Dott.
Antonio Bruno:
Assolutamente sì. Il Covid-19 è stato un chiaro richiamo alla nostra coscienza
collettiva. Ha dimostrato come l’umanità possa essere vulnerabile e come sia
indispensabile riorganizzarsi socialmente e cooperare per fronteggiare le
minacce globali. Siamo tutti interconnessi, e ciò che accade in una parte del
mondo può avere ripercussioni sull'intero sistema. Questa lezione vale anche
per il cambiamento climatico. Se non impariamo a rispettarci reciprocamente e a
collaborare su scala globale, non riusciremo a fermare l’avanzare di queste
crisi.
Intervistatore: Parlando di cooperazione, come si
inserisce questo concetto nella lotta al cambiamento climatico?
Dott.
Antonio Bruno: La
cooperazione è fondamentale. Come ho già detto in altre occasioni, se non
troviamo rispetto reciproco e non impariamo a collaborare, la nostra società
non sarà in grado di fronteggiare le distorsioni ecologiche che abbiamo
generato. Il cambiamento climatico, così come la pandemia, richiede una
risposta collettiva e coordinata. La convivenza democratica è la chiave:
dobbiamo ascoltarci, rispettarci e lavorare insieme per trovare soluzioni che
preservino l’armonia tra noi esseri umani e la biosfera.
Intervistatore: Crede che i movimenti come Fridays
for Future abbiano un ruolo importante in questo contesto?
Dott. Antonio
Bruno: Certamente.
I Fridays for Future sono il volto della resistenza climatica. Come riportato
anche da Ferdinando Cotugno nel suo recente articolo su Domani, questi
giovani si battono per il nostro futuro, e lo fanno non solo opponendosi al
negazionismo, ma cercando di costruire un movimento di consapevolezza
collettiva. La recente manifestazione in oltre trenta piazze italiane dimostra
la loro determinazione. Tuttavia, la loro missione è diventata più complessa.
Ora devono difendere le ragioni della transizione ecologica in un contesto
politico e sociale in cui populismi e negazionismi hanno ripreso forza.
Intervistatore: Quindi, secondo lei, la risposta al
cambiamento climatico deve essere basata sulla conoscenza scientifica e sulla
cooperazione sociale?
Dott.
Antonio Bruno:
Esattamente. Non possiamo ignorare ciò che sappiamo. Abbiamo le conoscenze
scientifiche necessarie per agire, e se non lo facciamo, significa che siamo in
malafede o, peggio, stupidi. Il mondo naturale non si preoccupa di noi; è
indifferente. Il cambiamento climatico, la scarsità d’acqua o la diffusione di
nuovi virus non sono minacce percepite dalla natura, ma sono problemi che
riguardano noi esseri umani e la nostra convivenza. Siamo noi che dobbiamo
preoccuparci, prendere decisioni e agire. La collaborazione sociale non
significa solo unirsi in gruppi o manifestare, ma riconoscere che siamo tutti
interconnessi, con altri esseri viventi e con l’ambiente. Dobbiamo smettere di
competere tra noi e iniziare a collaborare per un progetto comune che preservi
il nostro benessere e quello del pianeta.
Intervistatore: Secondo lei, qual è la strada da
seguire per evitare il disastro che sembra avvicinarsi?
Dott.
Antonio Bruno: La strada è
quella della riflessione, del rispetto e della cooperazione. La scienza ci ha
già mostrato il cammino, ma dobbiamo agire con consapevolezza. Ritrovare noi
stessi nell'amore per l'altro, nell’onestà e nella convivenza democratica è
l'unica medicina. Se non lo facciamo, andremo dritti verso la nostra estinzione,
come ho già avuto modo di dire. Siamo un’unità biologico-culturale, e dobbiamo
lavorare insieme per garantire il futuro della nostra convivenza sociale e
della biosfera. In sintesi, dobbiamo riconoscere la nostra responsabilità e
agire di conseguenza, prima che sia troppo tardi.
Intervistatore: Grazie mille, Dott. Bruno, per il
suo tempo e per questa profonda riflessione.
Dott.
Antonio Bruno: Grazie a
voi. Buona riflessione a tutti.
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