L'inquietudine del pensiero Franco Cassano a cura di P. Serra Ed. Laterza Pagg. 64 Euro 10
“Ricerca per me vuol dire inquietudine, ma senza nessun alone eroico e romantico. L’inquietudine, infatti, nasce da un fastidio ed un’insofferenza, è come il bisogno di spostare continuamente il peso del corpo da una gamba all’altra, l’impossibilità di sedersi e fermarsi per dire: fine del viaggio, finora cercavo, adesso ho trovato. Ancora oggi, ad un’età nella quale chi cerca qualcosa dovrebbe averla trovata, l’idea di aver finito di apprendere e cercare, suona per me come una dichiarazione di resa, di vecchiaia e di morte. Ecco la parola: il pensiero di aver trovato, di poter sostare per godersi seduti il bottino della ricerca mi ricorda la morte. Cercare è sentirsi vivi, avere ancora qualcosa di importante da fare, un provare a differire la morte con la scusa che c’è tanto da fare e non si sa quando si finirà…”.
L'inquietudine del pensiero Franco
Cassano a cura di P. Serra Ed. Laterza Pagg. 64 Euro 10
La citazione dal lavoro di Franco Cassano riflette un profondo senso di
inquietudine e ricerca, non come una forma di eroismo, ma piuttosto come
un'esperienza intrinsecamente umana e necessaria. Questa idea di
"inquietudine" come motore della ricerca è particolarmente
affascinante e merita una riflessione più ampia.
Il valore della ricerca e dell’inquietudine
Cassano descrive la ricerca come un atto di inquietudine, un movimento
continuo, una necessità di non fermarsi mai, quasi come una danza tra il
desiderio di conoscenza e il timore della staticità. Il paragone tra il peso
del corpo spostato da una gamba all’altra e il processo del pensiero ci ricorda
quanto possa essere faticoso, ma al contempo liberatorio, il percorso della
conoscenza. Questa dinamica ci invita a considerare che il vero valore non risiede
nel raggiungere un traguardo definitivo, ma nell’intero processo di
apprendimento e scoperta.
Cassano afferma che la percezione di aver trovato una risposta definitiva o
un risultato può portare a una sensazione di resa, di stagnazione. Questo
concetto risuona con le idee di filosofi come Søren Kierkegaard,
che parlava dell' "angoscia esistenziale" come parte integrante della
condizione umana: “L'angoscia è la vertigine della libertà” (Kierkegaard, Il
concetto di angoscia). La libertà di esplorare, di porsi domande e di non
accontentarsi è ciò che mantiene viva la nostra curiosità.
La ricerca come atto di vita
In questa luce, la ricerca diventa un atto di vita, un modo per differire la
morte, come dice Cassano. Ogni nuovo apprendimento e ogni nuova domanda
rinvigorisce il nostro spirito. La ricerca scientifica, la filosofia, l’arte:
tutte queste forme di esplorazione sono riflessi della nostra incessante voglia
di capire, di evolvere, di esistere.
Inoltre, l’idea che "cercare è sentirsi vivi" si collega a ciò che
Viktor Frankl, psichiatra e sopravvissuto all’Olocausto, ha
sostenuto nel suo libro L’uomo in cerca di senso: “Non possiamo
evitare la sofferenza, ma possiamo scegliere il significato che diamo alla
nostra sofferenza”. La ricerca diventa quindi non solo un modo per occupare il
nostro tempo, ma un mezzo per dare senso alla nostra esistenza, un modo per
trovare significato anche nelle difficoltà.
Conclusione
In conclusione, la riflessione di Cassano sull’inquietudine e sulla ricerca
è una testimonianza del nostro bisogno intrinseco di cercare, di imparare e di
crescere. Non è un percorso lineare, ma un viaggio pieno di domande e di sfide.
Abbracciare questa inquietudine può aiutarci a rimanere curiosi, aperti e, in
definitiva, vivi. La ricerca non deve mai fermarsi; è attraverso di essa che
continuiamo a dare significato e valore alla nostra vita.
Antonio Bruno
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