"Il Ponte tra Due Interezze" (racconto)

"Il Ponte tra Due Interezze"


Una volta, credeva che l'amore fosse un approdo sicuro, una rete che ti accoglie quando la vita ti strattona. Ma un giorno, Anna scoprì che era esattamente il contrario: l'amore non salva, non protegge, non aggiusta. Riflette. È uno specchio impietoso che non ti permette di scappare da te stesso.

Per anni, Anna si era innamorata di uomini fragili, pieni di promesse non mantenute, di sogni incerti e di scuse ben confezionate. Si era sempre raccontata che erano loro, questi uomini, a non essere pronti, a non capirla, a non volerla davvero. Ma poi, una sera, sola davanti a una finestra che rifletteva più il suo volto che il paesaggio esterno, qualcosa cambiò.

Non era più disposta a cercare qualcuno per riempire un vuoto. Aveva finalmente capito che quel vuoto non era mai stato un difetto, ma una parte fondamentale di sé. Anna aveva smesso di cercare il senso della sua vita negli altri, perché aveva cominciato a trovarlo dentro di sé.

“Perché nessuno mi soddisfa più?”, si chiese in quei giorni. La risposta le si affacciò alla mente con una semplicità disarmante: non era che gli altri fossero peggiorati, era lei ad essere migliorata. Stava imparando ad amarsi, a scegliere la solitudine come un'opportunità, non come una condanna. E più si amava, più la prospettiva di un amore che aggiungesse qualcosa alla sua vita le sembrava non necessaria, ma possibile.

Anna non cercava più un rifugio, ma un compagno di viaggio. Non voleva più stare “solo con qualcuno”, ma con qualcuno che sapesse stare bene anche senza di lei. L'amore non doveva essere un cerotto, una toppa per coprire ferite ancora aperte. Doveva essere una condivisione, un moltiplicarsi di energie, non una somma traballante di carenze.

“Ma quando ami stare con te stesso, non rischi di non volere più nessuno?”, le aveva chiesto una sua amica, spaventata dall’idea di una solitudine che non fosse dettata dal bisogno, ma dalla scelta.

Anna ci aveva pensato. Non è che volesse stare da sola per sempre. Ma voleva che, qualora incontrasse qualcuno, non fosse un bisogno, ma una decisione. Non più il voler "stare solo con te", ma “stare con te perché sto bene con me”. E quel giorno, forse, avrebbe capito che l’amore non è trovare un pezzo mancante, ma costruire un ponte tra due interezze.

Un giorno, forse, sarebbe arrivato qualcuno. Qualcuno che non si fosse perso nei labirinti della propria immaturità o delle proprie insicurezze, qualcuno che non avesse bisogno di essere salvato o di salvare. Ma fino ad allora, Anna sarebbe stata in buona compagnia: quella di se stessa.

Commenti

Post popolari in questo blog

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

Gli esami di Stato del 1976

Il pensiero filosofico di Humberto Maturana: l'autopoiesi come fondamento della scienza