E ti accorgi che la vita non è solo un treno che ti porta a un arrivo, ma un percorso tortuoso, dove l'arrivo spesso non è quello che desideravi.
Mi ricordo quando ero piccolo, quando il treno che ci portava a Chiavenna era un viaggio magico, un battito di vita che si ripeteva. Alla biglietteria del cinema c'era quella rastrelliera, piena di caramelle gommose Alemagna. Papà fumava, il fumo danzava nell'aria come le nuvole sopra le montagne, e sceglieva sempre quelle alla menta. Io, invece, avrei voluto le stesse, ma lui diceva di prendere quelle alla frutta. E così mi accontentavo, ma nel fondo del cuore c'era quella voglia di imitare, di essere come lui, di avere un pezzo di quella dolcezza verde tra le dita.Quando si è bambini, si pensa che il mondo sia un treno sempre in movimento, un viaggio senza fine. Ti siedi su quel sedile, il panorama scorre veloce, e quando la sera arriva, sei l'unico che si stende e si addormenta, mentre gli altri ti guardano e dicono “beati i piccoli!”. I finestrini diventano un palcoscenico di stazioni, colori e sapori; si mangiano caramelle gommose, si sorride al mondo, e tutto sembra così semplice, così perfetto, perché ci sono mamma e papà che pensano a tutto.
Ma poi, un giorno, ti svegli e scopri che il viaggio è cambiato. Cresci, diventi papà anche tu, e ti ritrovi a destreggiarti tra responsabilità e sogni. E ti accorgi che la vita non è solo un treno che ti porta a un arrivo, ma un percorso tortuoso, dove l'arrivo spesso non è quello che desideravi. Crescendo, impari che le caramelle gommose sono buone, sì, ma che quelle alla frutta, quelle che ti dicevano di prendere papà, avevano un sapore che parlava di amore, di cura, di scelte che, in fondo, ti parlavano.
E così, tra riflessioni e ricordi, comprendi che non è mai troppo tardi per tornare a scegliere, per assaporare quel dolce gusto di nostalgia, per rivedere il mondo attraverso gli occhi di un bambino.
Antonio Bruno
1973 - Foto Werner H. / da: photorail.com
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